A molti videogiocatori recenti il nome di Stronghold Warlords forse dirà poco, ma per chi come me ha vissuto i primi anni 2000, il periodo d’oro degli RTS, è impossibile non venire divorati dai ricordi. Bisogna essere onesti, questa è una saga che neanche in quegli anni ha mai riscontrato un enorme successo di critica, soffrendo di vari difetti mai risolti, ma, nonostante ciò, si è sempre fatta riconoscere per le sue caratteristiche abbastanza uniche all’interno del genere, tanto da ottenere l’appellativo di Castle Sim (ne parliamo meglio dopo quindi per ora non anticipo nulla in merito). Io stesso credo di aver consumato all’inverosimile sia il gioco originale di Stronghold che la sua prima versione espansa, Stronghold Crusader.
Come tante altre saghe di giochi di strategia, anche Stronghold ricevette un brutto colpo dal tramonto di questo genere, che però adesso sembra pronto a riprendersi il suo posto nel mercato, complice il successo delle Definitive Edition di Age of Empires. Firefly Studios è saltato subito a bordo liberandosi dai vari distributori del passato per scegliere l’autodistribuzione. Prima ha quindi tastato la strada con Stronghold Crusader II per poi annunciare un gioco completamente nuovo, ovvero questo Stronghold Warlords. Non sono state però tutte rose e fiori visto che alcuni feedback negativi hanno spinto a rimandare l’uscita ufficiale in più occasioni. Alla fine, però, il gioco è arrivato. Sarà valsa la pena attendere?
Un lungo viaggio a oriente
Stronghold Warlords si stacca in parte dal passato fin dall’ambientazione. Questa saga era infatti sempre stata ancorata al medioevo europeo, con giusto qualche piccolo excursus a medio oriente per mettere in scena le Crociate. Stavolta, però, pur mantenendo lo stesso arco storico, ci spostiamo nell’estremo oriente per vedere cosa avveniva nei secoli bui nel Vietnam, in Cina, in Mongolia e nel Giappone. Nel corso delle numerose missioni che compongono le 5 campagne per giocatore singolo, potremo rivivere le vicende che hanno scolpito la storia di queste nazioni nei panni di ufficiali al servizio di figure quasi mitiche, le cui azioni sono narrate ancora oggi senza che si riesca a discernere realtà da fantasia.
Si va così dal leggendario sovrano vietnamita fondatore della dinastia Thuc fino a Toyotomi Hideyoshi, uno dei daimyo più famosi del periodo Sengoku, passando per il primo imperatore della Dinastia Qin nel periodo degli stati combattenti in Cina e per le imprese del grande conquistatore Gengis Khan che arrivò a minacciare anche l’occidente. Si fa notare subito, sia nelle varie missioni che, più in generale, nello stile del gioco, l’incredibile attinenza storica alle vicende narrate e a come “funzionavano” davvero queste civiltà in quegli anni. Per esempio, difficilmente si riuscirà a combinare qualcosa alla guida delle forze della Mongolia se non riusciremo a produrre ed usare nel giusto modo i famosi arcieri a cavallo dell’orda. Il lavoro di ricerca e studio di Firefly Studios è stato sicuramente magistrale.
Una solida difesa è il miglior attacco
A guardare gli screen, Stronghold Warlords sembra un RTS come tanti e di base è indubbiamente così. In ogni mappa di gioco il tuo scopo sarà raccogliere risorse per sviluppare tecnologie e unità così da distruggere l’avversario. Dove però questa saga si è sempre fatta riconoscere è nella strategia consigliata. Se di base gli RTS danno ben poca attenzione alla gestione delle strutture e dell’economia, puntando tutto sugli scontri tattici, in Stronghold tale paradigma viene rovesciato e una gestione oculata delle strutture e delle risorse sarà ben più fondamentale dello scontro militare, motivo per cui si parla di Castle Sim. In Stronghold, inoltre, la difesa è sempre stata una tattica migliore dell’attacco sconsiderato. Basta una squadra di arcieri e qualche trappola ben piazzata per respingere qualsiasi esercito inviato allo sbaraglio senza una strategia alle spalle e sprecare risorse può costare caro visto che queste non sono infinite e richiedono tempo per essere lavorate.
Tale focus diverso è infatti evidenziato anche dal modo in cui si sviluppano le unità. Se in un RTS normale basterà costruire il giusto edificio per sviluppare unità su unità, in Stronghold Warlords, per farlo, dovrai prima raccogliere la giusta risorsa, far sì che questa possa arrivare nel magazzino e poi provvedere a lavorarla in modo da realizzare le armature ed armi richieste. Si tratta di un investimento non solo in materiali e oro, ma anche in tempo. In tutto questo dovrai anche verificare che l’umore della popolazione si mantenga buono, così che continuino ad arrivare cittadini desiderosi di lavorare e di pagare le tasse. Certo, volendo puoi anche terrorizzarli con torture pubbliche ed esecuzioni, il risultato sarà lo stesso. L’importante è sempre non esagerare, così da ottenere quanto si vuole. Insomma, Stronghold Warlords è un vero e proprio gestionale medievale.
A conti fatti, Stronghold Warlords cambia poco la formula che ha reso famosa la saga: l’unica aggiunta è l’interessante meccanica dei Signori della Guerra, ovvero piccoli signori terrieri locali che possono essere conquistati con la forza o con la diplomazia. Una volta ottenuta la loro sottomissione, potremo quindi usare i punti diplomazia per ottenere vari vantaggi che cambiano da signore a signore, ma dovremo fare anche attenzione a difenderli visto che i nemici possono conquistarli a loro volta. Se questa è un’aggiunta piacevole, non ho invece capito perché togliere del tutto dal gioco la nebbia di guerra. Di base potrai spiare i tuoi nemici fin da subito così da fregarli e avrai ben poche sorprese, anche perché le mappe sono piccolissime. Scelta ancora più incomprensibile vista la telecamera “allontanata” rispetto ai precedenti titoli della saga (ne parliamo meglio dopo).
Come se questi (gravi) problemi non bastassero, devo purtroppo constatare come Stronghold Warlords non assomigli ai vecchi capitoli solo nel bene, ma anche nel male. La CPU sembra uscita direttamente dai primi anni 2000 ed è estremamente stupida. Spesso le unità si getteranno in percorsi astrusi che le porteranno a suicidarsi in modo assolutamente folle. Il massimo dell’assurdità sono i signori del mastio che potranno venir massacrati senza problemi da un semplice solo arciere piazzato a raggio. Non serve sprecare risorse, lo sposti a portata e dopo 20 minuti torni sul punto per scoprire che il signore immobile è stato massacrato di frecce.
Al danno si unisce la beffa che, se i vecchi Stronghold presentavano una CPU stupida, ma almeno erano dannatamente difficili, proponendo una notevole sfida, questo Stronghold Warlords è di una facilità tanto disarmante quanto imbarazzante. Lungo tutto il percorso della campagna per giocatore singolo non ho incontrato la benché minima difficoltà e spesso ho concluso le missioni con una sensazione di “è davvero tutto qui? Non devo fare altro?”
Più grande non è sempre migliore
Passando invece al comparto artistico, purtroppo si può constatare come anche qui si siano fatti ben pochi passi avanti rispetto al passato. Anzi, a livello grafico non solo sembrerà di star vedendo un vecchio Stronghold, ma la renderizzazione dei signori della guerra in modelli 3D piuttosto che in attori in carne ed ossa evidenza tutti i limiti del motore grafico su cui si basa il gioco. Alcuni sono davvero inguardabili e difficilmente potranno far pensare ad un gioco del 2021. Certo, questo ha anche il vantaggio di rendere Stronghold Warlords estremamente leggero da far girare sul proprio pc, ma a quale costo?
Per altro, nel tentativo di nascondere le imperfezioni dei modelli 3D, la telecamera di Stronghold Warlords è stata allontanata dalla mappa. Questo però non solo non risolve il problema, ma evidenzia quanto la mappa di gioco sia piccola e, soprattutto, fa perdere quella cura del dettaglio che personalmente adoravo nei vecchi Stronghold. Vedere i propri conciatori, falegnami e agricoltori lavorare era un piacere unico, generava una soddisfazione tale da essere quasi all’altezza di quella ottenuta dal vincere uno scontro.
Tutto questo manca completamente in Stronghold Warlords poiché gli edifici sono troppo piccoli ed anche avvicinandosi al massimo, si vedrà ben poco. Un vero peccato. Fortuna che, se non altro, il comparto sonoro è rimasto magistrale, ben realizzato e ben associato ai vari eventi. Almeno questo (anche se la voce del nuovo assistente alla gestione è davvero antipatica).
Un gradito ritorno imperfetto
Concludendo il mio discorso, Stronghold Warlords è un titolo afflitto da una serie abnorme di difetti che difficilmente lo renderanno appetibile a un pubblico di nuovi giocatori. Pur rispettando molti punti di forza nella saga, ne tradisce altri e non lo consiglierei mai come punto di ingresso alla serie, piuttosto indirizzerei il nuovo giocatore verso uno dei vecchi classici. Ciononostante, resta un buon gioco per chi è già un appassionato ed aspettava da tempo dei nuovi contenuti. Non ne sarà completamente soddisfatto, certo, e la difficoltà bassissima lo renderà dimenticabile velocemente, ma resta comunque un gradito ritorno.
Insomma, Stronghold Warlords è un gioco piacevole, ma è tutt’altro che memorabile e dubito otterrà il favore del pubblico. Spero se non altro che non sia un flop completo visto che ci sono buone idee dietro a questo titolo ed un nuovo futuro capitolo (o qualche aptch/espansione) potrebbe correggere molti degli errori presenti. Una è già uscita e ho già visto un miglioramento dell’IA di gioco rispetto a prima. Certo, c’é ancora molta strada da fare e il costo del titolo non aiuterà a garantirne la diffusione: 35 euro non sono pochi per nessuno (per quanto capisca che un gioco così grande autodistribuito necessiti di fondi). Se comunque vuoi provarlo, cosa che consiglio se hai giocato a qualche capitolo della saga in passato, lo trovi su Steam.