Sono passati ormai 13 lunghi anni da quel fatidico 22 agosto 2008 in cui nel paese del Sol Levante debuttò sul mercato videoludico il primo capitolo di Inazuma Eleven. Da quel giorno in poi si susseguirono una miriade di opere, videoludiche e non, amatissime da milioni di persone e che hanno fatto appassionare innumerevoli ragazzi al meraviglioso gioco del calcio.
In questi anni numerosi sequel del gioco, anime e manga sono stati creati visto il grande successo che questa serie ha riscosso sia in Oriente che in Occidente. Oggi però vorrei fare un salto nel passato e ridare un’occhiata a dove tutto ha avuto inizio, esplorando le meccaniche di gioco e capire cosa lo differenzia dai più classici giochi calcistici.
Inazuma Eleven non è il classico gioco di calcio
La trama del primo gioco è la stessa coperta dalla prima stagione dell’anime, ovvero dalla creazione della squadra fino all’estenuante scontro con la Zeus, un team apparentemente imbattibile formato dai migliori giocatori sulla piazza. Questo non sarà comunque sufficiente per far smettere a Mark e compagni di credere in loro stessi e di dare il 110% per raggiungere la tanto desiderata vittoria.
La trama è ben realizzata e ci sono alcuni frangenti davvero emozionanti sorretti da delle cutscene di buon livello, pensando anche che il gioco uscì per Nintendo DS 13 anni fa. Ovviamente il target è molto giovanile ma, grazie anche al potere della nostalgia, credo che possa risultare interessante pure per coloro che sono leggermente più in là con gli anni.
Nonostante la storia sia molto bella e il mondo di gioco sia popolato da un cast di personaggi memorabili e davvero ben caratterizzati, non ci troviamo davanti a nulla di nuovo. Al contrario quando si comincia a parlare del gameplay la situazione cambia, perché è qui che Inazuma Eleven mostra i muscoli e fa vedere quanto vale.
Vediamo infatti un gameplay completamente diverso da quello presente nei più classici giochi calcistici, infatti quando ci appresteremo ad avviare per la prima volta una partita ci sembrerà quasi di provare uno strategico in tempo reale. Avremo la possibilità di controllare tutti i giocatori nel campo grazie al touchscreen, orchestrare azioni molto complicate e usare le strategie più disparate per aggirare i nostri avversari.
Non solo il titolo era ben stratificato e permetteva una marea di tattiche e combinazioni diverse, ma è riuscito anche a sfruttare in maniera esemplare tutte le peculiarità della console. Così facendo è diventato un’opera unica nel suo genere non replicabile su nessun’altra piattaforma, infatti quando poi la serie si spostò su Nintendo Wii il gameplay venne modificato radicalmente.
Alla quasi totale libertà negli approcci alle sfide si aggiunge una formazione totalmente personalizzabile con moltissimi moduli a disposizione, tantissimi personaggi diversi che potremo reclutare e una manciata di personaggi speciali. Per concludere è presente una lista fornitissima di abilità tutte diverse che aggiungeranno ancor più varietà a un gameplay già più che soddisfacente.
Un gran peso verrà anche dato alla gestione dei punti abilità in quanto una volta finiti non potremo usare i poteri a nostra disposizione. Di conseguenza soprattutto in multiplayer sarà imperativo eseguire scelte ragionate per poter essere sempre pericolosi.
Per ogni tecnica disponibile è stata realizzata una speciale sequenza in CGI che rende le partite oltre che molto divertenti anche belle da vedere. Inazuma Eleven sia a livello visivo sia per quanto riguarda la giocabilità è un prodotto davvero interessante e che merita attenzione, per la sua importanza a livello videoludico e per quanto riguarda quello che poi si è generato negli anni a venire.
Il futuro di Inazuma Eleven
In conclusione Inazuma Eleven nonostante non se ne parli moltissimo è stato un gioco importante per l’era del Nintendo DS, che dopo 13 anni è ancora in auge visto che sembra che un nuovo titolo della saga arriverà in futuro e promette davvero bene. Il fatto che dopo tutto questo tempo i fan siano ancora in attesa di un nuovo gioco fa capire quanto quest’opera possa valere per tantissime persone.
Noi non vediamo l’ora di vedere quello che ci fornirà il futuro, ma siamo stati contenti di aver fatto un viaggio nel passato per poter rivivere il glorioso inizio della leggenda di Mark Evans e i suoi compagni.