Nell’ultimo periodo dopo il Sonic Central del 27 maggio, si è iniziato a parlare tanto di Sonic Colors Ultimate, in arrivo il 7 settembre di quest’anno su PC e Console. Dato il grande interessamento a questa rivisitazione ho pensato che potrebbe essere stato interessante rigiocare Sonic Colors uscito per Wii nel 2010 ed esprimere la mia opinione su questo platform di oramai di 11 anni fa.
Come ben sappiamo i giochi 3D di Sonic non hanno quasi mai riscosso un enorme successo da parte del pubblico, causa scelte sbagliate o fuori tempo, meccaniche di gioco complesse e difficoltà di sviluppo. Dall’uscita di Sonic Adventure (il primo Sonic in 3D) oramai risalente al 1998, Sega ha sempre cercato di portare nuovi titoli rivoluzionando costantemente il gameplay e sperimentando numerose dinamiche di gioco. Tra i titoli più graditi per quanto riguarda le avventure tridimensionali di Sonic troviamo appunto Sonic Generations e Sonic Colors.
La Storia
La storia di Sonic Colors appare nettamente semplice e lineare rispetto ad altri capitoli Come Unleashed e Adventure 1,2. Fondamentalmente il Dr. Eggman ha creato un parco dei divertimenti sospeso nello spazio circondato da pianeti di diverso tipo. Sonic e Tails vengono invitati a fare un giro in questo Tropical Resort dal malvagio scienziato che a detta sua “Non ha intenzioni maligne.”
Subito poco dopo essere arrivati nel Tropical Resort Sonic e Tails capiscono che Eggman sta tramando qualcosa di strano (ma dai?). Il malvagio scienziato oramai nemico giurato di Sonic sta infatti sfruttando sei pianeti diversi per risucchiare la loro energia vitale e tenere in funzione il suo luna park stellare. Inoltre Eggman sta imprigionando anche gli abitanti di uno di questi pianeti, anch’essi da usare come fonte di energia. E’ qui che per la prima volta nella serie di Sonic facciamo conoscenza dei Wisp.
Per quanto riguarda la storia in questione i fan di Sonic si sono sempre divisi in due: alcuni sostengono che sia molto interessante, mentre altri la vedono addirittura troppo lineare. Personalmente io ho sempre visto la storia nei giochi di Sonic come una colonna portante, anche quando il resto non funzionava proprio al massimo. Infatti per quello che mi riguarda ho sempre visto questa trama un po’ troppo banale, e soprattutto credo che si senta la mancanza di personaggi secondari come Knukcles, Amy, Shadow ecc.
Il Gameplay
Sonic Colors ha uno stile di gioco tipico degli altri titoli in tre dimensioni come Unleashed, Generations e Forces (questi ultimi due usciti in seguito). Sono presenti quindi i salti avvitati, l’attacco a ricerca, il boost, il passo veloce, le derapate, le schiacciate e i salti a parete. Tuttavia differisce dagli altri capitoli per una struttura “a fasi” dei dei comandi. Possiamo infatti usare le derapate e il passo veloce solamente in alcune sezioni dei livelli, quando ci verrà mostrata l’icona durante il gioco. Questa scelta è dovuta sicuramente alla poca disponibilità di pulsanti su Wii per la configurazione di gioco principale, formata da Wii Remote e Nunchuck.
Personalmente non mi ha fatto impazzire questa modalità che, seppur nata con l’intento ulteriore di semplificare il gameplay, alle volte risulta un filo scomoda dando al giocatore l’impossibilità di svolgere più azioni liberamente. Premiabile è invece secondo me la struttura dei livelli, conosciuti da sempre in Sonic come “Atti”. A differenza di altri capitoli i livelli sono veramente tanti, molti dei quali quasi interamente a scorrimento laterale. Questa è una mossa che decisamente penalizza l’esplorazione, ma rende l’esperienza complessiva di gioco altamente più “pulita”.
Altra carta vincente di Sonic Colors è l’implementazione dei Wisp, avvenuta con successo. I Wisp (che permettono svariate trasformazioni diverse) sono sempre calati nel giusto contesto, senza rischiare di rallentare troppo l’esperienza di gioco. Seppur alcuni Wisp siano utilizzabili esclusivamente nelle sezioni 2D va detto che il risultato è decisamente ben riuscito, a differenza di altri tentativi di innovazione avvenuti in precedenza come il Werehog di Sonic Unleashed.
Lo stile di Sonic Colors
Sonic Colors è caratterizzato da una serie di ambientazioni fantasiose sparse tra diversi pianeti tutti differenti da loro, infatti al tempo del rilascio il gioco venne chiamato in modo scherzoso dai fan Sonic Galaxy, per il fatto che ricordava molto i due Super Mario Galaxy e fosse uscito sulla stessa console. Tra le così dette Zone le più riuscite sono a mio parere Aquarium Park (una sorta di enorme boccia d’acqua con all’interno un ristorante Sushi) e Starlight Carnival (una specie di parata carnevalesca creata con astronavi sospese nello spazio).
Personalmente (e qui insultatemi) dal punto di vista delle ambientazioni e del level design ho sempre preferito le avventure di Sonic ambientate nel mondo reale. Sia chiaro, non intendo che le ambientazioni di questo gioco non siano belle, anzi credo che siano molto ben realizzate. Qui tuttavia si parla di gusti e io ho sempre amato girare per Station Square o Mystic Ruins e parlare con esseri umani completamente a caso.
Un altro punto decisamente forte di Sonic Colors, anche se oramai non è più un mistero, è la colonna sonora. Non c’è niente da dire, Sega ne avrà fatti di errori con Sonic ma quando si tratta di colonne sonore non ha mai deluso e credo che non deluderà mai. I brani principali che hanno debuttato in questo gioco sono Reach for the Stars e Speak With your Heart. Tuttavia anche le musiche di stage, titolo e mappe non sono affatto male.
In conclusione
Seppur Sonic Colors non abbia alcune caratteristiche che per me sono tra le cose più importanti nei giochi della serie, è sicuramente un ottimo titolo che consiglierei a chi volesse avvicinarsi per la prima volta alla saga di Sonic. Sono estremamente felice che Sega abbia scelto proprio questo gioco come protagonista della remaster in arrivo a fine estate. Con questo titolo focalizzato sulla semplicità Sega ha dimostrato, oramai undici anni fa, che è perfettamente in grado di creare ottimi giochi in 3D di Sonic e che alcune volte “Less is More“.