Demon’s Souls Remake è stato il titolo di lancio di PlayStation 5, una scelta che per molti è risultata azzardata, visto il genere di nicchia (anche se ormai neanche così tanto) a cui appartiene l’opera di Miyazaki.
Ma la scelta è stata ben ripagata, oltre ad essere una sorta di mea culpa di Sony che tanto lo criticò all’uscita su PlayStation 3.
Oggi, grazie al notevole successo e alla fama ormai raggiunta dai ragazzi di Bluepoint Games, che hanno curato il remake di Demon’s Souls, possiamo dare uno sguardo al come questo remake sia stato realizzato attraverso il documentario di NoClip.
Demon’s Souls Remake, dietro le quinte
I ragazzi di NoClip, ormai famosa per i numerosi documentari realizzati, due tra tutti Half-Life e Final Fantasy XIV, hanno intervistato i membri dell’ormai defunto Japan Studio e della (forse?) acquisita Bluepoint Games.
Il documentario dura un’oretta e tratta di numerosi aspetti dello sviluppo di Demon’s Souls Remake, dal lato tecnico al miglioramento delle meccaniche di gameplay, ma l’aspetto più interessante è la parte che riguarda l’approccio che Bluepoint Games assume quando deve cimentarsi in una operazione di remake.
Difatti, come sappiamo, Demon’s Souls Remake è uno dei tanti realizzati dalla software house, ricordiamo quelli di Shadow of the Colossus e i primi tre capitoli della serie Uncharted. Così spiega Peter Dalton, Technical Director di Bluepoint Games:
“Il modo in cui ci piace strutturare i remake è quello di ottenere il pacchetto che lo sviluppatore del gioco originale ha consegnato, nel caso di Demon’s Souls, per Playstation 3, e da lì siamo in grado di estrarre tutti i dati”
Se ciò non fosse possibile, perché non riescono a ottenere l‘engine o il rendering del codice sorgente, allora sono costretti a crearli e aggiornarli da zero.
Dopo l’aver reso Demon’s Souls compatibile per PlayStation 5, inizia il lavoro sul miglioramento dei modelli e della componente artistica di Demon’s Souls. Si parte dall’estrarre gli asset direttamente dal disco originale e a utilizzare i dati sorgente quando disponibili.
Inoltre Sony ha dovuto tradurre tutti i documenti di design di Demon’s Souls, i quali naturalmente erano in giapponese, e Bluepoint assicura che riuscirono a raggiungere una parità completa con la versione originale per PlayStation 3.
Ma come abbiamo potuto vedere con i nostri occhi, non è stato un semplice lavoro di ricostruzione 1:1 dall’originale, ma ci sono stati vari cambiamenti e aggiunte fatte dalla stessa Bluepoint Games. Uno fra tutti, l’intravedere, una volta sconfitto un qualsiasi boss, lo spirito della sua personalità passata.
Ma non voglio tediarti troppo, perciò ti lascio alla visione del documentario. Buona visione!