Esistono giochi intramontabili come Mega Man, la famosa saga di Capcom, che conta ben 11 titoli della saga principale e moltissimi altri spin-off; esistono sparatutto platform che hanno fatto la storia dei videogiochi come Turrican il quale a sua volta trae ispirazione dal più famoso Metroid.
E poi esistono giochi come Metagal e il sequel spirituale Metaloid: Origin, quest’ultimo sviluppato da Retro Revolution e 7 Raven Studios, che non hanno affatto nulla da invidiare ai vecchi titoli che ti ho elencato poco prima. Tra proiettili vaganti, nemici da abbattere di ogni forma e potenza, abilità uniche e letali, scenari particolari e mai banali, questi titoli riescono a reclamare e prendere il proprio posto all’interno della categoria dei titoli platform “salta e spara“.
Ho avuto modo di provare proprio Metaloid: Origin nella sua versione per PlayStation 4, disponibile dal 13 luglio, sebbene fosse già uscito per PC e Nintendo Switch nel 2019. Devo dire che è stata un’esperienza divertente e appagante, in un mondo in cui la grafica iper realistica e gameplay in continuo sviluppo la fanno da padrone.
Giocare a questo titolo è stato come pigiare per un attimo il tasto “PAUSA” per guardare indietro con un tocco di nostalgia ai tempi in cui il divertimento consisteva nel far fuori il maggior numero di nemici in un platform bidimensionale, con una grafica a 16 bit e un comparto audio di un certo livello con tracce non iconiche ma orecchiabili. Cos’è che rende quindi Metaloid: Origin un titolo degno di essere acquistato e giocato? Continua a leggere questa recensione per scoprirlo!
Un pianeta pieno di risorse in Metaloid: Origin
In un mondo chiamato Utopa, abitato da una razza biomeccanica che porta il nome di Metaloid viene “invaso” da una forma di vita aliena e dalla sua azienda nota come Lucian Corporation, la quale viaggia di pianeta in pianeta per ricavarne le risorse necessarie.
Perché ho messo il verbo invadere tra virgolette? Perché più che un’ invasione si tratta di un vero e proprio concordato tra il CEO della corporazione, Lucian, e l’imperatore dei Metaloid, Oberon. La Lucian Corporation si offre di donare tecnologia avanzata in cambio di risorse minerarie.
Tutto sembra procedere per il meglio, e la civiltà di Utopa riesce a svilupparsi in pochi anni come non aveva mai fatto grazie alle tecnologie della Lucian Corporation, ma sappiamo che, molto spesso, davanti a scenari simili si nascondono degli intrighi che non portano mai nulla di buono.
Ecco, infatti, che secondo alcune voci, dei robot armati stanno iniziando a portare il caos oltre i territori circoscritti all’azienda di Lucian, che secondo il concordato dovrebbero essere per isolati dal resto delle altre zone del pianeta Utopa. Voci che giungono alle orecchie di Nicolas, il leader di una squadra di combattenti, il quale fomenta dei sospetti sulla corporazione e sui piani malvagi che sta tramando segretamente.
Finalmente l’Imperatore Oberon capisce che in effetti qualcosa sta bollendo in pentola, e autorizza Nicolas ad inviare la sua squadra d’élite, i Predators, i quali detengono un potere unico chiamato “Origin Shard” grazie al quale potranno liberare Utopa dalla Lucian Corporation… ed è proprio qui che inizia l’avventura di Metaloid: Origin.
Tre personaggi in cerca… di potenziamenti!
Metaloid: Origin ci permette di poter scegliere tra tre personaggi giocabili: Erika, Zeta e Neva.
I tre androidi guerrieri, facente parte dei Predators, avranno abilità ed equipaggiamento uniche per ognuno di loro. Ad esempio, Erika avrà a disposizione un arsenale e abilità strettamente legate all’elemento del fuoco; Zeta sfrutterà l’elettricità mentre Neva potrà fare affidamento a svariati raggi laser e un jetpack con cui poter ispezionare le parti più alte dei vari stage.
Ovviamente partiremo con la nostra arma base che non consumerà proiettili, ma che comunque non avrà una potenza di fuoco sufficiente per sconfiggere i nemici più ostici, e un’abilità ancora al suo livello minimo ma che comunque ci consentirà di uscire facilmente dalle situazioni di estremo pericolo.
Per sbloccare nuovi equipaggiamenti avremo bisogno di Soulrium, il materiale che la Lucian Corporation brama oltre ogni cosa. Potremo accumulare molte unità di questo minerale prendendo delle gemme disseminate tra i vari livelli, altre verranno rilasciate dai nemici che faremo fuori (quando non ci lasceranno dei kit medici o delle ricariche alla nostra scorta di proiettili), mentre altre ancora si troveranno in luoghi ben nascosti (per l’esattezza ci sono cinque grandi gemme per ogni livello, le quali varranno 300 unità di Soulrium).
Oltre al Soulrium, in grado di sbloccare armi e upgrade per le abilità in nostro possesso, potremo acquisire nuovi poteri sbloccando i vari livelli di Origin. Per farlo dovremo imbatterci in Aeon, un nostro alleato che sembra essere manipolato da una delle pericolose creazioni della Lucian Corporation, e sconfiggerlo in battaglia. Alla fine dello scontro, questo ci lascerà una scheda dati che ci permetterà per l’appunto di aumentare il livello di Origin.
Ultima menzione va a ulteriori potenziamenti che potremo trovare anch’essi nascosti tra i vari stage. Non sarà obbligatorio prenderli per poter andare avanti con l’avventura, ma è anche vero che alcuni di questi ci faciliteranno maggiormente l’impresa di portare a termine la nostra missione. Giusto per citarne uno, esiste un potenziamento in grado di ricaricare le nostre munizioni automaticamente senza dover cercare un kit di ricarica.
Nessuna noia con i vari boss e miniboss da sconfiggere nei nove livelli
L’avventura di Metaloid: Origin inizierà e si concluderà nel corso di nove livelli, o biomi, in quanto ognuno di essi sarà caratterizzato da elementi tipici del mondo di Utopa. Avremo infatti modo di esplorare foreste, ghiacciai innevati, paludi tossiche, deserti sconfinati e miniere situate in aree vulcaniche. I primi sei stage saranno quelli in cui potremo acquisire esperienza e sbloccare potenziamenti, mentre gli ultimi tre saranno una continua discesa verso lo scontro finale.
Non c’è possibilità di annoiarsi nel corso di Metaloid: Origin, non solo per la natura del mondo di Utopa, ma anche perché non avremo un attimo di respiro tra nemici che ci spareranno addosso raffiche di proiettili e missili esplosivi. I metodi per abbattere i vari robot della Lucian Corporation saranno molteplici, ma il bello arriverà più o meno nelle fasi finali del gioco, quando potremo far ricorso ad alcuni mezzi messi a disposizione per noi, come il Rexton (un veicolo in grado di sfrecciare su qualunque terreno) o il Glora (un vero e proprio mecha grazie al quale potremo spianarci la strada verso la fine).
Tutto ciò è intervallato da due scontri per ogni livello. Una prima battaglia con un miniboss e una seconda con l’effettivo boss di fine stage. Proprio con questi ultimi, lo scontro sarà anticipato da uno scambio di batture/minacce, alcune delle quali ho trovato esilaranti durante la mia run con Erika, la quale sembra la più nerd delle tre Predators.
Ti basti pensare che uno dei tanti boss porta il nome di Bio Hazard, e la nostra eroina fa un semplice ma divertente richiamo alla serie Resident Evil dicendo che il suo nome gli ricorda molto i non morti. Queste sono quelle piccolezze che possono sembrare insignificanti, ma le quali mi hanno strappato più di una volta un sorriso durante la partita.
Il tutto culminerà con lo scontro finale contro il perfido Lucian, dove le tre guerriere Predators si ricongiungeranno per unire le loro forze e sconfiggere una volta per tutte il capo dell’azienda. Lì potremo dare sfoggio del nostro potere che abbiamo sviluppato nel corso dell’avventura in un inferno di proiettili e bombe e abilità dannatamente confusionario, ma al tempo stesso divertente.
Siamo ricchi e immortali… cosa chiedere di più?
Finora ho parlato delle cose che ho davvero apprezzato in questo titolo, ma anche Metaloid: Origin non è esente da difetti. E ce ne sono parecchi, purtroppo aggiungerei.
In primis posso dirti che il titolo è di una facilità disarmante. Per molti giocatori questo potrebbe essere un punto di forza, ma anche in modalità difficile i nemici sono facilmente abbattibili. Specialmente una volta sbloccato il potere che ci permette di recuperare la salute persa, ci sentiremo quasi invincibili.
Piccola menzione su questo potere e il suo utilizzo: l’abilità è una vera e propria cura, ma c’è un prezzo da pagare per utilizzarlo. A tutti gli effetti, bisognerà spendere una piccola quantità di Soulrium. Penserai quindi che bisognerà gestire con parsimonia ogni singola gemma recuperata, altrimenti ci ridurremo velocemente a zero.
Niente di più sbagliato, ed ecco quindi il secondo difetto che ho trovato in Metaloid: Origin. L’estrema facilità con cui si possono recuperate le gemme di Soulrium mi ha fatto storcere il naso. Non solo i nemici respawnano ogni volta che si entra e si esce da una sezione del livello, ma anche le gemme disseminate in quella sezione riappaiono pronte per essere prese. Contando che alcuni nemici rilasciano una grossa quantità di gemme una volta sconfitti, basterebbe armarsi di tanta pazienza e accumulare una cifra enorme di Soulrium già al primo livello e sbloccare quindi ogni equipaggiamento già dagli inizi di Metaloid: Origin.
Con questo metodo non ci fa paura nemmeno la morte. In tutti i sensi, dato che se ci capiterà di morire, il gioco ci consentirà di ritornare in vita spendendo una piccola quantità di gemme. Inizialmente pensavo che una volta raggiunto lo zero ci sarebbe stato il Game Over definitivo e invece così non è stato, dato che Metaloid: Origin mi permetteva ugualmente di tornare in vita gratuitamente.
Quindi a che pro far spendere un quantitativo di Soulrium, per ritornare in vita, se l’effetto è il medesimo anche quando la quantità di risorse minerarie è pari a zero?
Quei dannati errori di ortografia scritti con un font illeggibile in un menù poco pratico
Un’ulteriore nota di demerito mi sento di segnarla per il font utilizzato per le scritte di Metaloid: Origin. Nel corso della nostra avventura appariranno delle stringhe di testo, come ho detto prima anche per uno scambio di battute/minacce con i boss, ma non solo.
Il tutto è scritto con un font che ho trovato difficoltoso da leggere. Un’accozzaglia di caratteri maiuscoli e minuscoli uniti l’un l’altro per rendere il tutto in uno stile più “squadrato” in quanto richiama le tematiche futuristiche e tecnologiche presenti in Metaloid: Origin. Tuttavia, a mio parere, è uno dei più brutti font mai utilizzati all’interno di un videogioco.
Sarebbe bello se mi potessi soffermare solo su questo, ma purtroppo non posso. Mi sono imbattuto più e più volte in dei refusi e degli orrori… emn… errori di ortografia che ormai riesco a scovare solo su Facebook. Non mi sarei mai aspettato di vederne perfino in un videogioco. Senza contare che, spesso, mi sono reso conto che sebbene stessi giocando con il personaggio di Erika, durante le sue battute appariva il nome di Neva, l’altra alleata che potremo scegliere all’inizio del titolo.
Insomma, tutto ciò lascia intendere che c’è davvero stata poca cura e attenzione nella traduzione italiana di Metaloid: Origin, sebbene mi sia reso conto che alcuni errori sono presenti anche nella versione inglese, come gli spazi assenti dopo le virgole.
Già abbastanza disturbato da questi elementi, concludo la mia personale lista nera parlando della parte fondamentale di Metaloid: Origin, il menù. D’accordo, il gioco è tipicamente in stile retrò, ma nel 2021 non posso accettare di entrare in un menù premendo un tasto e non poterne uscire pigiando un altro tasto se non il medesimo grazie al quale sono entrato.
Al contrario, una volta all’interno del menù, si potrà uscire da quest’ultimo solo premendo il tasto R1 più volte fino ad arrivare al tab in cui c’è scritto EXIT. E sì, ci saranno volte in cui si entrerà per sbaglio nel menù e bisognerà ripetere la procedura per uscirne. Davvero fastidioso a parer mio.