Non molto tempo fa si è parlato di accuse rivolte a Ubisoft per condotta inappropriata e abuso sessuale sul luogo di lavoro; ora è Activision Blizzard a essere nel mirino, che sin da Martedì è nell’occhio del ciclone per una pesantissima accusa di molestie e discriminazione presentata allo stato della California.
Al sentire la notizia, una risposta immediata è provenuta da numerose fonti, tutte appartenenti al mondo dei videogiochi.
Activision Blizzard, accuse molto preoccupanti verso la compagnia
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La denuncia è stata ufficialmente presentata dal Department of Fair Employment and Housing della California (DFEH). Essa contiene una lista di durissime accuse di molestie di carattere sessuale sul luogo di lavoro, tra cui aver creato una “cultura dell’abuso” attraverso il prolungato impiego di cat-calling, battute sullo stupro e gare di racconti sulle proprie esperienze sessuali in pubblico.
Secondo l’accusa, questo ambiente negativo ha prodotto ripercussioni fisiche sulle colleghe che includono palpeggiamenti, rifiuto di promozione di donne per il rischio che rimangano incinte e altri comportamenti umilianti per le lavoratrici di Blizzard.
I casi specifici citati includono: il suicidio di un’impiegata come conseguenza degli abusi ricevuti da un proprio collega durante un viaggio di lavoro, l’atteggiamento inopportuno di Alex Afrasiabi, precedentemente Senior Creative Director di World of Warcraft. Afrasiabi avrebbe fisicamente importunato molteplici colleghe durante un evento Blizzard, costringendo alcuni dei suoi colleghi ad allontanarlo dalle malcapitate dopo la sua resistenza.
Le accuse sono il prodotto di due anni di investigazione volti a raccogliere prove e testimonianze prima di rivolgersi a un tribunale, su cui si sono già pronunciati.
Le reazioni alla preoccupante denuncia
La risposta alle accuse è arrivata veloce come un lampo, e reazioni da tutte le parti non si sono fatte attendere, in particolare dalla community di World fof Warcraft: le proteste sono variate molto, andando dalla cancellazione della propria iscrizione a WoW, spamming sui social e una peculiare iniziativa in-game per i non residenti in California. L’evento ha visto un gruppo molto corposo di giocatori, capitanato dalla gilda Fence Macabre, organizzare un sit-in nella zona di Oribos durato svariate ore.
A rispondere è stato anche il conosciuto streamer di World of Warcraft Asmongold, che, rivolgendosi ai più estremi membri della community ha cercato di scoraggiarli dal trasformare la protesta in una caccia alle streghe nei confronti di chiunque lavori presso Blizzard.
Asmongold si è premurato di sottolineare come accusare Activision Blizzard in generale o dare la caccia agli sviluppatori singoli solo perché assunti dalla compagnia non faccia altro che peggiorare la situazione delle vittime e dei lavoratori onesti che sono rimasti intrappolati in una storia di cui non sono colpevoli, minacciando quindi il lavoro a cui hanno dedicato anni di passione.
Il noto giornalista Jason Shreier si è preoccupato di pubblicare versioni provenienti da entrambe le parti, tra cui, per la parte accusata, una che vorrebbe il suicidio non dovuto al presunto ambiente ostile verso le donne all’interno di Blizzard, ma da altri motivi.
Come esterna alla vicenda, ma forse in virtù del passato insieme ad Activision Blizzard, persino Bungie si è sbilanciata sull’evento, esponendo pubblicamente le proprie preoccupazioni verso i recenti sviluppi e sottolineando il proprio impegno a osteggiare e punire comportamenti non professionali e/o inopportuni sul lavoro simili ma non limitati a quelli elencati dall’accusa.
J.Allen Brack, presidente di Blizzart Entertainment, si è esposto Sabato mattina, citando profonda preoccupazione verso lo stato dell’ambiente di lavoro descritto nel testo presentato dal DFEH.
Futuri aggiornamenti sono previsti nei prossimi giorni.
Re: Holding Blizzard Employees and Content Creators "accountable" pic.twitter.com/9tcA7N4I5M
— Zack (@Asmongold) July 23, 2021