Green Phoenix: fenice verde; effettivamente il gioco si apre con la leggendaria creatura color smeraldo, ma meccanica. Non c’è carne, non c’è sangue: la popolazione umana insieme agli animali e a tutti ciò che respira e vive non esiste più. E ciò che rappresentiamo in Green Phoenix effettivamente è solo la rappresentazione della fenice: creatura che rappresenta la rinascita e la vita.
L’obiettivo è ben preciso e per arrivarci dovrai passare per una via piena di rabbia e malinconia; la vendetta farà parte del tuo essere e sarà proprio lei a muovere l’IA della navicella spaziale, pronta a vendicare la scomparsa di Dana: la sua pilota.
La ricerca della libertà non è mai stato così sanguinolento. O quasi.
Green Phoenix è uno sparatutto con una trama a “pizzicotti”
Perché spariamo contro altri macchinari? Perché non vediamo nessuna persona vivente in questo mondo ormai completamente tecnologico? Perché c’è un narratore per tutto il tempo che parla senza troppe interruzioni? Ogni risposta avrà un suo perché, non preoccuparti; il narratore, o la narratrice in questo caso, non è altro che l’IA della navicella e spiega livello dopo livello ciò che è successo al pianeta.
Non solo al mondo, ma racconta anche ciò che è accaduto alla sua pilota Dana, ormai scomparsa da molto tempo. Scoprirai fin dall’inizio che la motivazione principale che spinge il macchinario a sparare verso altri macchinari dalla colorazione bluastra è proprio la pilota deceduta; la razza umana, come tutte le altre specie viventi, non esiste più e alla navicella spaziale manca tanto Dana. Non solo lei, ma anche il senso stesso di libertà.
In un mondo tecnologico a comandare non sono altro che altri robot, la causa principale della scomparsa degli esseri viventi, e questo alla fenice meccanica non va giù. Non va bene. Si sente intrappolata in un mondo fatto di suoi simili, in un mondo dove, effettivamente, di libertà ce ne sono eccome. Così inizia il suo viaggio attraverso vari luoghi, varie zone che non saranno altro che i livelli del gioco e ognuno di essi sbloccherà un pezzo di storia in più.
Inutile dirti che l’esperienza di Green Phoenix non è lo sparatutto in sé, ma proprio ciò che viene trasmesso dalle parole della fenice color smeraldo. Ed è proprio per questo che non saprai altro sulla trama del gioco: non ti conviene farò altro che provare e vedere con i tuoi occhi.
Una storia certamente da ascoltare, ma da vivere?
I livelli sono le varie zone del mondo di Green Phoenix e quindi risultano essere strutturate con vari nemici e difficoltà che, man mano, diventeranno sempre più difficili da affrontare. La concentrazione, quindi, è praticamente rivolta all’avanzamento nel percorso e nella raccolta di questi misteriosi materiali.
Non viene detto subito il motivo per il quale dobbiamo raccoglierli, fatto sta che ad ogni livello dovrai raggiungere un certo peso per poter passare al livello successivo con successo. Saprai tutto a tempo debito e, via via, la sensazione iniziale di dover spaccare in due la propria concentrazione fra storia e la guida dell’astronave viene meno.
Al contrario della fase iniziale che risulta essere un po’ noiosa, molto sottotono rispetto ai livelli successivi. Per questo motivo serve tanta pazienza e andare avanti nonostante tutti i pori della pelle dicano di lasciar perdere e andare a farsi una partita a Jet Ion GP per PlayStation 2. Per chi non lo conoscesse, si tratta di un gioco con navicelle spaziali molto simili a quella vista in Green Phoenix, ma qua la storia non esiste. Se vuoi saperne di più sul gioco appena nominato, faccelo sapere e magari riserveremo a Jet Ion GP un posto nella nostra rubrica Old But Gold.
Sappi, però, che lì si corre per vincere! Leggermente più emozionante anche nelle fasi iniziali, ma lì è questione di adrenalina che avrai anche tu nelle fasi più avanzate di Green Phoenix.
Ambientazione curata nei minimi dettagli, ma non del tutto
La grafica delle varie zone è magistrale, riesce a farti sentire veramente che il futuro del nostro mondo sia proprio quello; ogni zona ha dei colori predominanti con le varie sfumature che rendono spettacolari gli effetti di luce e ombra. Peccato per le esplosioni.
Andando avanti con il gioco c’era una domanda che mi balenava sempre in testa: perché? Quale sarebbe il motivo nel curare così tanto i palazzi della cittadina e non le esplosioni che sembrano delle gif ritagliate e incollate su pellicola? Un effetto molto brutto che certamente ha influito sulla valutazione finale. Green Phoenix non è chissà quanto innovativo, né presenta una storia fresca, ma la sufficienza se la merita e incrocio le dita su un futuro aggiornamento di questo effetto.
Appare proprio come un disegno distaccato e, inoltre, nonostante non occupi chissà quanto spazio sullo schermo impedisce al giocatore di poter guardare oltre. In poche parole la situazione è praticamente questa: sconfiggi un nemico, appare l’esplosione e non riesci a vedere i due o tre nemici che stanno per arrivare. Non un’esperienza bellissima, specialmente se si muore e bisogna ricominciare da zero il livello.
Esatto, se muori ricominci; non esiste un check-point, non esiste un modo per salvare la situazione in cui ti trovi e dopo un po’ comincia a essere stancante. Almeno mentalmente, dove finisci per deconcentrarti e giocare tanto per andare avanti. E questo non è ciò che dovrebbe trasmettere un gioco, di qualsiasi genere si tratti. Green Phoenix salva automaticamente appena raggiungi la nuova zona.
Il 26 agosto sbarcherà sia su Steam, sia su Nintendo Switch
Green Phoenix di Broken Simulation uscirà il 26 agosto su Steam (piattaforma dove l’abbiamo provato noi), ma non solo; sarà disponibile anche su Nintendo Switch al prezzo di €2,99. Presumiamo che il prezzo sia uguale anche su Steam, nonostante al momento non sia ben chiaro.
Il prezzo è più che giusto con quello che è Green Phoenix in sé: un titolo dove potersi sfogare sparando a dei macchinari blu. Per poterci giocare su PC occorrono le seguenti caratteristiche tecniche:
- Sistema operativo: Windows 7 o Windows 10
- Processore: Intel Core i5-7200U o AMD equivalente
- Memoria: 4 GB di RAM
- Scheda video: Intel HD Graphics 620 o Nvidia GTX 1050
- DirectX: Versione 10
- Memoria su disco: 1 GB di spazio disponibile
Certamente richiede alcuni elementi un po’ sopra le righe, dovute probabilmente alla grafica dell’ambientazione che gira attorno alla navicella. Sei interessato? Sappi che le lingue disponibili sono l’inglese, il tedesco e lo spagnolo e che non è presente alcun elemento multiplayer.
Un gran peccato, in quanto sarebbe divertente fare a gara con qualche amico e vedere chi riesce a raccogliere più materiali possibili. Aimé, però, andrebbe contro alla lore della fenice meccanica color speranza.