Può un titolo uscito nel 2013, principalmente per dispositivi mobili e poi convertito per praticamente ogni piattaforma esistente da PlayStation 3 in poi, essere ancora godibile nel 2021? Questa è la domanda che mi sono posto quando ho deciso di recensire Badland: Game of the Year Edition nella sua veste Nintendo Switch. La risposta, spoiler, è sì, anche ai giorni nostri un gioco del genere riesce ad intrattenere vista la sua estrema semplicità.
Non ti dico nulla, scoprilo da solo
In una foresta estremamente oscura, popolata da strane macchine spaventose e da un silenzio irreale, ci ritroviamo, noi piccolo batuffolo nero, a dover avanzare senza sapere nulla di ciò che dovremo fare, né del perché lo stiamo facendo. Premiamo il tasto + per capire un attimo i comandi e notiamo che dobbiamo premere solo un bottone. Lo facciamo e vediamo che la piccola palla di pelo inizia ad avanzare per il livello scuro e lugubre.
Questo è praticamente l’incipit di Badland: Game of the Year Edition. Non c’è una storia che ci accompagna e ci dice il perché dovremo scappare da sinistra verso destra del nostro schermo, ma soprattutto non ci viene detto nemmeno perché dovremo fare questo. Il giocatore è lasciato da solo nel capire i, semplici, controlli di Badland. Non solo i comandi, ma ogni cosa è lasciata all’intuito di chi ha il pad in mano: dagli ostacoli ai power up nulla viene spiegato, tuttavia Badland è così semplice ed intuitivo che davvero non è necessario, visto che basteranno un paio di partite per capire cosa dovremo fare.
Flappy Bird incontra Tim Burton, cosa succede?
Ma cosa dovremo fare in Badland? Ricordi Flappy Bird? Un titolo uscito anni fa su dispositivi mobili, che ci metteva nei panni di un uccellino, il quale doveva passare in mezzo a tubi (rubati a Super Mario) senza doverli toccare mai, pena game over. Saltato agli onori della cronaca, semplicemente perché il suo autore non si aspettava così tanti download e un successo simile.
Badland, alla base prende la stessa struttura, tuttavia fa molto meglio, con un gameplay nettamente meno punitivo e decisamente più divertente (dopotutto non ho mai capito cosa ci trovasse di divertente la gente in Flappy Bird). Nel gioco impersoniamo quindi questa palla di pelo con gli occhi e dovremo premere solamente un tasto più la levetta analogica per muoverci. Se terremo premuto l’unico tasto a disposizione ci metteremo a volare, in caso di pressione breve, faremo dei piccoli saltelli. Nulla di più e nulla di meno.
L’obiettivo sarà quello di partire all’inizio dello stage e arrivare alle fine del livello, senza che lo scrolling di quest’ultimo ci faccia finire al di fuori della schermata. Facile a dirsi, un po’ meno a farsi, perché disseminati in giro ci saranno trappole che potranno ucciderci, oppure rallentarci. In aiuto alla nostra missione avremo dei power up che ci faranno andare più veloci o più lenti, ci potranno rimpicciolire, per passare dalle strettoie oppure ci renderanno giganti e ci faranno buttare giù porzioni di livello pericolanti.
Oltre a questi potenziamenti, dovremo raccogliere altri nostri simili, i quali di daranno una mano a superare incolumi determinati punti degli stage di gioco. Non sarà necessario portare tutti in salvo, ne basterà uno. La semplicità alla base Badland paga, visto che riesce ad assuefare il giocatore alla classica esclamazione: “Un’altra partita e poi smetto”.
I livelli da attraversare saranno circa 100, tuttavia c’è l’inclusione della modalità cooperativa, fino a quattro giocatori e del multiplayer competitivo in locale, a patto di avere qualche altro amico con cui giocare. Ci saranno ben 25 livelli dedicati a queste sfide per più giocatori. Il problema è che in queste modalità ci sarà il caos più totale, visto che ogni personaggio a schermo non sarà caratterizzato, quindi sarà dura distinguere i diversi giocatori.
Tecnicamente come il gameplay, semplice
A livello grafico, il fatto di utilizzare una grafica estremamente scura, che ricorda i film più famosi di Tim Burton, ma soprattutto fatta in 2D, paga molto bene, visto che una grafica bidimensionale invecchia decisamente meglio rispetto a una 3D. Gli 8 anni sul groppone di Badland non pesano assolutamente e anzi, sembrerà di trovarci di fronte a qualcosa di nuovo (nel caso non avessimo mai toccato le vecchie incarnazioni del titolo).
Anche a livello sonoro nulla da eccepire, visto che i suoni ambientali riescono a far immergere il giocatore nell’ambientazione cupa del titolo.
Concludendo
Badlands: Game of the Year Edition è un titolo vecchio, ma al contempo fresco, visto che nonostante la sua uscita nel 2013 e trattandosi alla base dello stesso gioco, con qualche livello in più, non sente affatto il peso degli anni. È dannatamente divertente e ti farà esclamare più e più volte: “Dai facciamoci un’altra partita poi basta!”.
Anche a livello tecnico molto bene, grazie all’utilizzo di una grafica in 2D presa direttamente in prestito da opere tipo Limbo la quale è invecchiata molto meglio di tante altre opere uscite in quegli anni. Il sonoro, grazie ad un buon uso degli effetti ambientali, aiuta a far calare il giocatore nel mood del titolo. Consigliato a tutti coloro che non hanno mai giocato le vecchie versioni, se lo hai già fatto, beh in quel caso puoi farne a meno, visto che si tratta sempre del medesimo gioco.