Ho sempre avuto una certa passione per il golf. Non ho mai capito perché, ma l’ho sempre amato fin dai tempi di “Tutti in campo con Lotti” e dei vecchi arcade in sala giochi. Probabilmente per via della loro struttura “a videogame” e il fatto che si prestino più che bene ad elementi fantastici. Provai anche a giocarlo nella realtà, ma non era altrettanto divertente. Mi è comunque rimasta la passione per i videogiochi di questo tipo. D’altro canto, con i walking simulator è stato amore a prima vista. Detto questo, non poteva capitarmi tra le mani gioco migliore di questo Golf Club Wasteland. Che c’entrano i walking simulator in quello che è presentato come un semplice gioco di golf dal setting post-apocalittico? In realtà molto, ma andiamo con ordine.
Golf Club Wasteland è il primo titolo prodotto dallo studio indie Demagog Studio. Questi descrive il proprio metodo di approccio ai videogiochi come Constellation Storytelling, ovvero una strutturazione narrativa che si muove attraverso 4 punti fermi: un’idea ispirata dalla vita contemporanea, una narrazione con personaggi coinvolgenti, particolare interesse alla costruzione del mondo di gioco, focus su una narrazione non-lineare delle storie affidata alla componente ludica del prodotto.
Se tutto questo può confonderti un po’, vai tranquillo, Golf Club Wasteland riesce ad essere un esempio perfetto e concreto del loro manifesto. Dietro la distribuzione invece troviamo Untold Tales Games, un’azienda che pare specializzata in giochi post-apocalittici e di cui avevo già parlato quest’anno recensendo Beautiful Desolation.
Il più ricco campo da golf dell’universo
Date le premesse, è chiaro che dietro questo semplice gioco di golf si nasconda una storia profonda e sfaccettata, ma di cui, purtroppo, non posso rivelare molto se non la premessa, così da non rovinare la sorpresa della scoperta. Ci troviamo in un futuro tanto distante quanto disgraziato. L’umanità ha abbandonato la Terra in favore di Marte dopo una misteriosa catastrofe, ma la transizione è stata tutto tranne che semplice.
Le differenze tra le caste si sono fatte sempre più aspre ed in pratica gli uomini stanno camminando verso la loro estinzione. La Terra stessa è diventata un campo da golf per miliardari, a simbolizzare la decadenza della società umana. In questo scenario disperato, vestiremo i panni di un astronauta che si è deciso, per un qualche motivo, ad affrontare questa sfida e a tornare sulla Terra. In tutto questo, una misteriosa piccola figura lo osserva dall’ombra delle rovine di quello che un tempo era un pianeta pieno di vita.
L’atmosfera di Golf Club Wasteland è papabile fin dai primi secondi di gioco, anzi… fin dal trailer. Le terre desolate del titolo non sono solo quelle in cui cammina il nostro astronauta, ma anche e soprattutto quelle dell’anima in cui veniamo trascinati da una serie di ambientazioni devastate e da una narrazione terribilmente pessimistica.
Si avverte concretamente il senso di disperazione di un’umanità sull’orlo della rovina più assoluta e inevitabile che ormai riesce solo a sopravvivere grazie ai ricordi di un mondo che lei stessa ha contribuito a distruggere. Ma i ricordi sono solo tali ed il passato non può tornare, l’unico destino di chi vive in esso è la morte per inedia. Vagando in tutta questa marea di distruzione, l’unico nostro obiettivo alla fine non è tanto completare il gioco, quanto il cercare disperatamente la più piccola speranza a cui aggrapparsi, risolvendo i misteri che ci vengono suggeriti nel corso della nostra partita.
Fare buca non è mai stato così complesso
I comandi di Golf Club Wasteland sono a dir poco banali… e come potrebbe essere altrimenti? Funziona tutto con la levetta sinistra del joypad. Muovendola sceglieremo la direzione del tiro mentre a seconda di quanto la inclineremo sceglieremo la potenza. Ad aiutarci nell’intuire la direzione in cui andrà la nostra sfera c’é una pratica freccia bianca su cui però potremo fare affidamento il giusto perché, come è tipico per i giochi di golf, i nostri tiri saranno influenzati anche da fattori esterni. Inoltre un tiro troppo forte può causare rimbalzi troppo bruschi o risultare semplicemente troppo veloce e scavalcare la buca.
L’obiettivo d’altronde è proprio quello solito: infilare la pallina nella buca, possibilmente in un certo numero di tiri o meno così da ottenere almeno un par. Le modalità di gioco sono tre: una libera che non obbliga il giocatore a rispettare il par, una che all’opposto lo impone per avanzare e una particolarmente difficile che abbassa il numero minimo di tiri permessi. Quest’ultima va però sbloccata completando la seconda. Ottenendo una buca entro un certo numero di tiri, inoltre, si può sbloccare una o più voci del diario dell’astronauta così da scoprire più dettagli sulla Terra, sul suo passato e su cosa lo ha spinto a tornare sul pianeta. C’é anche un menù di pausa che permette di resettare un livello o di tornare indietro per riaffrontarne uno già superato.
Se però pensi che superare i livelli di Golf Club Wasteland sarà una passeggiata, cambia subito idea. Ogni “course” è ambientata in un diverso scenario post-apocalittico e spesso richiederà di dover pensare fuori dagli schemi per poter raggiungere la buca entro il numero di tiri richiesti. Alcune buche hanno più di una soluzione e spesso quella più ovvia non è minimamente la più vantaggiosa. Altre sfruttano difficoltà impreviste e si deve sempre essere pronti a correggere la nostra strategia di tiro in base a cosa succede nel livello. Ci sono piattaforme che si muovono o crollano, animali che mangiano le palline o le spostano, pulsanti da attivare e tubazioni da percorrere. Le soluzioni di Golf Club Wasteland sono raramente lineari e rappresentano una buona sfida.
Se questo spingere al pensiero laterale è una difficoltà voluta, però, esiste anche una difficoltà aggiuntiva non voluta e molto frustrante. Questa è generata da due fattori. Il primo è la difficoltà di direzionare il nostro tiro con il joypad. La levetta è molto sensibile ed a volte basterà un minimo impercettibile movimento per farci sprecare un tiro che sarebbe dovuto essere perfetto sulla carta.
Inoltre, le palline hanno a volte dei rimbalzi casuali davvero fastidiosi, perché incalcolabili. Mi è successo a volte di sprecare completamente un tiro e mandare in vacca il mio piano perché la pallina ha “sfiorato” un piccolo ostacolo ed è finita da tutt’altra parte. Questo obbliga spesso e volentieri a resettare il livello e ripartire da zero. Tutto per un fattore casuale. Non il massimo.
Un mondo morto per un’umanità ad un passo dalla fine
Se nel gameplay Golf Club Wasteland presenta ampi margini di miglioramento, indubbiamente lo stesso non si può dire del comparto artistico che risulta assolutamente di prim’ordine. La resa grafica della Terra devastante è estremamente evocativa e i personaggi si uniscono alla perfezione all’ambiente senza risultare fuori luogo.
Ogni livello ha un proprio tema portante ed uno dei motivi che spingono ad andare avanti, insieme alla narrazione, è scoprire dove sarà allestita la buca successiva. Il level design è poi semplicemente geniale per come distribuisce dettagli sulla lore, ostacoli ed elementi di gioco. E’ tutto così ben amalgamato da risultare davvero sopraffino alla vista.
Lo stesso si può dire per la musica ed i suoni. La nostra avventura sulla Terra sarà accompagnata da una stazione radio chiaramente comandata e governata dai “poteri forti”, ma comunque più che affascinante nel suo contribuire ad una sensazione di realtà e drammaticità concreta.
Le musiche disperate unite alle interviste rendono ascoltare la radio un passatempo piacevole. Ho adorato poi il fatto che in alcuni punti si perdesse il segnale abbandonandoci alla solitudine del silenzio di un mondo morente e del rumore statico di sottofondo. Ho meno apprezzato, invece, che la traccia della radio durasse decisamente poco per poi ripartire in un loop identico ben prima della conclusione effettiva del gioco. Questo è giustificato a livello di lore, ma poteva essere evitato allungando un pochino il prodotto audio e diversificandolo magari con qualche elemento di casualità.
Non è quello che sembra, ma va bene così
Concludendo, Golf Club Wasteland mente fin dalla sua dichiarazione di intenti. Si spaccia come un semplice gioco di golf in uno scenario post-apocalittico, ma in realtà è tutt’altro. Il modo in cui si sviluppa la sua narrazione e il gioco stesso sono molto più tipici di un walking simulator che di qualsiasi altro genere. Un walking simulator dove, per muoversi, bisogna colpire una pallina, ma che resta comunque quello.
Questa “bugia” è inevitabile in realtà perché gran parte del piacere di giocarlo proviene proprio dalla sorpresa della scoperta di un contenuto diverso dall’involucro. Tuttavia, se uno non sa bene cosa aspettarsi, può rimanere molto deluso perché, per altro, bastano 3/5 ore per completare Golf Club Wasteland e non ci sono veri e propri motivi per rigiocarlo una volta finito. Difficilmente proveremo le stesse emozioni della prima run ricominciando il tutto.
Insomma, val la pena acquistare Golf Club Wasteland? Beh, se ti piacciono i walking simulator ed i giochi da una forte componente narrativa/emotiva, allora si. A mani bassisime ne vale la pena e sicuramente, giocandolo, ti ritroverai a provare quel coinvolgimento richiesto che ti ricompenserà dei soldi spesi.
Se invece si cerca solo un gioco di golf particolare, potrebbe risultare insoddisfacente, anche se sicuramente ha il suo fascino in questo senso. Sarebbe come comprare un gelato due gusti solo perché se ne apprezza uno mentre non si ama l’altro, non saremo mai del tutto soddisfatti. Golf Club Wasteland è disponibile per pochi euro su Steam, Epic Games Store, PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch. Un’ultima buona notizia? E’ interamente tradotto in italiano e la qualità della traduzione è ottima!