Gamedec era stato annunciato già nel 2019 e, pur se previsto in uscita nel 2020, è arrivato solamente qualche giorno fa. Sulla scia del successo planetario di CD Projekt RED, anche i polacchi di Anshar Studios hanno deciso di cimentarsi nell’adattamento di un’opera letteraria in videogame.
Parliamo infatti dello scrittore Marcin Sergiusz Przybyłek, che dal 2004 ha iniziato a lavorare sulla saga che dà il nome al titolo, creando questo mondo dalle tinte noir e cyberpunk dove la narrativa criminale si fonde con l’evoluzione della realtà virtuale e il declino, immancabile, delle utopie futuristiche. Anche il richiamo con Disco Elysium, tutto sommato, viene abbastanza naturale, data la struttura similare, pur non potendo vantare gli stessi standard qualitativi, sia in termini di contenuti che di potenziale effettivamente espresso.
Questa trasposizione videoludica ha, almeno in teoria, tutte le carte in regola per essere un successo, ma purtroppo non riesce a farlo al meglio. Gamedec propone una storia fatta di decine e decine di linee di testo tra i dialoghi, spesso esageratamente prolissi, e un Codex di dimensioni enciclopediche che, personalmente, mi sono stancata di leggere abbastanza in fretta.
Gamedec, una storia complessa
Siamo nella Varsavia del 22° secolo e le cose, oggettivamente, non vanno proprio bene. Né al mondo in sé, vittima di un progresso tecnologico che ha portato sempre più persone a rifugiarsi nei giochi online, che al nostro protagonista, un detective, o una detective, specializzato nel risolvere i casi all’interno di Virtualia e, talvolta, anche all’esterno, in Realia.
Il breve video introduttivo aiuta ad alzare l’hype, anche grazie alle atmosfere cupe e alla narrazione che ci introduce all’attività di un Gamedec. L’inizio del gioco si svolge nel nostro appartamento, dove un brevissimo tutorial ci spiega le prime basi del gioco.
Finalmente, dopo un periodo di inattività, qualcuno ha un caso per noi: un riccone di Hightown ci invita, senza troppe cerimonie, a recarci il più rapidamente possibile nel suo ufficio per aiutarlo. Scopriremo che il figlio è rimasto bloccato all’interno di Virtualia e non riesce in alcun modo ad uscirne.
Si tratta quindi del primo caso che, in qualità di Gamedec, dovremo risolvere e verremo accompagnati con un tutorial abbastanza esplicativo durante tutte le prime fasi del gioco. Senza voler fare alcun tipo di spoiler, visto che fin dall’inizio avremo a disposizione due possibili sviluppi, saremo messi di fronte a scelte non sempre semplici, soprattutto perché diventa rapidamente complicato ricordarsi tutto quello che ci è stato detto e capire come, effettivamente, le nostre risposte andranno a influenzare l’andamento del singolo dialogo.
Quello che sembra essere un caso singolo, si ramificherà rapidamente in qualcosa di molto più complesso, con legami che non si limitano solo al virtuale ma hanno ripercussioni anche sul reale, e viceversa. Grazie alla possibilità di fare tante scelte diverse, avremo davanti un discreto numero di possibilità, che si ripercuoteranno durante tutta la durata della singola partita.
Gamedec offre un gameplay molto basico
Non essendo previsto, in linea di massima, alcun tipo di combattimento, i comandi di Gamedec sono abbastanza limitati e di facile utilizzo. Nella fase di esplorazione non dovremo fare altro che usare il mouse per spostarsi o per interagire con persone e oggetti, mentre nella fase di dialogo possiamo usare i numeri o nuovamente il mouse.
Alcune interazioni non sono visibili da subito, di conseguenza è necessario avvicinarsi più o meno a tutto per verificare che sia cliccabile o no e, in ogni caso, alcune cose possono attivarsi o diventare effettivamente utili solo avanzando un po’ con la storia. Per progredire con successo dovremo sbloccare delle professioni, ognuna con un suo costo e una specializzazione.
Sì, siamo ovviamente tutti Gamedec, ma ognuno di noi ha delle conoscenze differenti, almeno all’inizio, dato che alla lunga sarà possibile sbloccare tutto l’albero, che offre 16 varianti. Abbiamo la medicina, il carisma, la forza e la tecnologia, ognuna con delle ramificazioni che portano a specializzare il nostro investigatore sempre più nel singolo comparto.
Questo ci permetterà di rispondere a tono, forzare qualcuno a fare qualcosa, scoprire punti deboli o aiutare semplicemente chi ha bisogno di noi. In base alle opzioni di dialogo avremo modo di guadagnare punti in ognuna delle quattro caratteristiche base, che andranno poi spesi per sbloccare nuove professioni.
Tutto ciò ha un unico scopo: raccogliere informazioni per arrivare a fare la nostra deduzione e avanzare nell’indagine. Un aspetto abbastanza bloccante, per così dire, di Gamedec è che non si tratta di vere e proprie deduzioni, quanto piuttosto di decisioni irreversibili che andranno a modificare in maniera profonda l’andamento del singolo caso e, talvolta, anche di tutto il gioco.
Chiaramente questo permette un’ampia possibilità di rigiocare il titolo, ma per chi avesse la necessità di “fare tutto giusto”, può effettivamente diventare una sorta di disagio. Questo perché certe meccaniche vengono spiegate un po’ alla buona, il Codex è un calderone di informazioni non sempre facilmente trovabili e, di contro, il pannello delle quest punta un po’ troppo sulla memoria del singolo giocatore.
Gamedec non propone nemici o combattimenti, anche se è possibile venire uccisi, uccidere e fare duelli nel mondo virtuale, o prendersi un poderoso pugno in faccia nel mondo reale. Tutto dipende dalle singole scelte nei dialoghi, da quanto vogliamo testare la pazienza del nostro interlocutore o da quanto siamo inguaribilmente ingenui.
L’assenza di doppiaggio rende Gamedec una lettura silenziosa
È impossibile non notare l’assordante silenzio che segue gli infiniti dialoghi di cui questo gioco è composto. La mancanza del doppiaggio fa sì che un gioco che punta tantissimo sulla caratterizzazione dei personaggi e sulle loro interazioni vada a lasciare uno spazio vuoto che avrebbe dato maggior pregio all’opera in sé.
Nei momenti focali del gioco, durante ad esempio le fasi finali dell’indagine o quando ci troviamo davanti a un punto di svolta, la colonna sonora colpisce ed è davvero di qualità, non per niente tra i nomi dei compositori troviamo Marcin Przybylowicz, già presente per The Witcher 3: Wild Hunt. È durante le normali fasi esplorative che Gamedec lascia un po’ a desiderare a livello musicale, con brani che non risaltano più di tanto.
La grafica è sicuramente di pregio, molto ben caratterizzata nei vari mondi di gioco, ma pecca un po’ di più in quello che è il mondo vero e proprio in cui il nostro protagonista vive e si sposta quando è fuori dal mondo virtuale. L’ambientazione futuristica si nota principalmente nella contrapposizione del lusso di chi vive in Hightown con la povertà di chi invece si trova in Lowtown.
Gamedec non permette di zoomare o di ruotare la telecamera, impedendo quindi di focalizzarsi sul singolo dettaglio piuttosto che vedere le cose da un diverso punto di vista. Le animazioni includono principalmente il movimento, con qualche eccezione in base al mondo di gioco in cui siamo (qualcuno ha detto piantare zucche?). Senza infamia né lode.
Le conclusioni su Gamedec
Va detto che siamo davanti a un buon gioco, anche se ci sono dei limiti che vanno a rendere poco efficace il lavoro di contenuti e possibilità che è stato fatto. L’interfaccia è assolutamente basilare ed è quasi impossibile destreggiarsi nella marea di informazioni uniche che ci vengono offerte.
Si tratta di un mondo nuovo, che usa tutta una serie di terminologie sconosciute ai più e alle quali non è facile abituarsi in fretta. L’importanza che le informazioni hanno in Gamedec avrebbe dovuto suggerire agli sviluppatori un metodo di consultazione più semplice e, sicuramente, un pannello quest capace di guidare un po’ meglio il giocatore sui passi da compiere.
L’assenza di una localizzazione in italiano va a penalizzare il tutto, anche se comunque non tutti sarebbero in grado di gestire o anche solo gradire la lettura di questa mole di informazioni. In ogni caso, eccezion fatta per i termini specifici del mondo creato da Przybyłek, è un inglese tutto sommato di facile comprensione.
L’impossibilità di cambiare idea dopo aver scoperto qualche dettaglio in più è davvero limitante, dato che le conseguenze sono spesso anche a lungo termine. Funzionano però le ambientazioni peculiari dei vari mondi di gioco, grazie alle quale è possibile immergersi in attività diverse e caratteristiche sempre nuove in base alla singola indagine.
Il team di Anshar Studios sembra intenzionato a seguire gli sviluppi di Gamedec, tant’è che già si parla di DLC gratuiti, che attendiamo sicuramente con curiosità. Il gioco è disponibile, ancora per qualche giorno, con il 10% di sconto su Steam, Epic Games Store e GOG.