Ne avevamo parlato qualche mese fa ed ora sono entrambi disponibili: parliamo di Fifa 22 e di eFootball 2022, gli unici (al momento) due titoli che si contendono il primato in un’arena che nell’arco degli anni si è purtroppo svuotata di contendenti.
Sono finiti i tempi di This is Football che pur non essendo un capolavoro riusciva a divertire e aveva sempre qualche interessante novità (una carriera che iniziava dai tornei scolastici o la possibilità di importare in maniera rudimentale il proprio volto grazie ad Eye Toy) e da anni non vediamo nemmeno quei titoli che durano massimo un capitolo o due come Actua Soccer, Club Football declinato in decine di versioni a seconda del nostro team preferito, Uefa Challenge o titoli sopra le righe come Red Card Soccer e Libero Grande, vero e proprio precursore delle varie modalità Professionista e Diventa un Mito.
Se ti è scesa una lacrimuccia nostalgica tranquillo, sei abbastanza anziano da essere diventato sentimentale e sei in ottima compagnia.
Ma stavamo parlando dei due calcistici con cui ci troveremo a calcare i campi di tutto il mondo; se quello che ti interessa capire è se uno dei due va davvero a segno, la risposta immediata è no, entrambi prendono il legno all’incrocio dei pali mancando di un soffio la rete. In questo articolo scopriremo anche perchè.
Nell’analizzare i due titoli, dobbiamo partire dal presupposto che Fifa e PES hanno sempre avuto due filosofie profondamente diverse, al punto che in effetti non dovremmo nemmeno paragonarli sul serio.
Fifa è sempre stato improntato ad un gameplay più casual, rapido e con un occhio di riguardo per l’online e le microtransazioni; PES al contrario, a costo di sembrare ad alcuni anacronistico, è un titolo che punta molto sull’elemento single player e su un gameplay più simulativo possibile.
Questo non vuol dire che se ne debba scegliere necessariamente uno, personalmente li gioco e acquisto ogni anno da sempre.
Al tempo stesso non vuol dire che entrambe le serie non abbiano avuto capitoli più riusciti e altri meno, spesso in concomitanza con il tentativo di snaturarne le origini. Esemplari, in negativo, i capitoli di PES dal 2008 al 2010 circa, che hanno provato a dare una svolta arcade alla serie, fallendo (per fortuna degli appassionati) miseramente.
Questa differenza di filosofia è ancora più evidente quest’anno in cui, mentre Fifa continua nella sua comfort zone, Konami ha cambiato le carte in tavola adottando un approccio potenzialmente più complesso ma che potrebbe premiare nel lungo termine, rinunciando innanzitutto ad un brand ormai conosciuto in tutto il mondo come PES.
A questo punto non mi rimane che analizzare entrambi i titoli, ricordandoti che si tratta di considerazioni personali, condivisibili o meno.
Fifa 22, i punti di forza…
Da qualche anno, EA ha intrapreso una strada ben definita per quanto riguarda Fifa e che comprende un all-in su Fifa Ultimate Team, sull’online gaming che è sicuramente remunerativo per l’azienda e su quello che ne consegue.
Questo non vuol dire che non esista un corposo apparato single player, quanto piuttosto che gli elementi a disposizione dei giocatori che non amano l’online sono sempre più o meno gli stessi senza novità di spicco.
Persino l’unica, importante e apprezzata, ventata d’aria fresca degli ultimi anni, quella modalità Il Viaggio che ci vedeva seguire la scalata verso la gloria di Alex Hunter, sua sorella Kim e del suo amico Danny Williams, è scomparsa all’improvviso.
Al suo posto ci troviamo con la modalità Volta che, dopo un esordio discutibile, è migliorata con il passare dei capitoli, approdando comunque all’online, segno che l’intenzione di EA è fondamentalmente una: spostare i giocatori sul multiplayer e se possibile guadagnare più possibile alle spalle di tutti gli appassionati di pacchetti vari.
Per riuscire in questo, la multinazionale californiana ha investito tante risorse sui propri server, al punto che ormai i lag durante un incontro sono quasi un brutto ricordo e le differenze tra il gioco online e locale sono praticamente nulle.
Un altro punto di forza di Fifa è da sempre l’enorme mole di licenze ufficiali di cui dispone; tutte le squadre più importanti del mondo e tutti i campionati sono rappresentati all’interno del gioco.
…e i lati negativi
Purtroppo però dobbiamo notare come negli ultimi anni siano state perse le licenze di importanti squadre italiane tra cui Juventus, Lazio, Atalantae Roma e che da qualche anno non c’è più neppure la Serie B, laddove campionati come quello inglese arrivano alla terza divisione.
Una ulteriore mancanza, che interesserà sicuramente a pochi, è quella della nazionale femminile: se all’esordio era presente, già dallo scorso anno non potremo più giocare con Alia Guagni e compagne, nonostante i buoni risultati recenti delle nostre azzurre.
Insomma pur essendo l’Italia uno dei paesi in cui Fifa vende indubbiamente di più, EA non mostra particolare attenzione per il nostro calcio.
Che non sarà il più ricco d’Europa, ultimamente avrà anche perso parte del suo appeal, ma sicuramente è mosso da passione genuina pari a quella della Ligue e della Premier e meriterebbe un trattamento migliore rispetto a quello attuale.
Arrivati alla sostanza, cosa conta di più in un titolo calcistico se non quello che avviene una volta scesi in campo? Nulla, naturalmente, ed è proprio qui che Fifa manifesta gioie e dolori.
Innanzitutto dal punto di vista grafico: Fifa riesce, per i campionati licenziati e ritenuti importanti come la Premier League, a ricreare atmosfere suggestive ancor prima del calcio d’inizio, con inquadrature prepartita spettacolari e spesso ai limiti del fan service.
Tuttavia, EA sembra non riuscire a staccarsi dal Frostbite che, pur con le sue versioni aggiornate, risulta ormai un motore grafico che ha fatto il suo tempo e conferisce un aspetto innaturale, quasi plasticoso, ai protagonisti in campo.
Se per motivi strettamente legati al gameplay è del tutto assente il VAR, che si potrebbe comunque introdurre con qualche artificio (ad esempio con il giocatore a chiedere il check un numero limitato di volte, come avviene nella NFL e quindi in Madden) è assurdo che nel 2021 e con macchine sempre più potenti i modelli dei giocatori siano quasi tutti identici, privi di quei tatuaggi che spesso sono dei marchi di fabbrica imitatissimi, che le maglie di gioco si tirino poco e non si strappino mai, che si sporchino poco o che non si veda (non più almeno) un fallo di mano e in generale che manchino tutta una serie di piccoli dettagli che renderebbero più realistica una partita. Per tacere del fatto che anche giocatori ormai abbastanza quotati, come Manuel Locatelli recentemente protagonista agli Europei di calcio, presentino ancora fattezze totalmente inventate e quasi uguali tra di loro. Tolta l’élite del calcio, il resto viene relegato al ruolo di anonima comparsa, che non merita nemmeno una semplice scansione del volto.
Considerate le critiche mosse a eFootball lato motore grafico, non stupisce questa scelta, anche se osare sarebbe lecito e apprezzabile.
Il gameplay
Il gameplay è, ovviamente, spinto verso l’arcade puro e nonostante i tentativi di rallentarne il ritmo spesso si riduce ad un palla lunga al più veloce e via verso la rete. E’ un elemento che, insieme all’esito spesso quasi incontrovertibile delle partite, continua a caratterizzare Fifa e su cui francamente non mi sembra che EA si scervelli più di tanto per modificare. Nonostante passino le generazioni, continuo ad avvertire quella sensazione di predeterminazione in tutto quello che faccio, dai passaggi ai tiri, tutto sembra telecomandato come dimostrano animazioni ai limiti dell’incredibili per mettere il giocatore nelle condizioni di effettuare il passaggio che abbiamo in mente.
Anche in Fifa 22 avviene e quello che ne viene fuori può essere divertente, senza dubbio, ma non è esattamente calcio. O almeno il calcio che conosciamo.
Da questo punto di vista sarebbe bello che EA prendesse il coraggio a due mani, rischiando di scontentare gli utenti come sta facendo Konami, e creasse un titolo in cui la spettacolare sequenza iniziale, con il nostro giocatore a spasso per Parigi atteso da un provino al PSG sotto lo sguardo attento di Thierry Henry, non è solo un’introduzione destinata a cadere nel vuoto ma potrebbe essere il punto di partenza di un nuovo modo di intendere il calcio. Un gioco che mescola l’azione sul campo con la vita fuori dal rettangolo di gioco di quelle che sono ormai delle vere e proprie icone mondiali seguitissime in tutto quello che fanno.
Invece l’introduzione rimane buttata un po’ li, come se niente fosse, e sinceramente mi ha dato fastidio perchè sembrava l’antipasto per una portata succulenta che invece vediamo solo da molto lontano.
Chi gioca a Fifa?
Infine, quello che per me è il problema principale: l’utenza. Quando parlo di utenza, non voglio dare il solito giudizio che viene fuori spesso in rete e contrappone i giocatori di Fifa a quelli di PES nel tentativo di darne un giudizio globale; al contrario intendo il modo di approcciare il gioco da parte delle community.
La modalità Fifa Ultimate Team, per quanto ormai immutata da anni, è sicuramente divertente. Meno lo è affrontare molti dei suoi giocatori: proprio qualche ora fa ho fatto una delle mie, onestamente rare, partite online con una squadra ancora in via di assestamento assemblata senza acquistare un solo pacchetto a pagamento.
Dall’altra parte invece ho trovato un utente sicuramente più rodato di me, con l’11 in campo composto per la maggior parte da campionissimi; ci può stare, non è ovviamente un problema.
Il problema, se così possiamo definirlo, è che mi sono trovato a giocare una partita dove da un lato l’esito sembrava prestabilito e impossibile da sovvertire mentre dall’altro avevo un avversario che tutto faceva meno che giocare a calcio.
L’esito finale? Un rotondo 5-1 per lui, ma quello che mi ha dato fastidio non è stato il risultato, assolutamente: il punto è che, pur con una squadra nettamente più modesta, io ho cercato di costruire qualcosa e di imbastire azioni importanti mentre il mio avversario ha passato tutta la partita a fare trick su trick (inverosimili anche da parte dei giocatori più tecnici al mondo), correre con i giocatori più veloci a sua disposizione e continuare con giochetti di suola anche sottoporta.
Ha vinto? Sicuramente sì. Si è divertito? Non saprei, ma se così fosse evidentemente il suo concetto di calcio è più vicino al freestyle circense che ad un calcio su un campo, sia esso in erba o in cemento.
Ed eFootball 22 come si comporta? Perché è stato criticato duramente? Per oggi mi sono dilungato abbastanza, aspetta ancora un po’ e ci troviamo per la seconda parte dell’articolo.