Horror Story: Hallowseed si presenta al pubblico come il primo di capitolo di un progetto che vedrà il susseguirsi di diversi racconti a tematiche horror, dallo sviluppatore Jeff Winner. Andrebbe già elogiata la scelta di sfidare un parco titoli che vede al suo interno dei veri e propri capolavori del genere, figurarsi avere l’idea creare una serie su queste tematiche. Andiamo a vedere nel dettaglio cosa ci offre questo primo capitolo.
Horror Story: Hallowseed, storia e ambientazione
Lo sviluppatore Jeff Winner non ha fatto mistero di essersi ispirato a diversi film del genere horror per questo suo progetto, anche perché lo si noterebbe comunque molto. La storia inizia in un fitto quanto ombroso bosco, sicuramente un luogo nel quale non verrebbe mai l’idea di fare un campeggio, ed è proprio per questo invece che i nostri protagonisti hanno deciso che quello probabilmente era il luogo adatto.
Tutto sembra andare per il meglio, i tre amici si divertono e scherzano; dopodiché come classico del campeggio, arriva il turno dei racconti horror. Neanche tempo di iniziare il racconto che una oscura presenza si manifesta facendoci perdere i sensi. Una volta risvegliato, il protagonista si ritrova in una caverna al buio senza i suoi compagni e inizia subito la ricerca, fino ad arrivare alle porte di una casa che sembra abbandonata dalla quale sentiremo la voce di un nostro amico chiedere aiuto.
Una volta riusciti a entrare, una pressante sensazione sembrerà stringerci il petto; man mano che esploreremo la casa, scopriremo maligne presenze e misteri che avvolgono gli inquilini, fra possessioni demoniache e presenza del male.
Le ambientazioni principali di Horror Story: Hallowseed sono un bosco e una casa abbandonata. Entrambe sono ben caratterizzate anche se le parti all’aperto risultano molto più d’atmosfera rispetto alla casa, pur godendo di minori dettagli. L’abitazione dal suo canto risulta essere poco caratteristica ma comunque molto dettagliata, anche se abbastanza piccola come dimensioni.
Gameplay e meccaniche
Horror Story: Hallowseed gode di visuale in prima persona e controlli molto semplici; potremo muoverci, correre, accovacciarci con le classiche combinazioni della tastiera, in più useremo il tasto sinistro del mouse per interagire con gli oggetti e il destro per accendere la torcia o i fiammiferi per illuminare l’area.
Molto basilare come controlli, ma basterebbero per la tipologia di gioco; i problemi sorgono in altre cose. Il puntatore a centro schermo è davvero molto difficile da vedere, e spesso si confonderà con lo sfondo, rendendo difficile il puntare determinati oggetti, soprattutto quelli più piccoli. La torcia invece diventa molto fastidiosa quando ci avvicineremo troppo a determinati oggetti o scaffali, ostacolando a sua volta la visuale del già minuscolo e trasparente puntatore.
Discutibile anche il fatto che non tutti gli oggetti con i quali potremo interagire godranno di un contorno luminoso per essere notati, rendendo così molto difficile individuarne alcuni.
Il livello degli enigmi ambientali è molto basico e nella stragrande maggioranza dei casi si tramuterà in un “trova la chiave a la porta alla quale appartiene“, rendendo proprio minima la sfida ma costringendo il giocatore a tanto backtracking. Quest’ultimo è un punto dolente di Horror Story: Hallowseed, visto che spesso non si avrà cognizione di come stia avanzando la storia o di quale porta aprirà la chiave appena trovata, costringendoci a tentare la fortuna con tutte.
Anche il fattore spavento del titolo sembra un po’acerbo, con sterili jump scare che spesso serviranno solo come scusa per costringerci in una stanza fino al non aver risolto l’enigma o trovato l’oggetto richiesto, per poi magicamente aprire la porta e farci proseguire con l’esplorazione. Di spaventi Horror Story: Hallowseed ne ha offerti, anche se a essere onesti sono stati causati per lo più dall’improvviso alzarsi del volume nelle cuffie che a quello che avremo visto.
Fatto sta che comunque, in tutta la sua durata (circa 2 ore ), Horror Story: Hallowseed riesce ad invogliare il giocatore a proseguire nell’avventura, anche se tediato dai difetti citati prima, e questo non può che far ben sperare per i successivi capitoli.
Tecnicamente parlando
A livello estetico, Horror Story: Hallowseed compie il suo dovere molto bene; le ambientazioni sono curate anche se in alcuni casi presentano pochi dettagli grafici; non si può parlare di vero e proprio difetto, ma sanno di già visto (e anche parecchio). Il puntatore al centro dello schermo va rivisto assolutamente perché rende difficile la vita al giocatore e spesso si nota uno sfarfallio sui bordi dello schermo.
Il sonoro poteva sicuramente essere fatto molto meglio; rispetto altre produzioni, i suoni che Horror Story: Hallowseed propone per trasmettere al giocatore un senso di paura e angoscia, non compiono in pieno il loro dovere.
I controlli sono semplici ma soffrono di un fastidioso input lag che spesso costringerà il giocatore a cliccare più volte su un oggetto per poter interagire con esso.
Nella mia breve esperienza alla ricerca di amici scomparsi in Horror Story: Hallowseed non ho riscontrato bug di sorta ma alcuni difetti tecnici da migliorare assolutamente.