Il genere dei roguelite è uno di quelli più floridi nel mondo indie, grazie a una serie di titoli che prendono a piene mani dal tipico loop di morti e rinascite, aggiungendoci meccaniche appartenenti ai generi più disparati. Quando la generazione procedurale è bene fatta, poi, ci troviamo davanti a piccole perle come Spelunky o Dead Cells.
Al contrario, molti sviluppatori utilizzano la randomicità come espediente per ridurre la fatica dello sviluppo o per risparmiare tempo e denaro. Chiaramente, in questo caso i risultati non sono mai dei migliori.
In mezzo al gran mare di titoli da guardare con diffidenza, però, si trovano anche esperienze davvero interessanti, che riescono ad appagare tutti gli appassionati del genere. Il primo Ziggurat era proprio una di queste. Il secondo capitolo, invece, si promette di riprendere quanto di buono abbiamo visto nel predecessore, ampliando e migliorando la formula e, si spera, limandone le criticità. Ci sarà riuscito? Vediamo se vale la pena indossare la tunica e brandire la bacchetta.
Una storia più interessante
A differenza del primo capitolo, Ziggurat 2 vanta una trama più strutturata e interessante. Se nel capostipite dovevamo accontentarci di un banale incipit, questa volta troviamo un’intera modalità dedicata a un intreccio di fatti più curato. Il gioco propone infatti una modalità campagna, divisa in missioni che fanno proseguire una storia vera e propria.
La trama narra delle vicende conseguenti la guerra civile scoppiata nel circolo dei maghi incaricato di proteggere il regno. L’organizzazione, infatti, accetta soltanto apprendisti che superano la prova della Ziggurat, un luogo sempre mutevole, pieno di creature assetate di sangue. Nel tentativo di aumentare le proprie possibilità di sopravvivenza, molti apprendisti hanno quindi deciso di aumentare artificialmente il proprio potere magico.
Questo ha portato a una guerra tra due fazioni che, come risultato, ha visto la distruzione della stessa Ziggurat e l’annientamento di quasi tutto il circolo dei maghi. Ora sta a due apprendisti ricostruire la gloria dell’organizzazione e salvare il reame dalle mostruosità contenute nella vecchia piramide rovesciata.
Dopo questo incipit, la trama di Ziggurat 2 viene portata avanti con il contagocce, grazie a cutscene non troppo lunghe che mostrano i vari accadimenti. Di fatto, la parte narrativa resta ancora puramente accessoria e non ci sono troppe pretese in proposito. Nonostante vi sia una cura maggiore, siamo comunque davanti a un titolo che fa del gameplay il suo cavallo di battaglia.
Per gli utenti che invece cercano qualcosa di più vicino al primo capitolo, comunque, troviamo anche delle modalità classiche che abbandonano del tutto la narrazione.
Ziggurat 2: la vecchia scuola in salsa moderna!
Il gameplay di Ziggurat 2 ricalca quasi del tutto quello del primo capitolo, con diverse caratteristiche che però vengono ampliate e aggiunte. Decisamente rilevante è la presenza di modalità diverse, alcune dedicate a un gameplay vicino a quello del capostipite, affiancate poi dalla già citata campagna.
In sintesi, in Ziggurat 2 si esplorano dei dungeon generati proceduralmente e divisi in stanze dov’è possibile trovare nemici (la maggior parte delle volte), trappole, negozi o persino potenziamenti. Ogni stanza può essere vista come una piccola arena, sviluppata anche in verticale, dove solitamente si combattono le varie ondate di nemici.
Per farlo, abbiamo a disposizione diverse armi, appartenenti a varie categorie: la bacchetta, debole da dal mana infinito; magie, solitamente utili per infliggere danni elementali e status alterati, gli scettri, ottimi per danni sostenuti, e le armi alchemiche, solitamente devastanti. Per essere utilizzata, ogni arma richiede un tipo di mana specifico, che può essere ricaricato raccogliendo i cristalli lasciati dai nemici uccisi o con oggetti e abilità.
Uccidendo i nemici, infatti, il nostro personaggio sale di livello, sbloccando così a diverse abilità passive, disponibili solo per la run in corso. Queste permettono di creare delle vere e proprie build, permettendo di aumentare il danno di determinate armi, il mana o più in generale, di ottenere preziosi effetti aggiuntivi. Le abilità selezionabili, però, vanno sempre scelte tra una selezione randomica di tre, quindi bisogna adattarsi a quello che è disponibile di volta in volta.
La meccanica, ereditata direttamente dal primo Ziggurat, funziona ancora benissimo ma, dopo il tempo passato dal primo capitolo, è impossibile non pensare a come poteva essere migliorata. Per quanto incisive, infatti, le abilità passive non donano la varietà di approcci vista, per esempio, in titoli come il recente Hades. Ne consegue una mancanza di profondità e, nel lungo periodo, una minore varietà di situazioni.
Questo difetto, peraltro, viene ampliato anche dal risicato roster di nemici. Buona parte dei mostri sono infatti ereditati dal primo Ziggurat e le novità di bestiario sono poche. Ancora una volta, però, nel lungo periodo questo rischia di far diventare monotoni i combattimenti, data la mancanza di varietà.
Per fortuna, però, Ziggurat 2 alza di molto l’asticella della sua qualità grazie a dei pregi altrettanto importanti. Alla poca varietà di nemici, fanno da contraltare la grande varietà di armi, tutte molto diverse fra loro, e di stanze. Queste ultime sono davvero tante e vantano un ottimo level design, grazie a uno sviluppo verticale e alla presenza costante di pianerottoli, rampe, trampolini, trappole e vari elementi da sfruttare durante gli scontri.
Infine, il gameplay di gioco è reso più dinamico rispetto a quanto visto nel primo capitolo grazie a uno scatto, che permette di coprire velocemente lunghe distanze. A questo si aggiungono dei personaggi e degli amuleti molto più incisivi, grazie ad abilità attive che possono fare la differenza durante gli scontri.
Tutto questo, poi, viene diviso nelle già citate modalità, tra cui spicca la nuova campagna.
Quest’ultima è una grande variazione del classico gameplay di Ziggurat, che in questo caso viene strutturato in missioni di durata variabile le quali, oltre a garantire ricompense, portano avanti una narrazione mai troppo articolata. Nonostante gli obiettivi possano sembrare diversi, in realtà si riduce tutto alla stessa formula: si entra in dungeon generati casualmente e si cerca di sopravvivere ai nemici nelle varie stanze, per poi arrivare a un boss finale e ucciderlo. Morendo, la missione fallisce in modo permanente e si ritorna sulla world map per selezionarne una nuova.
La novità maggiore di queste missioni sta nella generazione procedurale molto diversa da quella della Ziggurat. Il dungeon varia per lunghezza e difficoltà in base alle caratteristiche della missione e, allo stesso modo, anche le singole stanze hanno un design e una struttura unica. Ad esempio, una missione ambientata in città avrà delle mappe che ospitano vicoletti e, al contrario, non avrà le trappole più fantasiose. Inoltre, la difficoltà più alta nelle fasi finali della campagna, può rendere dura completare anche il primo piano di un dungeon.
Tra le varie sparatorie della campagna, poi, Ziggurat 2 imbastisce una metaprogressione che rende tutto più interessante. Abbiamo infatti la possibilità di sbloccare nuovi maghi, armi, amuleti e, con un apposito menù, vari potenziamenti passivi che ci rendono più performanti nelle missioni successive.
Tutto ciò, per fortuna, si stacca dalle modalità classiche. Queste sono invece delle partite autoconclusive che richiamano il gameplay da roguelite nudo e crudo, come piace agli appassionati. Troviamo quindi la prova della Ziggurat, una modalità infinita e una a ondate. Tolte le variazioni strutturali, il gameplay di base resta sempre lo stesso ma, chiaramente, nei primi due casi diventa importante scegliere le abilità in modo oculato e gestire meglio la salute e il mana.
La scelta di inserire queste modalità è decisamente apprezzabile, dato che contribuiscono in modo consistente a un’offerta ludica più varia e longeva. Sarebbe stato un peccato trovarsi solo la campagna che, per quanto interessante, si allontana dalla classica formula hardcore.
Nel complesso, quindi, Ziggurat 2 si conferma un ottimo roguelite FPS, che amplia a dovere la formula del primo, perdendosi soltanto in piccole dimenticanze. Oltre a quelli già citati, bisogna tenere conto di alcuni sbilanciamenti occasionali, che vedono alcune armi decisamente troppo potenti, affiancate da altre troppo deboli.
Piccoli problemi che possono essere risolti facilmente con un buon supporto post lancio che, speriamo, darà al titolo una vita lunga.
Tecnicamente soddisfacente
Il comparto tecnico di Ziggurat 2 è davvero ottimo e migliora praticamente sotto tutti i fronti rispetto al primo capitolo. Ora troviamo ambienti, modelli, armi, texture ed effetti molto più dettagliati e gradevoli. A questo si aggiungono delle animazioni davvero ben fatte, che rendono i nemici più credibili e le armi più soddisfacenti da utilizzare.
Il comparto artistico riprende lo stile cupo del primo capitolo, che qui viene impreziosito dalla parte grafica più dettagliata. Ziggurat 2 vanta infatti un’estetica riconoscibile, che mescola molto bene uno stile cartoonesco con un’atmosfera dalle tinte cupe.
Infine, il comparto sonoro è eccellente, grazie a musiche epiche che accompagnano gli scontri, unite a degli effetti sonori davvero ben fatti, in grado di dare un feeling di “potenza” alle armi e alle magie utilizzate.