Una piccola premessa: l’idea e la necessità di scrivere quest’articolo nascono da circostanze estremamente attuali, sentite, e personali, che in tempi recenti mi hanno portato a giocare decisamente meno rispetto al passato. Per questo motivo, i giochi che citerò saranno tutti presi dalla mia personale esperienza videoludica avuta nel corso 2021.
Videogiocare è una passione che richiede tempo. Un’affermazione , questa, che man mano che si cresce si fa sempre più evidente. Gli impegni personali si moltiplicano, i doveri diventano impossibili da procrastinare e, anche volendo approfittare di un inaspettato momento libero, più spesso che mai ci si ritrova talmente stanchi da non poter prediligere altra compagnia se non quella del proprio letto (o divano, a seconda delle circostanze).
Ma una passione è pur sempre una passione e, come tale, spinge i più folli di noi videogiocatori a fare salti mortali pur di ritagliarsi quell’oretta o due, pad alla mano, (nei casi più eclatanti, persino sacrificando preziose ore di sonno). Un vero e proprio “atto d’amore”, volendo fare i romantici.
Se è vero che per le cose che si amano, in qualche modo, un po’ di tempo lo si trova sempre, ciò non toglie che il nostro tempo (ed in particolar modo quello libero) resta una risorsa finita, tendenzialmente scarsa e, proprio per questo, incredibilmente preziosa.
Scegliere con cura a cosa giocare diventa allora una questione d’importanza fondamentale, e altrettanto essenziale diventa capire come orientarsi fra una lista sempre più sterminata di possibilità. A quale titolo dedicare quel tempo così faticosamente ritagliato? A questa domanda, una risposta definitiva e assoluta, che valga per tutti, semplicemente non esiste (e non può esistere). Ma è una domanda con cui, inevitabilmente, bisogna fare i conti prima o poi, anche se questo significa compiere delle scelte. Vediamo insieme di che tipo.
Squadra che vince non si cambia… o no?
Come detto, il tempo è da considerarsi come una risorsa dal grande valore e dal difficile ottenimento, esattamente come il denaro. Per questa ragione, decidere come impiegare il proprio tempo non è poi così diverso dal fare una scommessa, con i suoi rischi, le sue vincite, e le sue altalenanti probabilità di successo. È esattamente questo lo scenario che ci si para davanti quando, ad esempio, bisogna scegliere tra un gioco che la nostra esperienza ci suggerisce appetibile per i nostri standard ed un altro che invece rappresenta per noi una totale incognita.
Nel primo caso, la nostra scelta è guidata principalmente dal conforto di poter ritrovare tutti quegli elementi che in passato abbiamo apprezzato e che ora capiamo al volo, dal desiderio implicito di rivivere quelle stesse esperienze. Il seguito di un titolo che abbiamo amato, un titolo appartenente a un genere che conosciamo come le nostre tasche, o addirittura il rigiocare un gioco già completato in passato.
Puntare su qualcosa sapendo a cosa si va incontro è, per molti versi, la scelta più sicura, ma anche quella dalla posta in gioco più bassa. Più sappiamo cosa aspettarci da un determinato titolo, meno quello sarà in grado di sorprenderci e di segnarci nel profondo. Quasi sicuramente ci divertirà, sì, ma in che modo si differenzierà dai suoi predecessori?.
Scenario diametralmente opposto è quello che ci si presenterebbe davanti nel caso in cui scegliessimo invece di provare una nuova IP, un titolo appartenente a un genere di cui conosciamo poco o nulla, o persino un gioco che ci colpisce unicamente per un dettaglio ma di cui non sappiamo nient’altro.
In questo caso si tratterebbe di un vero e proprio salto nel vuoto, che renderebbe la scommessa decisamente più rischiosa. Così facendo infatti sarebbe molto più probabile incappare in un titolo che proprio non fa per noi, e che si dimostrerebbe colpevole di averci fatto perdere tempo prezioso che sarebbe potuto essere facilmente destinato ad altro. Se la scommessa si dovesse rivelare vincente però, non solo, divertendoci, avremmo impiegato al meglio il nostro tempo, ma avremmo anche ampliato i nostri orizzonti per una possibile scelta futura, scoprendo qualcosa di nuovo che altrimenti non ci sarebbe mai potuto appartenere.
Botta e via o impegno a lungo termine?
Per alcuni di noi il tempo libero, oltre ad essere estremamente difficile da ricavare, arriva anche imprevedibilmente, rendendolo di fatto impossibile da programmare. Qualcuno potrà avere la fortuna di sapere con certezza, ad esempio, di potersi dedicare serenamente al suo gioco del momento ogni sabato pomeriggio per circa due ore, ma non è affatto così per tutti. Ed è in particolare a questa categoria di persone, fedeli frequentatrici di howlongtobeat.com (e che se non lo sono ancora dovrebbero diventarle), che si para davanti un dubbio: meglio cimentarsi in un’esperienza breve e intensa, da finire in una o due sessioni di gioco, oppure in una a lungo termine, pur senza sapere di preciso quando si sarà in grado di portarla avanti?
Proprio perché ritagliarsi un po’ di tempo extra è incredibilmente difficile, certe volte a prevalere è il desiderio di sfruttarlo il più presto possibile, evitando così di addentrarsi in mondi complessi come quelli di immersive sim e RPG, preferendogli invece un appagamento istantaneo (o quasi) dato da un’esperienza dalla durata decisamente più contenuta. In quest’ottica inoltre, anche incappare in un gioco deludente non costituirebbe chissà quale perdita, dato che lo si potrebbe facilmente dimenticare passando ad altro la volta successiva.
Si tratta sicuramente di un approccio più istintivo e spontaneo, che però non può essere applicato per sempre. C’è un limite a quanto poche ore di gioco siano in grado di offrire, e presto o tardi potrebbe affacciarsi il desiderio di cimentarsi in qualcosa di più vasto e profondo.
A quel punto che non resta far altro che armarsi di un po’ di coraggio e cimentarsi nell’azzardo di decidere a quale titolo dedicarsi nelle prossime settimane (o mesi). Non si tratta di una scelta facile; non sempre un gioco sarà in grado di rapirci fin dal primo momento, e, in alcuni casi, potrebbe persino deluderci a tradimento, dopo averci passato sopra non poche ore di gioco.
Anche il genere gioca la sua parte. È infatti assai più semplice ritornare periodicamente su un titolo dal forte mordente (per la stragrande maggioranza degli RPG questi è la narrativa), capace di stimolare la curiosità e mantenere vivo l’interesse ogni volta con qualcosa di nuovo, rispetto ad un altro le cui sessioni di gioco tendono tutte ad assomigliarsi un po’ troppo. Nel migliore dei casi però, la maggior quantità di tempo passata con un gioco permetterà di costruire un’esperienza che, lentamente e gradualmente, riuscirà a scavare più in profondità nel suo animo.
…e l’online?
Qualora il tempo a disposizione fosse davvero limitato ed estremamente occasionale, una soluzione ideale potrebbe essere quella di affidarsi all’immediatezza dei giochi online, che non a caso fanno di questa componente uno dei loro maggiori punti di forza. Bastano infatti solo pochi minuti per catapultarsi un una partita rapida di Rocket League, Fortnite, Overwatch e tanti, tanti altri. Se quello che si cerca è anche solo un momento di svago istantaneo incastrato tra i diversi impegni giornalieri, allora quella del multiplayer online non può che essere una la soluzione migliore.
Anche in questo caso però, il rischio maggiore è quello di incappare in una certa ripetitività dell’ esperienza, specialmente qualora non si fosse particolarmente portati per l’approccio competitivo. A lungo andare infatti, una volta raggiunto il limite massimo delle proprie abilità, le sessioni di gioco potrebbero apparire estremamente monotone, stantie, al punto da renderci in parte o del tutto indifferenti a quanto avviene sullo schermo. Insomma, l’abitudine arriva a sostituire il divertimento.
Per contrastare questa altrimenti inevitabile decadenza, bisognerebbe cercare sempre di affidarsi quanto più possibile alla community di giocatori, o meglio ancora ad un gruppo di amici. Qualcuno con cui ritrovarsi online all’occorrenza (o periodicamente) per sessioni multigiocatore, non importa quanto brevi. Il gioco resterà sempre lo stesso, ma la pura e semplice condivisione sarà in grado di rendere assai più godibile, memorabile, e unica anche la più tediosa delle attività.
Quindi, a cosa giocare?
Come anticipato all’inizio, una risposta definitiva e assoluta alla domanda “A cosa giocare quando non si ha tempo?” non esiste. Ognuno di noi gestisce il proprio tempo nella maniera che gli riesce meglio, scegliendo di sfruttarlo nel modo che, sul momento, ritiene essergli più congeniale. Ho provato a mettere su carta (si fa per dire) le domande che io stesso, il più delle volte implicitamente, mi pongo quando arriva il momento di decidere a cosa giocare, ma credo che riuscire a delineare un processo logico che sia valido per chiunque sia semplicemente impossibile, e che nessun approccio sia in grado di risolvere completamente il problema.
La mancanza di tempo però, paradossalmente, nasconde anche un grande pregio. Ci costringe a renderci più consapevoli di ciò di cui abbiamo bisogno, a interrogarci, ad ascoltarci, a comprenderci con maggiore attenzione, magari finendo anche per scoprire lati di noi che non conoscevamo. Una circostanza che, io credo, non si limita ai soli videogiochi. Proprio perché il tempo a disposizione non è infinito, l’atto di scegliere cosa giocare dovrebbe riflettere il modo in cui desideriamo arricchire le nostre giornate, oltre che noi stessi. Prima o poi, si smette di giocare tutto indistintamente, e si comincia invece ad impegnarsi per riempire quel poco di tempo a disposizione nella maniera più significativa possibile. Cercando sempre di divertirsi nel frattempo, sia chiaro.