Avviando per la prima volta One Hand Clapping e scoprendone le meccaniche, ho avuto come una sensazione di déjà vu che mi ha riportato con la mente alla settima generazione di videogiochi, con la quale ho un profondo rapporto di amore e odio.
Se da una parte in quegli anni sono stati sviluppati alcuni dei titoli che ancora oggi adoro, dall’altra c’è stato un appiattimento generale che ha portato al riciclo sistematico di alcune meccaniche di gioco.
L’esempio classico che posso fare è senza dubbio inerente alla pletora di FPS che cercavano di emulare Modern Warfare, oppure agli elementi da gioco di ruolo inseriti in ogni sorta di titolo. Sempre nella stessa generazione abbiamo tentativi più o meno grossolani da parte di Sony e Microsoft di emulare il successo di Wii, puntando sui controlli di movimento.
Prima che iniziasse tutto questo, nell’industria videoludica moderna, c’era solamente il Nintendo DS a guidare la settima generazione. Le peculiarità della console, legate principalmente a touch screen, hanno introdotto un nuovo modo di approcciarsi al medium slegato dall’utilizzo del classico controller.
One Hand Clapping ricalca perfettamente la filosofia dietro allo sviluppo dei titoli per DS, proponendo delle meccaniche semplici ma espresse attraverso un sistema di controllo inusuale.
One Hand Clapping e il sapersi ascoltare
Il titolo, sviluppato da Bad Dream Games e pubblicato da HandyGames, si presenta come un classico platform a scorrimento laterale con puzzle ed enigmi. Il personaggio controllato dal giocatore potrà muoversi e saltare ma non avrà alcun tasto per interagire con l’ambiente circostante.
L’elemento cardine che contraddistingue One Hand Clapping è l’utilizzo della voce per compiere praticamente qualsiasi azione all’interno del titolo. L’utilizzo del parlato e delle note sarà il tuo lasciapassare per superare senza pericolo gli ostacoli del mondo di gioco.
Grazie a un tutorial silenzioso e intuitivo, il giocatore verrà dolcemente guidato alla scoperta delle meccaniche. La titubanza nell’utilizzare un input così peculiare svanirà molto presto e senza che tu te ne accorga ti troverai a voler proseguire per trovare sempre nuovi puzzle o sfide di platforming.
Andando avanti nella nostra avventura dovremo mantenere delle note lunghe e sostenute per sollevare gli oggetti e tenerli in aria, oppure delle note appena accennate per accendere i lampioni di una strada e illuminarci così il cammino.
In luoghi specifici e ben evidenziati, la nostra voce genererà dei ponti per congiungere due luoghi posti a diverse altezze. Per poter completare l’obiettivo, e colmare il dislivello evitando anche gli ostacoli lungo il percorso, dovremo alzare o abbassare la tonalità della nota.
In modo molto intuitivo, producendo una nota alta la strada andrà a crearsi nella parte alta dello schermo. A seconda di quanto abbasseremo la tonalità della nota, la strada continuerà a generarsi incurvandosi lentamente verso il basso o trasformandosi in un ripido pendio.
Altre volte One Hand Clapping ci chiederà usare la voce per eseguire delle note a una precisa altezza e con un ordine prestabilito per attivare dei meccanismi bloccati, sempre accompagnati da un tutorial sonoro e da alcuni indizi visivi che ci indicheranno il da farsi.
Sempre in base al contesto, alzare o abbassare la tonalità della nota ci permetterà di volare, decidere la direzione delle correnti ascensionali oppure scegliere correttamente l’arco e la traiettoria per lanciare alcuni oggetti.
Prendendo spunto da Simon, il famoso gioco mnemonico con i quatto pulsanti colorati, avremo modo di duettare con alcuni abitanti del regno, ripetendo la sequenza di note da loro eseguita.
Nonostante i minigiochi di One Hand Clapping siano molto semplici nella loro struttura e realizzazione, il dover utilizzare la voce per la loro risoluzione li rende sempre divertenti e appaganti. Questo titolo è la dimostrazione di come i videogiochi possano divertire anche senza offrire meccaniche stratificate o troppo complesse.
Oltre il rumore, oltre la voce
Per superare alcune sezioni di platforming la voce non basterà più e dovremo fare affidamento al nostro senso del ritmo. Come nel più classico dei titoli, le piattaforme appariranno e scompariranno a ritmo, il nostro scopo sarà ovviamente quello di saltare con il giusto tempismo.
Essendo un gioco strettamente legato al comparto sonoro, One Hand Clapping non si ferma qui. Infatti le piattaforme, evidenziate con colori diversi, inizieranno assumere ritmi differenti fino a raggiungere delle vere e proprie poliritmie. Più complicato a dirsi che a farsi in realtà poiché dopo un po’ di pratica riusciremo a superare agilmente anche queste sezioni.
Trattandosi di un sistema di controllo inusuale, il team di sviluppo ha pensato bene di inserire alcune opzioni di accessibilità dedicate. Potremo infatti selezionare l’ottava più adatta alla nostra voce e far apparire un piccolo riquadro chiamato Modalità Educativa che ci mostrerà quali note staremo cantando.
One Hand Clapping non è un gioco che vuole essere punitivo, anzi, sarà molto permissivo per quanto riguarda l’intonazione del giocatore, quindi non devi preoccuparti di stonare o sbagliare nota. Il gioco permette inoltre di saltare un determinato puzzle si risulta essere troppo complesso per le nostre capacità.
L’obiettivo della software house, e quindi di rimando anche di One Hand Clapping, è quello voler far prendere al giocatore confidenza con la propria voce. Non è un mistero infatti che molte persone provino vergogna riascoltando il suono delle proprie parole.
Uno degli scopi del gioco è quindi quello di riuscire ad acquisire una certa familiarità con il riascoltarsi ed in qualche modo di fornire un aiuto per ottenere consapevolezza nei confronti dei propri mezzi vocali e canori.
Un’altra nota di pregio di One Hand Clapping è sicuramente relativa alla responsività dei controlli vocali, sempre molto precisi e intuitivi. Dall’inizio alla fine del gioco, solo in un’occasione ho incontrato un puzzle risultato frustrate a causa del rilevamento impreciso delle onde sonore.
Sono a conoscenza della volontà degli sviluppatori di migliorare l’algoritmo per il rilevamento vocale, quindi anche le piccole incertezze che ho incontrato lungo il percorso verranno eliminate o smussate.
Uno degli aspetti che gioca a favore di One Hand Clapping è l’effetto novità. Erano anni che un gioco non proponeva meccaniche di questo tipo e trovarsi davanti a un esperimento così ben riuscito non può far altro che piacere.
Sicuramente, se titoli del genere fossero all’ordine del giorno non mi sarei sorpreso più di tanto, ma la voglia di rischiare e sperimentare del team di sviluppo vanno premiati. A mio avviso, c’è sempre più bisogno di giochi di questo tipo nell’industria videoludica.