Ice-Pick Lodge torna alla carica con il suo ultimo titolo. Siamo abituati a vedere morte e distruzione in titoli come Pathologic, The Void e Pathologic 2. Anche in Know by Heart ci sono gli stessi ingredienti di base: un’epidemia, un villaggio rurale in mezzo alla steppa e un gruppo di persone intento a sopravvivere. Stavolta il pericolo è molto più subdolo e molto più comune.
Il fardello dei pensieri altrui
Il 24 agosto 2012 Don Hertzfeldt ha pubblicato il suo primo lungometraggio, It’s Such a Beautiful Day. Nel film, un uomo di nome Bill soffre di una particolare malattia neurodegenerativa. Man mano che i minuti passano le allucinazioni di Bill si fanno sempre più strane, la conclusione sembra inevitabile. Bill muore.
E invece no. Il protagonista in una spettacolare forma di rifiuto, continua a vivere per milioni di anni nel futuro. Come dici? Interessante, ma non ha nulla a che vedere con il videogioco? Calma, nostro lettore ideale, ci arriveremo.
L’estetetica di Know by Heart
Know by Heart è un’avventura punta e clicca con una grafica low polygon. Solitamente utilizzata come misura per tagliare sui costi di produzione, questo tipo di rappresentazione è fantastico per rappresentare concetti astratti o storie dall’atmosfera fiabesca.
In questo caso particolare, trattandosi di una storia dai toni melodrammatici non funziona molto bene. Le animazioni fisiche dei personaggi sono praticamente inesistenti, al di fuori della corsa e del mettersi il cappotto.
I modelli all’interno del gioco sono privi di volto, eccetto nella didascalia a fondo schermo delle sequenze parlate, il che rende ogni interazione fra gioco e giocatore surreale e perturbante. I dialoghi non fanno che peggiorare questo senso di estraneità: il doppiaggio inglese, sebbene passabile in alcuni momenti di gioco, è monotono nel senso stretto del termine.
Ogni personaggio dice la propria battuta con lo stesso tono per l’intera durata del gioco, come se i doppiatori si fossero appena alzati alle 4.30 del mattino nella cabina di registrazione. Non sarebbe un grosso problema se non fosse che nella trama ci sono alcuni momenti di tensione, in cui è richiesto un cambio di registro.
Come grazia salvifica però abbiamo la colonna sonora originale, composta su misura e che riesce a mettere in risalto i momenti salienti. Paradossalmente, sarebbe stato meglio lasciare semplicemente un effetto sonoro per ogni battuta e lasciare il resto alla musica.
La scrittura e la trama (spoiler leggeri)
Si è parlato di toni melodrammatici perché in alcuni punti la scrittura risulta innaturale e forzata (sto guardando te, orfanotrofio in fiamme…) senza motivo. È un peccato perché in altri momenti, soprattutto quando il doppiaggio lo supporta, l’impatto emotivo colpisce come il treno che non si ferma nella stazione.
Per quanto riguarda la trama invece, al di fuori degli elementi universali come il dolore della perdita, le cotte giovanili e il decadimento della memoria, può piacere o non piacere. Come nel teatro borghese, se si riesce a sviluppare un legame emotivo con i personaggi, allora diventa la storia più appassionante del mondo.
Se al contrario interpretare un impiegato privo di spina dorsale, terrorizzato da tutto, incapace di far sentire la propria opinione ti suscita lo stesso effetto della carta vetrata in bocca, probabilmente ti annoierai a morte. Ad essere sinceri, il gioco ci metterà nei panni di tutti e 5 i personaggi, tuttavia essendo Misha il primo, un po’ tutto l’impatto dell’esperienza ne risente.
Il gameplay
Come accennato in precedenza, Know by Heart è un’avventura punta e clicca. Se non fosse per il lavoro alla stazione (accidenti a te, Mikheyeva Valeriya), tutto il gioco potrebbe essere completato usando solamente il mouse. Ci sono dei punti sul terreno, contrassegnati da cerchi di foglie rosse, dove ci si può fermare per raccogliere bolle di ricordi.
All’inizio è una rottura di scatole andarsene in giro a raccoglierle tutte. Alla fine avresti voluto raccoglierne di più. Oltre all’esplorazione, le interazioni principali sono le scelte di dialogo e la ricomposizione di foto strappate.
In base alle diverse scelte, si potranno sbloccare obbiettivi che incidono marginalmente sulla trama principale. Le foto strappate invece hanno la stessa funzione narrativa delle bolle, ma riguardano anche i personaggi secondari.
Una nota a margine merita la mappa di gioco. Come in tutti i titoli di Ice-Pick Lodge, la città diventa un personaggio a sé stante. La mappa è anch’essa in pezzi come le foto d’infanzia e andrà ricomposta man mano che proseguono i giorni del gioco.
Allo stesso tempo il giocatore può memorizzare la disposizione degli edifici orientandosi anche senza. Come i 5 protagonisti, così anche il giocatore crea dei ricordi legati alla città. È essenziale inoltre visitare alcuni luoghi collegati personalmente ai protagonisti o diventerà letteralmente impossibile proseguire nella storia.
Temi di Know by Heart
Attenzione! La seguente sezione tratta argomenti difficili, specie per chi ha perso qualcuno di recente. Proseguite a vostro rischio o saltate.
Veniamo ora al pezzo forte del gioco, i temi. Se quello che ti ho detto finora non ti convince, torniamo alla storia di Bill e del suo giorno meraviglioso. Bill ha ottenuto l’immortalità, e adesso? Quando si pensa alla vita eterna, si tende a immaginare un corpo immune alle malattie, al decadimento e alla morte.
Quello che in realtà vogliamo è l’estensione di noi stessi, la nostra mente, le nostre esperienze per i posteri. Know by Heart interroga questo concetto. E se continuassimo a vivere, senza ricordare nulla del nostro passato? Cosa potremmo fare se all’improvviso tutte le nostre relazioni cessassero di essere?
Ci siamo trovati o ci troveremo a un certo punto della nostra vita a dover fare i conti con la morte. È inevitabile. Un parente vicino, un amico, un animale domestico. L’unica cosa possibile da fare è elaborare il lutto e andare avanti preservandone il ricordo. Ci sono modi e tempi diversi per ognuno di noi, ma fa parte della vita.
Esiste qualcosa di peggio però: la damnatio memoriae. Questo non succede a tutti. Molti a causa di malattie neurodegenerative e demenza senile dimenticano. Dimenticano sé stessi. Dimenticano i propri congiunti. Dimenticano noi. È un destino che non si può augurare a nessuno, né a chi dimentica né a chi è dimenticato.
Al di là dell’interpretazione letterale, dell’epidemia che elimina selettivamente i ricordi dei propri cari, al di là della nebbia che avvolge la città, lenta ma inesorabile, resta quella sensazione di vuoto che non va mai via completamente.
Proprio come i protagonisti del gioco, il giocatore sa che è una cosa inarrestabile ma ciononostante bisogna fare il possibile per aggrapparsi a quel poco che ci resta, dei ricordi e delle foto.
Allo stesso modo il tempo in un luogo privo di ricordi diventa relativo. All’inizio è estate, alla fine del gioco è inverno, nell’arco di 5 giorni. Non c’è modo di sapere quanto tempo ha dimenticato Misha, neppure quanto tempo si ricordi. L’unica cosa che sappiamo è che la persona, con cui abbiamo iniziato il nostro viaggio, non esiste più.