Riuscire a videogiocare è diventato sempre più un hobby di lusso negli ultimi periodi. Complice di ciò i prezzi decisamente elevati che alcuni negozi, sia fisici sia online, non intendono minimamente abbassare per andare incontro alle disponibilità del giocatore stesso, che nel più delle volte è costretto a rinunciare alla propria passione per motivi puramente economici.
Che si tratti di un semplice titolo appena uscito o di un gadget, gli speculatori non mancano. Un esempio molto tangibile può essere ritrovato all’interno del caso PlayStation 5 e Xbox Series X, diventate ormai quasi introvabili a causa della scarsa reperibilità dei conduttori da installare all’interno delle macchine da gioco: ciò scatena l’arte del bagarinaggio, incappando così di tanto in tanto in console vendute da privati a quasi il doppio del prezzo di listino, ma anche alcuni negozi indipendenti ormai adottano lo stesso sistema di prezzi.
In genere ci si affida a rivenditori ufficiali per l’acquisto delle console di ultima generazione, ormai diventate praticamente un miraggio. Moltissimi giocatori si sono affidati alla catena GameStop, lamentando però delle strane pratiche da parte dell’azienda: lamentele che non sono passate di certo inosservate.
Multa da capogiro per GameStop: la voce dei giocatori è stata ascoltata
Moltissimi giocatori hanno da sempre lamentato la poca chiarezza comunicativa da parte di GameStop Italia, tanto da non riuscire a comprendere quasi sempre il pieno funzionamento di alcune delle tante promozioni lanciate, dei prezzi esposti, soggetti sempre a casuali variazioni una volta arrivati alla cassa, oppure dei prezzi irrisori che l’azienda offre al cliente arrivato in negozio per rivendere un gioco usato.
Le lamentele da parte dei giocatori sono state tante, chiare e dirette: GameStop è stata dunque multata aspramente per aver diffuso informazioni inesatte e ingannevoli sull’effettiva disponibilità dei prodotti venduti online e sui relativi prezzi, oltreché sui tempi di consegna, e ha anche imposto l’acquisto di prodotti accessori in abbinamento forzoso (bundle) e l’annullamento unilaterale e discrezionale degli ordini effettuati dai consumatori.
Una multa da ben 750.000€ che peserebbe molto non solo economicamente, ma anche da un lato prettamente pubblicitario, facendo risultare conseguentemente il nome dell’azienda non più tanto pulito e trasparente come magari lo è stato in passato. D’altronde lo stesso motto dell’azienda si è rivelato veritiero anche in ambito pratico: “Power to the players“.