Leggende Pokémon Arceus è stato a mani basse tra i titoli più dibattuti degli ultimi mesi, paradossalmente però la discussione relativa al titolo non ha coinvolto, come sarebbe lecito aspettarsi, soltanto i fan dei mostriciattoli tascabili più famosi di sempre, ma questo particolare e rivoluzionario titolo si è rivelato in grado di coinvolgere anche videogiocatori generalmente lontani dal popolarissimo brand.
A suscitare attenzione e curiosità (purtroppo in negativo) è stata la resa tecnica del titolo, che si è mostrata traballante e incerta fin dalla prima presentazione del progetto, mostrando una direzione quantomeno confusionaria negli uffici di Game Freak, sull’aspetto produttivo però torneremo più avanti. Se l’aspetto tecnico così grezzo e poco rifinito ha però reso istantaneamente Leggende Pokémon Arceus un vero e proprio meme, la curiosità suscitata dal gameplay, rivoluzionario per la serie, ha messo sul gioco una gigantesca lente d’ingrandimento che lo ha reso subito un polo d’interesse per migliaia di videogiocatori.
Dopo il classico anno di campagna pubblicitaria che contraddistingue i lanci dei titoli Pokémon, Leggende Pokémon Arceus, ad appena due mesi di distanza dal lancio dei remake di quarta generazione Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente, titoli col quale il gioco è legato a doppio filo, gli Allenatori di tutto il mondo hanno finalmente potuto mettere piede a Hisui, e dopo qualche giorno dal lancio questa nuova e incredibile avventura è ancora sulla bocca di tutti. Ci avrà convinti? Scoprilo nella nostra recensione!
“I Pokémon, ecco… sono creature spaventose!”
Per oltre 25 anni, il brand Pokémon ci ha affascinati e conquistati con l’idea che i mostriciattoli tascabili fossero compagni e fedeli alleati degli umani, una fauna alternativa in un universo narrativo nel quale la collaborazione tra specie così differenti è alla base della sopravvivenza e di una società generalmente felice e positiva. Leggende Pokémon Arceus invece stravolge tutte le nostre convinzioni, e lo fa in tutti i modi possibili!
Il gioco si ripropone di cambiare le carte in tavola fin dal suo setting, se per ben otto generazioni Pokémon siamo stati abituati a esplorare una realtà moderna e al passo coi tempi, stavolta invece ci tocca fare un tuffo nel passato, in un periodo storico parecchio antecedente alle vicende solitamente narrate. Ci ritroveremo a Hisui, che abbiamo imparato a conoscere oltre un decennio fa come Sinnoh, la regione nel quale è ambientata canonicamente la quarta generazione.
Non è la prima volta che esploriamo un Medioevo popolato dai mostriciattoli tascabili, ben 10 anni fa, nel 2012, ci aveva già pensato Pokémon Conquest, un crossover con la serie Nobunaga’s Ambition a mostrare il rapporto tra Pokémon ed esseri umani nel passato. Tuttavia, il titolo, data la sua natura di crossover, non aveva alcuna pretesa narrativa incentrata sull’espansione della lore del mondo Pokémon, stavolta invece ci ritroviamo di fronte a una situazione diametralmente opposta.
La società che si è stabilità a Hisui teme e ripudia i Pokémon, vedendoli come una vera e propria minaccia e ribaltando completamente la narrativa costruita in oltre due decenni. Il tutto è reso alla perfezione fin dalle primissime battute di gioco, che mostrano gli abitanti del Villagio Giubilo (hub centrale del gioco) totalmente refrattari nei confronti dei nuovi arrivati e del diverso. Mi ritrovo fin da subito a lodare la qualità della scrittura dei personaggi, anche degli NPC che ci affideranno delle semplici quest secondarie: l’evoluzione psicologica di una comunità che man mano si ritroverà a conoscere e a cambiare il proprio punto di vista su ciò che a inizio gioco è visto come una minaccia è precisa e naturale, e ci lascerà sorpresi in più di un’occasione.
Perfino i personaggi di contorno che si renderanno protagonisti di una singola porzione di trama riserveranno sorprese, le trame che li vedranno protagonisti infatti non saranno mai scontate e banali, e anzi riserveranno dei risvolti spesso profondi e inaspettati, una vera sorpresa per i fan del brand, che dalla sesta generazione in poi, narrativamente parlando, sono sempre andando incontro a banalità e nonsense a non finire nelle trame dei giochi Pokémon.
Fatte le dovute precisazioni su personaggi e setting generale, è l’ora di parlare della lore, protagonista assoluta e indiscussa di Leggende Pokémon Arceus. Ovviamente non ci saranno spoiler, ma sappi che il gioco è quanto di meglio i fan potessero chiedere al brand! Già dalla sua prima apparizione, la quarta generazione si è posta l’ambizioso obiettivi di andare letteralmente alle fondamenta dell’universo Pokémon, raccontando l’origine e la creazione di questo mondo attraverso le sue divinità, andando anche a riscrivere la genesi biblica in salsa Pokémon.
Il fatto di ritrovarsi in un passato in cui le credenze religiose e mitologiche non hanno ancora ceduto il passo alla scienza è davvero significativo, soprattutto dal momento che tutto questo avviene in una antica Sinnoh che non è affatto la regione che conosciamo al giorno d’oggi. Il ritrovarsi in luoghi iconici per il franchise come i laghi di Uxie, Azelf e Mesprit, o l’esplorare un Monte Corona più insidioso e pericoloso che mai, dona al giocatore emozioni nuove e contrastanti: Leggende Pokémon Arceus riesce esattamente nel suo intento di unire passato e futuro per dare ai fan qualcosa che aspettavano ormai da tempo, ovvero un titolo narrativamente solido e coerente, che si inserisce alla perfezione in una narrazione che dura da oltre vent’anni, e lo fa alla perfezione!
Inoltre, il gioco non vive di sola lore! Anzi, nella trama che Leggende Pokémon Arceus riesce a imbastire sapientemente ci sono diversi colpi di scena che riescono a incuriosire il giocatore e a spingerlo ad andare avanti. Non voglio esagerare, ma ci sono stati momenti nel quale mi è sembrato di ritrovarmi davanti a un ottimo thriller, e avendo atteso così tanto il gioco mi sono dovuto frenare dal giocare tutta d’un fiato l’intera campagna principale, alterandola alla maggior parte delle missioni secondarie proposte.
Complice di quest’ottima resa è anche la scelta intelligentissima di recuperare molti volti noti del brand e riproporli nelle loro versioni passate con ruoli unici: ci ritroveremo quindi antenati agricoltori i cui discendenti sono poi diventati Capopalestra di tipo Erba, oppure trisavoli briganti il cui destino dei discendenti è andato in tutt’altra direzione. Il ricostruire tassello per tassello le fondamenta della società e anche le storie che hanno poi condotto al presente del mondo Pokémon non è solo il fiore all’occhiello del gioco, ma è un vero e proprio valore aggiunto all’intero brand.
Il gameplay di cui avevamo bisogno…
Il gameplay è ciò che mi ha reso complicato scrivere questa recensione. Non perché si sia rivelato difficile da analizzare, quanto piuttosto perché è stata letteralmente una prova di forza staccarsi dal gioco per mettersi alla tastiera: Leggende Pokémon Arceus ha un ritmo a dir poco ipnotico! Senza dubbio, erano anni che non trovavo un titolo che fosse in grado di tenermi così incollato allo schermo e, quando possibile, togliermi anche qualche ora di sonno, ripagata dall’indubbia qualità del gioco.
Leggende Pokémon Arceus infatti, dopo un tutorial abbastanza articolato che ci terrà su binari per poco meno di un paio d’ore, ci getta nella vastità di Hisui e lascia l’Allenatore libero di confrontarsi con un mondo più vivo che mai. In perfetta controtendenza con la settima e l’ottava generazione, che nei loro titoli hanno camuffato in maniera maldestra un unico (e imbarazzante) percorso obbligato fino a fine gioco, ci troviamo al cospetto di un gioco che nel suo articolato e maestoso level design trae linfa vitale più dal primo Dark Souls che da un qualsiasi titolo precedente della serie Pokémon.
La regione di Hisui, un po’ come la serie Monster Hunter insegna, è articolata in diverse macroaree totalmente esplorabili fin dai primi minuti di gioco libero. Certo, alcune barriere naturali risulteranno inizialmente impossibili da oltrepassare, ma quando poi saremo provvisti delle opportune cavalcature letteralmente nulla sarà un limite.
L’esplorazione, che costituisce lo scheletro principale del level design di Leggende Pokémon Arceus, è il naturale perfezionamento delle Terre Selvagge di Pokémon Spada e Scudo, è evidente però che Game Freak sia stata in grado di imparare dai propri errori e perfezionare la formula. Se mettere piede nelle ampie lande di Galar infatti significava ritrovarsi davanti dei muri invisibili costituiti da Pokémon appositamente troppo potenti per determinate fasi di gioco, a Hisui un po’ di ingegno ci permetterà di non temere nemmeno le creature più potenti, e il tutto viene finalmente tradotto in un titolo impegnativo, ma che regala grandi soddisfazioni ai giocatori più smaliziati grazie a un sistema di combattimento totalmente rivisto, ed è decisamente arrivato il momento di parlarne.
Per quanto l’esplorazione e il senso di scoperta tornino a costituire un tassello fondamentale in un gioco Pokémon, a farla da padrone sono indubbiamente le Lotte Pokémon, perno principale della serie che mai sono state così soddisfacenti e appassionanti. Anzitutto, uno dei cambiamenti principali sta nella gestione delle catture, che ora potranno essere effettuate sia in “stealth” semplicemente lanciando una Ball addosso ai Pokémon selvatici che dopo la classica lotta in cui andare a ridurre i PS dell’avversario prima di tentare la cattura.
Ciò che rende il tutto dinamico e mai ripetitivo è il diverso comportamento di ogni Pokémon a seconda della specie: ai Paras più aggressivi che attaccheranno a vista il giocatore si alternano gli Starly, più timidi che tenderanno a spiccare istantaneamente il volo appena entreremo nel loro campo visivo. I cambiamenti più grandi però, come già anticipato, si noteranno nel momento in cui decideremo di passare alle maniere forti e lottare.
Anzitutto, ogni mossa ora avrà due varianti che andranno ad aggiungersi a quella classica: Tecnica Rapida e Tecnica Potente; se la prima andrà a ridurre il danno della mossa stessa per favorire la velocità del Pokémon consentendogli di avere diritto anche a più turni di fila, la seconda farà l’esatto opposto, aumentando l’output di danno a discapito dei turni in cui il Pokémon che l’ha effettuata potrà agire. Se quindi decidiamo di utilizzare una mossa più potente del solito, dobbiamo farlo con la consapevolezza che la nostra azione non andrà a rompere gli equilibri di gioco, e anzi, dovremo anche assumerci il rischio di incassare due colpi di fila, situazione che non tutti i mostriciattoli tascabili possono permettersi.
Quando in precedenza accennavo al fatto che comprendendo a fondo il sistema di gioco si potrebbero anche affrontare minacce insormontabili in passato mi riferivo proprio a questo: gestendo con attenzione i vari stili di lotta ci si potrebbe anche trovare nella situazione in cui anche gli avversari più potenti si ritroveranno sbaragliati dalla più solida delle strategie. Il tutto viene anche favorito e invogliato dall’appiattimento della classica parametria della serie, rivoluzionata con intelligenza in modo da rendere ogni singolo scontro impegnativo, ma accessibile.
Il sistema di combattimento inoltre è anche stato rivisto sotto altri punti di vista, dedicati ai veterani della serie. Anzitutto, sono state eliminate le Abilità, caratteristiche estremamente interessanti introdotte in terza generazione e capaci di rendere interessante oltre un decennio di gioco competitivo; i puristi del genere e delle lotte Pokémon potrebbero ritenere un difetto questa semplificazione, in realtà l’ho trovata una scelta azzeccata che avrebbe reso confusionario un sistema di combattimento che invece risulta raffinato e capace di rendere equilibrata ogni lotta.
Sempre per quanto riguarda i cambiamenti che solo una parte dei veterani saranno in grado di cogliere, alcuni status negativi sono stati modificati, in particolare il Congelamento, che ora funzionerà come una Scottatura che andrà però a influire sull’attacco speciale e il Sonno, ora molto più simile allo status Paralisi, con la differenza che il primo non andrà a diminuire la velocità. Ultima modificata significativa allo scheletro della lotta sta nell’Impegno, una statistica che determinerà l’aumento dei valori e che ho letteralmente amato, dal momento che va a semplificare e rendere più immediato il farraginoso sistema delle EvS.
Per concludere il discorso relativo alle lotte poi abbiamo le temibili minacce a cui si accennava in precedenza: ovvero i Pokémon Regali e i Pokémon Alfa. I primi saranno dei veri e propri boss che andranno a scandire le varie fasi della campagna, il combattimento contro queste imponenti creature in preda alla collera costituirà la classica fight platform, nel quale l’Allenatore si confronterà direttamente contro alcune creature alternando fasi di indebolimento in cui capire il pattern d’attacco e trovare una strategia adeguata alle classiche lotte tra Pokémon. Per quanto riguarda gli Alfa invece, saranno mostriciattoli tascabili più grandi e potenti del normale e con moveset esclusivi, dei veri e propri midboss catturabili disseminati nel mondo di gioco contro il quale dovremo mettere a punto le strategie più ingegnose per uscirne trionfanti.
L’ultimo aspetto di rilievo del gameplay sta nella quality of life, nettamente incrementata rispetto al passato, soprattutto nella gestione dei Pokémon durante la loro crescita. In particolare, l’Evoluzione sarà parecchio differente rispetto al passato: adesso, al raggiungimento del livello richiesto per la trasformazione, questa non partirà in automatico, potremo anzi innescare l’Evoluzione in qualsiasi momento da un apposito menù; allo stesso modo, ora il movepool delle Mosse utilizzabili in battaglia sarà modificabile in qualsiasi momento, i nostri mostriciattoli tascabili infatti avranno un nuovo menù dal quale scegliere Mossa per modificare il Moveset in qualsiasi momento.
Senza alcun dubbio, queste ultime due feature devono assolutamente diventare un must have anche nei futuri titoli della serie, sarà estremamente difficile infatti tornare indietro dopo un aggiornamento così al passo coi tempi che mostra una volontà da parte di Game Freak di mettersi al passo con il panorama videoludico moderno, soprattutto nel campo dei JRPG.
Insomma, un combat system al limite della perfezione… fin quando rimane incasellato nelle battaglie coi Pokémon selvatici, ma che rivela una certa debolezza nel momento in cui a comandare i nostri avversari sono altri Allenatori, la cui IA non è proprio il massimo e anzi, appiattisce e banalizza le lotte. Queste ultime battaglie sono sporadiche, il loro numero esiguo infatti porta a pensare che siano un’aggiunta dell’ultimo minuto, una nota decisamente dissonante, ma che per fortuna si presenta così poche volte che non fa a inficiare più di tanto il risultato finale.
… e il comparto tecnico che NON ci meritiamo!
Così tanto da dire, così poca necessità di farlo. Per quanto riguarda il comparto tecnico infatti, parlano le immagini, e stanno comunicando in maniera chiarissima al pubblico il fatto che graficamente Leggende Pokémon Arceus si sia presentato in condizioni pessime fin dal suo reveal, con animazioni legnose e framerate ballerino, una situazione che, per fortuna, è stata smussata nell’ultimo anno e ha permesso al titolo di arrivare in condizioni quantomeno dignitose sugli scaffali, perlomeno per quanto riguarda la stabilità generale.
Prima di affrontare la complessa questione relativa alla resa grafica però voglio parlare di un altro punto a favore della produzione: il comparto sonoro. È infatti necessario puntualizzare che non c’è stato un totale disimpegno per quanto riguarda la realizzazione tecnica, le colonne sonore che accompagnano ogni produzione targata Pokémon infatti risultano (quasi) sempre memorabili e degne di nota, riuscendo a donare alla regione in questione uno stile unico e inconfondibile.
Da questo punto di vista, Hisui ovviamente non fa eccezione, e allieta il giocatore con melodie che riescono perfettamente a enfatizzare le fasi stealth con suoni tenui che restituiscono l’idea di furtività, e le battaglie vengono accompagnate da melodie epiche e dinamiche. Unico neo in una colonna sonora altrimenti tra le migliori ascoltabili nella serie è, purtroppo, il tema principale: rivelato per la prima volta col trailer dedicato a Voltorb di Hisui, questa traccia fin troppo scanzonata non riesce bene a restituire l’idea di mistero che percorre l’intera trama.
Il tasto dolente quindi, ciò che fa precipitare l’apprezzamento generale di tutto Leggende Pokémon Arceus è quindi, senza appello, il comparto grafico. Non si tratta nemmeno della direzione artistica, ormai consolidata e standardizzata (purtroppo) fin dalla settima generazione: i volti inespressivi e la mancanza di un benché minimo doppiaggio sono solo la punta dell’iceberg. Il vero problema è che ci ritroviamo davanti a un titolo che palesemente aveva bisogno di almeno un altro anno di lavorazione per essere rifinito a dovere.
Ombre seghettate, compenetrazioni, modelli imprecisi in lontananza e patine viola che ricoprono interi scenari: girare per Hisui è come fare il proprio sport preferito… in una discarica. Mi rendo conto che il paragone potrebbe risultare rude e impietoso, ma ho avuto l’impressione di essere continuamente “preso a schiaffi” da un titolo che, come nel più classico dei casi, “potrebbe, ma non si impegna” ed è un vero peccato dato quanto trama e gameplay siano invece coinvolgenti.
In molti, stanno paragonando costantemente Leggende Pokémon Arceus a The Legend of Zelda: Breath of the Wild per ribadire quanto Nintendo Switch sia in grado di fare. A mio avviso però il paragone è fuori luogo, penso che sia più opportuno, anche solo per il livello di affinità con palette cromatica e setting, paragonare il titolo a Monster Hunter Stories 2, e anche in questo caso la nuova avventura dei mostriciattoli tascabili ne esce con le ossa rotte.
Il mio mantra è che la grafica non è fondamentale se il gioco riesce ugualmente a raccontare una bella storia e a intrattenere col suo gameplay, titoli come Undertale hanno fatto storia anche in questo senso, il problema è che serve intelligenza per farlo, quella che è mancata a Game Freak in questo caso: un’ambiente di gioco può anche essere sgradevole esteticamente, ma se si rivela ispirato e ricco di buone idee il giocatore si sente ugualmente coinvolto, situazione impossibile da riscontrare a Hisui, una vasta landa con interessanti e stimolanti idee di game design mortificate da panorami spogli, con texture indefinite e asset riutilizzati all’infinito e senza logica.
In definitiva: Leggende Pokémon Arceus è un buon gioco? Assolutamente sì! Parliamo di un titolo che, al netto di piccole sbavature, sa intrattenere, interessare e incuriosire, e soprattutto è capace di far entrare il giocatore in un loop di gameplay dal quale è poi difficile uscire, tuttavia le carenze tecniche sono davvero imperdonabili e vanno a giustificare l’ampia discussione videoludica che il titolo sta accendendo negli ultimi giorni. La domanda ancora più pressante è: il gioco può costituire il futuro della serie? Per scoprirlo dovrei tornare qui su iCrewPlay.com domenica 6 febbraio alle 15:00, ci sarà moltissimo di cui parlare…