Mira’s Brush inizia con uno sketch che potrebbe essere uscito dalla penna dei Monty Python. Due barattoli di vernice senzienti stanno conversando amabilmente nella sala del trono, che è più simbolico che altro, quando all’improvviso un incrocio tra Saddam Hussein e un tricheco irrompe a bordo del suo mezzo corazzato per reclamare il trono (che è più simbolico che altro).
I due barattoli di vernice reagiscono come se fosse una cosa di routine, al che il tricheco stizzito se ne va, risucchiando il colore dal palazzo. Con molta flemma, viene convocata Mira. Oltre ad essere una biologa molecolare, si da il caso che Mira possieda anche un pennello magico. La missione è più facile a dirsi che a farsi: recuperare TUTTI i colori rubati, per ridare colore allo sfondo che ora è quasi completamente grigio.
Ora, se stai pensando che sia un platformer come un altro, con ambienti colorati, nemici paciocconi e si esaurisca nel giro di poche ore, permettimi di condurti attraverso questa allucinazione stroboscopica chiamata Mira’s Brush; can you save Chromaland?
Mira’s Brush: un platformer anni ’90 solo per i duri
Mira’s Brush tende a rievocare un certo stile e una certa epoca nella storia dei videogiochi. La grafica a 8 bit ricorda l’epoca d’oro di SNES, la musica che fa da accompagnamento non è da meno. Anzi, forse sarebbe più calzante parlare di giochi per PC nei primi anni ’90. Per chi se lo ricorda, il menù iniziale durante la selezione del profilo ricalca quello di Rayman Junior, che girava su Windows 95.
Questi colori estremamente saturi e le musiche a 8 bit con tanto di effetto bitcrusher, per quanto affascinanti da un punto di vista retrò, possono risultare molto fastidiosi se provate con cuffie e su monitor ad alta risoluzione. Sarebbe perfetto se fosse un titolo su smartphone, ma su PC è un vero assalto ai sensi.
Paradossalmente su alcune pareti sono disponibili repliche di quadri e statue famose piuttosto fedeli, il che implica la possibilità di rendere sfondi e sprite dei personaggi più gradevoli alla vista, se solo il team di sviluppo ne avesse voglia.
Ma il problema principale nasce dal fatto che, oltre a ereditare l’estetica dei suoi predecessori, il gioco ne eredita anche la difficoltà smisurata andando a cozzare con il suo aspetto fanciullesco. Tenendo conto di questa dissonanza tonale è difficile immaginare un target ideale per questo prodotto, al di fuori dei masochisti, amanti delle sfide e puristi del genere platform.
Le meccaniche
Mira’s Brush è un platformer in 2D a scorrimento laterale con elementi di strategia e rompicapi. Il giocatore vestirà i panni di Mira, una pittrice chiaramente codificata come musulmana. Può sembrare un dettaglio insignificante, ma ci torneremo più avanti. I problemi iniziano già dal tutorial. Anche se è usato come una battuta, potrebbe essere un po’ più chiaro.
Dopo ogni schermata di caricamento, Mira può scalare grattacieli con il suo primo salto. Non è ben chiaro se sia voluta la cosa o se sia un bug. In ogni caso è utile dal momento che alcuni punti del livello sono all’apparenza irraggiungibili. Dopo pochi passi, arriviamo al primissimo scoglio: 3 tronchi galleggianti. Non sarebbe un grosso problema se non fosse che Mira ha la stessa accelerazione di una muscle car, risulta quindi difficile effettuare piccoli salti di precisione. Fortunatamente i casi in cui è richiesto un simile controllo sono molto rari.
Se ti aiuta puoi immaginare il “livello sul ghiaccio” del tuo gioco preferito. Ecco, Mira’s Brush è tutto il “livello sul ghiaccio”, cosa che risulta strana perché in alcune sezioni dove ci sono effettivamente neve e ghiaccio non si notano differenze significative. Il giocatore può subire al massimo due punti di danno prima che la sua anima sia strappata dal suolo e trascinata verso l’inizio del livello.
A meno che non si giunga alla statua Hamza, che può essere attivata esattamente una volta come checkpoint e può essere utilizzata per teletrasportarsi alle altre statue Hamza oppure all’inizio del livello. All’inizio può sembrare inutile, ma una volta entrati nel ritmo del gioco diventeranno essenziali per muoversi efficientemente.
Il combattimento e l’esplorazione
Mira’s Brush utilizza il colore come mezzo principale per interagire con lo scenario. Vuoi costruire un ponte? Usa il colore giusto. Vuoi ridare vita agli oggetti sacri? Usa i colori giusti. Accendere candele? Raccogliere collezionabili? Aprire porte? Colora, colora, colora! Per esplorare completamente mappe e livelli sarà anche richiesto l’uso degli stencil, modificatori che influiscono sulla dimensione, forma e portata degli attacchi.
Esistono chiavi, boomerang, stelle, lucciole e molti altri che a prima vista sembrano macchinosi e fastidiosi da raccogliere, ma sono piazzati strategicamente per convogliare il giocatore in un circuito ideale di esplorazione. La stessa cosa vale per il colore: all’inizio avremo disponibile come “colpo in canna” un solo colore, che verrà sostituito ogni volta da quello assorbito. Questo garantisce il backtrack e fa lievitare notevolmente il tempo di gioco , anche se la statua di Hamza aiuta enormemente.
Una nota a margine merita il sistema di combattimento. Fondamentalmente ci sono tre modi per vedersela con i nemici: risucchiarne il colore, aggirarli, oppure colpirli con lo stesso colore dello sfondo. Con il primo metodo la maggioranza dei nemici diventa innocua e può diventare un rialzo utile per saltare, o attraversare grandi distanze nel cielo e nell’acqua.
Il secondo metodo è il più rischioso, perché avendo solamente 2 hp anche un solo colpo può essere una sentenza di morte. Tuttavia è indispensabile perché il colore del nemico potrebbe essere inutile nella zona che stiamo per esplorare. Per non parlare del fatto che i colori assorbiti all’uscita di un livello restano fino alla sovrascrittura, quindi sfruttando il vantaggio tattico potremmo volerli conservare fino ad un punto critico in cui sono richiesti.
Il terzo e ultimo metodo è il più efficace, ma è altamente situazionale. Quando è necessario un colore per superare un livello, il gioco lo fornisce nelle vicinanze. Quando serve per preservare la sanità mentale del giocatore però, neanche l’ombra. Eliminare in questo modo conferisce anche stencil diversi, a seconda del tipo di nemico eliminato. Dal momento che non basta saltarci sopra o colpirli dalla distanza, gestire i nemici è più coinvolgente, poiché sono richieste strategia ed esecuzione pressoché perfette.
Per quanto sia divertente questo approccio al combattimento, tuttavia sono presenti dei difetti. La presenza di nemici che non sono monocromatici (i grunt) obbliga il giocatore a schivarli. Se alcune entità (solitamente quelle nere) entrano in contatto con Mira rendono il colore nero di default, che raramente è il colore di fondo, frustrando gli sforzi per arrivare a destinazione mantenendo il colore desiderato e causandone il suicidio ripetuto (nel gioco) per ritentare.
Alcuni colori sono equivalenti ma in modo incostante. Per esempio si può colorare l’arcobaleno a fine livello con il rosa o con il viola, ma provando lo stesso trucco quando c’è un fondale rosa con un nemico, questo si farà beffe del nostro “daltonismo” per porre poi fine alle nostre sofferenze.
L’hitbox è impreciso, a volte basta sfiorare un nemico di un pixel per attivare l’effetto del colore, altre volte bisogna colpirlo in pieno centro neanche fossimo Gemon Ishikawa XIII. I nemici si rigenerano non appena si sposta la visuale (a volte anche senza) impedendo così di rendere la mappa sicura per il backtrack.
Level design
Sotto questo aspetto, Mira’s Brush potrebbe fare scuola. Dietro ogni singola porta, dietro ogni elemento che sembra fuori posto si cela un mondo completamente a sé stante. Le regole, così come le prospettive sono costantemente rimesse in discussione e costringono il giocatore a cercare sempre nuove soluzioni. Una volta trovato il modo, deve essere eseguito con precisione e ritmo.
È evidente che è stata prestata la massima attenzione al posizionamento degli oggetti, stencil, nemici e punti di salvataggio in modo da creare un percorso ideale, senza stamparlo a caratteri cubitali. C’è allo stesso tempo un’attesa e un terrore per l’ignoto: cosa si nasconde dietro l’angolo?
Questo può essere considerato tanto una forza, quanto una debolezza. Non c’è modo di sapere in anticipo cosa aspettarsi se non quello di sfrecciare a razzo verso il limite destro dello schermo. Ad alcuni giocatori sembrerà ingiusto, altri si arrabbieranno, ma una volta superata la paura iniziale questo stile di gioco affonda le sue radici e non lascia scampo. I veterani dei giochi FromSoftware avranno una sensazione di familiarità, i masochisti come il sottoscritto insomma.
Oltre ai singoli livelli fa piacere vedere che non c’è una schermata statica per accedervi, ma l’hubworld stesso è un livello vero e proprio, pieno zeppo di citazioni ad altri giochi, scorciatoie, contenuti bonus, NPC e negozianti. Quest’ultimi di vitale importanza perché oltre a spezzare il ritmo di gioco, offrono anche consigli e potenziamenti (punti vita extra, tavolozze per aumentare il numero massimo di colori, protezione contro le cadute..) per migliorarci la qualità della vita.
L’unica pecca, oltre ai bug che rendono alcuni livelli ingiocabili, è che la progressione della difficoltà non coincide con la disposizione dei livelli. Il “mondo 2” è più difficile del “mondo 1” ma anche del “mondo 3” quindi per un esperienza ottimale i vari mondi potrebbero essere ridistribuiti secondo una curva più dolce per non scoraggiare i giocatori alle prime armi. Decisamente niente male comunque, per uno studio indipendente che ha come esperienza alle spalle solo 3 RPG realizzati su RPG maker.
Temi e meta-umorismo
Con una mossa audace, Mira’s Brush è apertamente politico. L’incipit, pur facendoci sorridere, rievoca la scena analoga di Monty Python e il Santo Graal in cui viene sollevata una discussione politica tutt’altro che campata per aria. E non è un caso che Mira, che poteva benissimo essere un fornaio con un’idropulitrice sonica, sia rigorosamente codificata come una donna, musulmana con decine di titoli di studio e costretta a fare l’imbianchina. L’oggetto che ci “salva” dalla morte è una statua Hamza, simbolo che può essere ricollegato sia all’ebraismo che all’islam. Hamza rappresenta libertà, protezione e il rapporto con la fede per i credenti.
Forse è una lettura aggressiva, ma è perfettamente in linea con l’antagonista, il suddetto tricheco dittatore che minaccia di togliere i colori (leggi diversità) al mondo così vibrante e pieno di luce. Sarà forse un messaggio “banale” ma fa sempre bene sentirselo ripetere di tanto in tanto. Allo stesso modo, il mondo difficile di Mira’s Brush può rappresentare l’eterna frustrazione di chi appartiene ad una minoranza, anche nelle cose più banali, come il check-in dell’aeroporto.
Come riprova che Angel Star Studio tenga all’inclusività, esiste persino una modalità “color assist” per chi ha disturbi nel vedere i colori può godersi lo stesso il gioco con un handicap relativo.
È un peccato che i boss del gioco non seguano lo stesso tipo di rappresentazione, virando invece su animali antropomorfi, meme e oggetti senzienti. Per quanto riguarda invece l’umorismo il gioco se la cava a metà. Infine in un livello nascosto a tema natalizio, si possono apprezzare simboli religiosi di diverse confessioni sparsi per tutta la mappa.
I costanti riferimenti ad altri giochi e film, le rotture della quarta parete e “l’inutilità” del tutorial possono piacere o no. Per come la si veda, il gioco dura almeno 30 ore, stando alla descrizione su Steam, quindi è inevitabile che almeno un NPC vi faccia sorridere con le sue battute fisse di dialogo. Ci sono anche diverse battute sul politicamente corretto, che oscillano tra l’ironia e la serietà.
Conclusioni
In breve Mira’s Brush aspira a fare molte cose e nel tentativo perde qualche colpo per strada. Tuttavia una versione ideale di questo gioco, pulito dai bug e reso più accessibile rappresenterebbe certamente il futuro dei platform. Ci piacerebbe vedere più giochi che osano anziché stare nella comfort zone nel tentativo di vendere più copie. Il gioco vale ogni centesimo speso, e varrà ancora di più una volta che queste piccole grinze saranno sistemate.