Re: Turn 2 Runaway è la nuova fatica di Red Ego, seguito diretto di Re: Turn One Way Trip uscito nel 2020. Il titolo è completamente sviluppato in pixel art, e se è esattamente ciò che ti aggrada potrebbe interessarti leggere questo nostro articolo, che parla di un altra famosa perla della stessa qualità artistica.
Come ho già annunciato in fase di presentazione, Re: Turn 2 Runaway è il sequel diretto del precedente titolo. Resta consigliato quindi aver giocato il precedente capitolo prima di comprendere appieno questo, tuttavia puoi star sereno, eviterò spoiler e non ti rovinerò il piacere di giocare entrambi i titoli.
Siamo davanti ad un horror psicologico in 2D, dalla componente artistica chiaramente in pixel art, e con la presenza di enigmi da risolvere per avanzare nella storia. Esattamente come nel primo capitolo, e anche con qualche piacevole aggiunta in più. Vuoi sapere quali? Non ti resta che procedere nella lettura.
Re: Turn 2 Runaway
Il nuovo horror psicologico in pixel art prosegue la storia esattamente dal termine del primo capitolo, quindi è doveroso fare un salto indietro. Quantomeno per permetterti di comprendere il contesto di gioco:
Saki, la nostra protagonista, insieme ad altri quattro amici, decide di godersi qualche giorno di campeggio, ma l’oscurità è in agguato. Gli amici di Saki scompariranno misteriosamente, e spetterà a lei cercare di far luce sul mistero. La comparsa improvvisa di un treno fantasma però, non renderà le cose facili alla nostra eroina.
Per godere appieno di questo Re: Turn 2 Runaway ho infatti giocato anche il primo capitolo, proprio per cogliere appieno le differenze e non cadere in vaghe e false interpretazioni. Se posso ammetterlo, ho fatto davvero bene a recuperare anche il primo capitolo.
La trama di questo secondo capitolo prosegue esattamente da dove hai interrotto, sempre ammesso che tu abbia giocato il capitolo precedente. Saki è in procinto di lasciare finalmente quel luogo nefasto, ma non sarà così facile come pensava. L’oscurità è ancora in agguato, e non la lascerà andare senza batter ciglio.
Le differenze con il capitolo precedente
In Re: Turn 2 Runaway ci sono state alcune migliorie rispetto al primo capitolo, la resa grafica e la palette dei colori sono notevolmente migliorati, e la presenza di un doppiaggio “di cuore” rendono questo videogioco davvero di pregevole fattura. Ma non è tutto oro ciò che luccica, purtroppo.
Il comparto audio è stato reso più fluido, le colonne sonore trasmettono in pieno l’emozione del momento, ed è anche presente un doppiaggio (ovviamente in lingua inglese) che rende il titolo davvero piacevole da giocare. E’ tutto gradevolmente amalgamato, e niente stona con l’esperienza che gli sviluppatori hanno voluto trasmetterci.
Il gameplay è stato ampliato con la presenza della modalità “luce ultravioletta” della torcia, e con la possibilità (necessità direi) di correre o di nascondersi alla vista dei nemici, per evitare il game over. Sono state aggiunte anche ambientazioni inedite, non presenti nel primo capitolo.
Sarà possibile anche, per quanto ce ne possa essere bisogno direi, effettuare un salto in avanti con tanto di capriola per evitare in nemici. Il tutto a discapito di gran parte di stamina, utilizzata anche per effettuare la corsa. Ma il titolo non si discosta molto dal suo predecessore, squadra che vince non si cambia.
Tecnicamente parlando, Re: Turn 2 Runaway vale?
Iniziamo dalle cose veramente degne e che mi hanno piacevolmente sorpreso: il doppiaggio. Premettendo che il videogioco, come il suo predecessore, è completamente in inglese, in questo ci sarà anche un doppiaggio sopraffino, in cui è stato veramente messo il cuore, impegnato, e che ho gradito particolarmente.
Non faccio spoiler, ma giocalo con le cuffie e ascolta con attenzione quanto alcuni doppiaggi siano quasi perfetti per il momento. E per il personaggio in questione. Credo che il doppiaggio sia ciò che mi ha lasciato più di stucco di tutto Re: Turn 2 Runaway.
Graficamente siamo davanti ad un gioco in pixel art, quindi animazioni e ambiente sono appositamente minimali. Nel contesto ciò che vediamo è ben strutturato e presenta una componente artistica che rende giustizia alla natura del titolo, ma non senza problemi.
Il gioco a volte si è bloccato inspiegabilmente, costringendomi alla chiusura forzata e al ricaricamento, con conseguente perdita di progressi e ripartenza dall’ultimo salvataggio, altre volte chiudendo l’inventario mi è invece rimasto aperto in sovraimpressione.
Niente di grave, lo ammetto, nel caso dell’inventario è anche facilmente risolvibile. Basterà riaprire e richiudere l’inventario per far si che la schermata torni a mostrarsi pulita, senza alcun artefatto rimasto visibile.
Un altra nota dolente, ahimè, è la longevità del titolo e la sua possibile ripetitività. Sotto questi aspetti non è stato aggiunto nulla. La durata di Re: Turn 2 Runaway si assesta sempre intorno alle 3 ore, esattamente come il suo prequel, ed alcune meccaniche di gioco restano invariate.
Re: Turn 2 Runaway non è un brutto titolo, e neanche fatto male, semplicemente si ha come la sensazione di assistere ad un DLC piuttosto che ad un vero e proprio secondo capitolo. Sarebbe stato meglio, a questo punto, far uscire un titolo unico e non due separati, vista anche la durata a se stante di ognuno dei due capitoli.