MMOS è una start up svizzera che darà modo alla scienza di essere maggiormente aiutata, ma come? Grazie al contribuito dei videogiocatori che si dedicato maggiormente a partite e titoli online. Più precisamente grazie agli MMO presenti attualmente in circolazione. La società europea ha eseguito un lavoro lungo 5 anni, tra ricerca e sviluppo, per portare al mondo questa importante rivelazione; non solo i videogiochi possono essere un valido aiuto per la medicina e la scuola, migliorando l’apprendimento, ma possono essere un grandissimo strumento anche per la scienza. Ciò che è stato dimostrato è che la community videoludica può far parte del processo Citizen Science: ciò che rende possibile il contributo scientifico in questione.
In realtà comprende anche lo strumento base che può analizzare i vari dati rilasciati dal giocatore, in grado di individuare problemi, soluzioni e tutto ciò che può essere prodotto dalla tecnologia moderna. CCP è stato il primo studio a entrare in questa iniziativa, team che si è occupato dello sviluppo attivo di EVE Online: titolo online del 2003 ambientato nello spazio con elementi a dir poco fantascientifici. Ottimo per chi ama il genere MMORPG, candidato anche come miglior gioco persistente al British Academy Video Games Award.
Il gioco in questione presenta dei livelli abbastanza difficili, tanto da mettere a dura prova il giocatore di turno ed è proprio per questo che la società svizzera li ha scelti. Mettendo alla prova l’utente si possono ricavare tantissimi dati, utili per l’avanzamento tecnologico. Il nome del progetto sull’MMO? Project Discovery!
MMOS darà la spinta giusta per dimostrare, al mondo intero, come giocare ai videogiochi non faccia male
Esistono ancora tantissimi pregiudizi sul settore videoludico, specialmente in Italia, e probabilmente qualche muro potrebbe cadere a seguito di questa iniziativa. Anche perché non va a toccare solo titoli come EVE Online, ma anche Borderlands 3 grazie alla collaborazione con Gearbox! Un gioco decisamente conosciuto nell’ambiente, anche per gli scenari pazzi che presenta. Inoltre, come si possono amare i personaggi inseriti all’interno della storia?
Come Claptrap, il fantastico robot compagno di avventure, ed è proprio lui a dar modo ai giocatori di poter risolvere un difficile puzzle game. Partecipandoci, l’utente ha contribuito divertendosi alla ricerca scientifica che c’è dietro.
Il puzzle in questione non era altro che creare delle configurazioni valide tramite dei blocchi di DNA, dimostrando come l’utente apprenda maggiormente e come videogiocare aiuti il cervello a mantenersi in forze. Infatti, il risultato di questa ricerca, ha dimostrato in pieno tale teoria.