Esattamente 7 anni fa, il 13 febbraio 2015, negli USA veniva rilasciato The Legend of Zelda: Majora’s Mask 3D, la versione rimasterizzata del celebre titolo Nintendo uscito nel 2000.
Il gioco originale viene reputato ancora oggi quello con l’atmosfera più creepy di tutta la saga: ambientazioni tenebrose, personaggi enigmatici, musiche inquietanti hanno pervaso l’avventura di Link, rendendola non più semplicemente epica ma anche e soprattutto simbolo di un’oscurità interiore.
The Legend of Zelda: Majora’s Mask 3D rimane un’alternativa valida all’originale?
La scelta di Nintendo di ripubblicare il titolo nella sua versione 3D fu dovuta al grandioso successo generato 4 anni prima da The Legend of Zelda: Ocarina of Time 3D; anche in questo caso, il capitolo originale (del 1998) era stato riadattato alla (allora) console di punta di casa Nintendo: il Nintendo 3DS.
The Legend of Zelda: Majora’s Mask 3D è riuscito sicuramente a rendere molto più gradevoli i paesaggi di Termina (il mondo nel quale si svolgono le vicende narrate), dando più spessore agli sfondi e limando quelle imperfezioni che è naturale trovare in un titolo del 1998, soprattutto se paragonato alle tecnologie del 2015.
Tuttavia, la critica che venne mossa a questa remastered (se così la si può definire) fu quella di avere fatto perdere molta pervasività alle ambientazioni: distribuendo la luce in modo spesso non uniforme e dando troppo risalto alle espressioni dei personaggi, il titolo ha perso molto di quell’alone di oscurità e inquietudine che perennemente lo accompagna.
Sia chiaro: The Legend of Zelda: Majora’s Mask non è assolutamente un titolo con sfumature horror, e sicuramente alcune sue meccaniche sono invecchiate piuttosto male (risultando, a un giocatore contemporaneo, totalmente frustranti); tuttavia, è innegabile che i suoi dungeon siano pervasi da un’aura malvagia, che le musiche contengano sempre delle note di sospensione angosciante, e, soprattutto, che i personaggi siano tutti in qualche modo assaliti da una forma di disperazione.
The Legend of Zelda: Majora’s Mask 3D ha sicuramente perso parte di questo mood, che rendeva il titolo unico all’interno della saga; Nintendo tentò di ricreare parte di questo dark side in The Legend of Zelda: Twilight Princess, ma quest’ultimo arrivò a distinguersi per ben altri motivi, lasciando il primato “oscuro” a Majora’s Mask.
Ciononostante, The Legend of Zelda: Majora’s Mask 3D continua ad essere un titolo abbastanza valido, che ha permesso anche ai neofiti di scoprire una saga imprescindibile attraverso una grafica rinnovata e alcune meccaniche di gioco “addolcite”, in modo da non risultare troppo legnose.