C’è chi dice che solo i giapponesi sappiano creare i migliori romanzi videoludici, tanto è vero che anche noi di iCrewPlay, in una classifica sul genere visual novel stilata pochi mesi fa, abbiamo incluso titoli provenienti esclusivamente dalla terra del Sol Levante. Ebbene, dalla Russia è arrivata di recente una produzione in grado di confutare quest’asserzione.
Si tratta di The Life and Suffering of Sir Brante, per esteso The Life and Suffering of Sir Brante in Times of the Fall of the Blessed Arknian Empire, un titolo con un lungo nome che racconta una lunga storia fantasy dalle atmosfere decadenti alla maniera della tradizione romanzesca russa, francese e britannica.
Il titolo, inizialmente rilasciato su Steam nel marzo 2021, si è espanso ad Epic Games Store e a GOG.com, fino a giungere alla sua versione PlayStation 4, protagonista di questa nostra recensione, e a quella Xbox One.
Sviluppatori sono i russi e le russe di Sever al loro primo lavoro, che ci faranno compagnia ancora una volta in questo 2022 con Mother of All Secrets, il quale sarà ancora una volta affidato al publisher 101XP, attivo dal 2017 con il MMORPG a turni Dragon Blood di TeamTop Games.
The Life and Suffering of Sir Brante, una vita tra nobiltà, fede e resilienza
Il gioco si apre con Sir Brante, un individuo dalle non meglio specificate caratterstiche, che si appresta a raccontare le proprie memorie nell’infuriare di una rivolta. Il suo testo prende forma di ricordi che vanno dal grembo materno fino al momento in cui scrive, e che sta a noi redigere attraverso opzioni che si dipaneranno davanti a noi mentre vengono narrati gli eventi della sua vita.
Fin dal primo e neanche troppo breve capitolo, riguardante l’infanzia del protagonista, apprendiamo che egli è il figlio cadetto della famiglia di Sir Robert Brante, ereditiere a propria volta di un burbero e spietato arrampicatore sociale asceso alla nobiltà motu proprio.
Fin dai primi momenti della narrazione ci confrontiamo con le differenze sociali intestine alla famiglia Brante, composta, oltreché da Sir Robert, dalla moglie Lydia e dai primi due nati Stephan e Gloria, a quali si aggiungere il quartogenito Nathan, nato pochi anni dopo il protagonista.
La popolazione dell’Impero Arkniano, unità politica che costituisce il setting del titolo, è suddivisa di un piramidale sistema di caste note come ‘Sorti‘, le quali sono tre: la ‘Nobiltà‘, il ‘Clero‘ e il ‘Popolo‘. Tale suddivisione è considerata di origine divina in quanto proposta nel libro sacro del culto degli Dei Gemelli, la religione ufficiale del Paese. Sia per l’estetica che per gli eventi, quest’ambientazione sembra ispirata all’Europa dell’ancién regime, vale a dire al Vecchio Continente com’era tra la fine dell’età delle scoperte e i primordi dell’Illuminismo.
Laddove Sir Robert appartiene alla Nobiltà, Lydia è della Sorte del Popolo, e allo stesso modo tali differenze colpiranno col tempo anche i quattro giovani Brante, determinandone i destini che andranno giocoforza ad intersecarsi con quelli dell’Impero stesso, il cui ordine è minacciato da un incombente scisma religioso.
Homo quisque faber ipsae fortunae suae, ‘ciascuno è artefice del proprio destino’
Come si è detto, la totalità delle scelte che faremo andrà ad influenzare il corso degli eventi del gioco, molti dei quali sono connessi con la Sorte che faremo nostra (anch’essa conseguenza delle nostre decisioni e modificabile in seguito ad esse).
Man mano che il Sir Brante protagonista cresce, si può tenere facilmente traccia delle sue tendenze (nobiliari, clericali o popolane che siano) attraverso una serie di parametri statistici che andrano a modificarsi e a combinarsi con l’avanzare dell’età (da cui la componente ruolistica del titolo).
Ogni scelta che si compie non modifica solo le nostre statistiche, ma anche quelle dell’intera famiglia Brante, le quali restano le medesime per l’intera durata del gioco (Reputazione, Ricchezza, Unità). Altre stat, correlate con la situazione politica dell’Impero, si sbloccheranno insieme al procedere dei cinque capitoli del gioco.
Alcune decisioni (come normalmente succede in altri titoli del genere) conducono alla morte sia di altri personaggi che del protagonista, tuttavia il mondo di Sir Brante possiede una caratteristica piuttosto singolare: le persone devono morire tre volte prima di andare incontro alla loro vera morte, il decesso definitivo oltre il quale si viene posti alla base o in cima allo svettante pilastro di luce degli Dei Gemelli, visibile da ogni punto dell’Impero Arkniano.
Parimenti importanti, a questo proposito, sono le relazioni da mantenere con i comprimari, sia interni che esterni alla famiglia, la cui sopravvivenza o scomparsa influisce inevitabilmente sul nostro fato.
Da leggere e da guardare
Non aspettarti l’esperienza grafica definitiva da The Life and Suffering of Sir Brante: la maggior parte dei suoi fotogrammi sono infatti totalmente occupati da muri di testo. L’interfaccia di gioco ha infatti l’aspetto di uno spesso diario denso di segnalibri, risultando estremamente comoda a livello di navigazione (sebbene si percepisca l’origine prettamente PC del titolo).
Forse per le numerose variabili da calcolare o forse per qualche problema tecnico, The Life and Suffering of Sir Brante presenta tempi di caricamento leggermente più lunghi dei propri omologhi, fatto che non gioca a suo favore ma che nondimeno non intacca totalmente l’esperienza di gioco, che rimane comunque scorrevole e piacevole, soprattutto per chi ama le storie lunghe come solo i russi sanno scriverle.
Un’altra magagna salta fuori sul versante della localizzazione (per il momento solo dal russo all’inglese). Alcune delle poche scene dotate di doppiaggio sono infatti state lasciate in lingua originale (si presume inavvertitamente), mettendo a dura prova la comprensione di chi non proviene dalla patria del Rush B. Tuttavia neanche questa problematica rovina l’esperienza in quanto si tratta di pochissimi secondi di audio, mentre la massima fonte di informazione rimane la parola scritta.
Ogni pagina di testo è accompagnata da illustrazioni spesso animate dal tratto molto personale, trasudanti un’atmosfera decadente e oscurantista le cui figure umane sorridono poco e niente.
A coronare il tutto c’è la colonna sonora, adeguata, di qualità e gradevole da ascoltare, non lasciando a bocca asciutta chi trova fondamentale che una narrazione coinvolgente sia accompagnata da sonorità altrettanto accattivanti.