Sifu è un titolo che ha suscitato grande attesa sin dal suo annuncio, dovuta non solo a un buon trailer che mostrava azione frenetica e delle ottime animazioni in uno stile grafico molto ispirato, ma anche al fatto di essere una produzione dello stesso team di sviluppo dietro il tanto apprezzato Absolver, ovvero Sloclap. Anche se con un po’ di ritardo, il titolo è finalmente approdato su console Sony ed Epic Games Store, senza deludere minimamente le aspettative.
Mi sembra doveroso però precisare fin da subito, che Sifu non è un’esperienza per tutti, e forse lo diventerà in seguito grazie all’introduzione di una modalità più facile; difatti il titolo presenta una difficoltà molto elevata che richiederà parecchia abilità e pazienza per essere goduto pienamente.
Il titolo infatti avrà bisogno di molta pratica per essere padroneggiato a dovere; servirà molta pazienza, tantissimi tentativi, ancor più voglia e desiderio di una sfida per essere superato. I giocatori che non hanno questi requisiti farebbero meglio a stare lontani dal titolo perché invece che divertire, potrebbe portarli a uno stato di pesante frustrazione. Bene, chi non si è spaventato abbastanza continui pure con la recensione.
Sifu: maestro
L’incipit dal quale scaturirà tutta la trama del gioco non è di certo originalissimo, ma servirà benissimo allo scopo. Nel prologo vivremo l’assalto di un gruppo di combattenti, a un monastero nel quale si rifugia il nostro ex maestro di arti marziali; questa fase servirà da tutorial e ci introdurrà alle prime meccaniche del gioco. Una volta dispensati pugni e calci come se piovesse, ci troveremo di fronte al maestro, e dopo un brutale combattimento metteremo fine alla sua vita. Nella stessa stanza si nascondeva il figlio dell’anziano, un bambino del quale potremo scegliere il sesso e che cercheremo di uccidere.
La storia avanzerà di diversi anni e ci metterà al comando di quel bambino ormai ragazzo, non solo sopravvissuto a quella tragica notte, ma divenuto un maestro di arti marziali e che inizierà la sua personale caccia ai membri di quella banda. Si, lui sarà il vero protagonista della nostra storia di vendetta.
Quello che salterà subito all’occhio giocando a Sifu è l’incredibile lavoro fatto da Sloclap sia a livello artistico come ambientazione e stile grafico, ma soprattutto le animazioni dei combattimenti. Quest’ultime lasceranno proprio a bocca aperta e andranno a fondersi perfettamente con i combattimenti, rendendoli molto dinamici e quasi mai ripetitivi.
Difatti il nostro protagonista interagirà tantissimo con l’ambiente circostante, sia per usarlo come arma, che nelle spettacolari mosse finali; non importa se saremo vicini a una porta, finestra, sedia, tavolo o altro, l’animazione procederà in un modo talmente fluido e corretto da sembrare totalmente naturale. Anche eseguendo la finisher nello stesso luogo, questa sarà diversa e andrà a interagire con altri oggetti se presenti. Stessa cosa se staremo impugnando delle armi, ognuna delle quali avrà le proprie animazioni.
Insomma da questo punto di vista Sifu è qualcosa di veramente incredibile, con gameplay e animazioni che si fonderanno in una soluzione di continuità vista pochissime volte nei videogiochi.
Dal punto di vista dei controlli, Sloclap ha fatto dei passi da gigante rispetto il suo precedente lavoro, rendendo il tutto più semplice ma allo stesso tempo più profondo, basti pensare che il semplice blocco avrà diverse sfaccettature: tenendolo premuto pareremo i colpi normali, premendolo al momento giusto devieremo i colpi, mentre tenendolo premuto e muovendo il protagonista, effettueremo delle micro schivate ideali per creare un’apertura nella difesa avversaria e contrattaccare.
Ovviamente ogni tipologia di blocco sarà più o meno efficace in determinate situazioni, e non mancherà neanche una vera e propria schivata che andrà ad aggiungersi alle nostre abilità difensive.
La miglior difesa… è la difesa!
Come forse si è capito dal titolo, Sifu basa tantissimo del suo gameplay e della riuscita dei combattimenti sulla difesa. Saranno pochissime le volte che ci troveremo in parità numerica con gli avversari, mentre la maggior parte delle volte verremo circondati da più nemici che non aspetteranno il loro turno per attaccare, ma cercheranno subito uno spiraglio nella nostra difesa per infliggere ingenti danni.
Basterà la minima distrazione per pagarla molto cara, e la padronanza delle tecniche difensive sarà la nostra prima arma per la sopravvivenza. Dopo potremo passare al contrattacco, fatto di attacchi rapidi e leggeri o più pesanti, da concatenare insieme per infliggere devastanti combo. I colpi diretti al nemico avranno due effetti; togliere parte della barra della vita se il colpo va a segno, oppure aumentare quella della guardia in caso di parata. Svuotando quella della vita il nemico verrà sconfitto, mentre riempiendo la barra della guardia la spezzeremo e avremo a disposizione una finisher, che nella maggior parte dei casi significa mandare k.o. l’avversario.
Le finisher in Sifu sono anche l’unico modo di recuperare parte della nostra barra della vita, segue che bisognerà effettuarle ogni volta che ne avremo la possibilità. Ovviamente il discorso fatto sulla barra della guardia dei nemici vale anche per noi, mettendoci a serio rischio in caso ci venga spezzata; ed è per questo che la via migliore per avere la meglio sarà quella di alternare le tecniche difensive per poi passare all’offesa.
La morte, maestra di vita
Ogni volta che verremo sconfitti in Sifu, il contatore delle morti aumenterà e il totale andrà a sommarsi ai nostri anni; la prima volta che verremo uccisi potremo tornare in vita con un anno in più, la seconda con due e così via; fortunatamente esistono anche metodi per azzerare il contatore delle morti, anche perché ogni 10 anni, aumenteranno i danni inflitti ma diminuirà la barra della vita. Superati i settanta anni, la morte del nostro personaggio sarà definitiva.
La morte non è la fine però, perché in Sifu avremo modo di sbloccare delle abilità in modo permanente, e queste dureranno anche per le run successive, anche dovessimo iniziare dal primo livello. Non sarà neanche necessario partire sempre dall’inizio perché potremo scegliere un livello e giocarci dall’età in cui siamo arrivati, quindi se saremo stati abbastanza abili da aver perso nessuno o pochi anni nei livelli precedenti, la nostra partita potrà sempre ricominciare con quel punteggio. Questo, aggiunto al fatto di poter ripetere i livelli precedenti per raccogliere punti esperienza, aiuta ad alleggerire la difficoltà generale del gioco.
Oltre ciò, nei vari livelli sarà possibile utilizzare dei santuari i quali ci permetteranno di scegliere alcune abilità o migliorie per affrontare la run, ma al contrario delle abilità sbloccate con i punti esperienza, non saranno permanenti.
Tecnicamente un maestro
Il titolo di Sloclap non brilla solo dal punto di vista del gameplay, ma come accennato a inizio recensione, su Sifu graficamente è stato fatto un lavoro eccelso. L’atmosfera e le varie ambientazioni trasudano fascino da ogni poro, e la dinamica dell’azione dei combattimenti che si mescola perfettamente all’ambiente, riesce a dare un tocco esaltante e anche cinematografico al tutto.
Non tutto è perfetto però, e volendo trovare dei difetti, si possono tirare in ballo le animazioni dei volti, non all’altezza di tutto il resto, e qualche imprecisione nella telecamera che, soprattutto quando saremo vicino a muri e ostacoli di grandi dimensioni, tende a nascondere un po’ la visuale e di conseguenza i nemici, ficcandoci a volte in situazioni spiacevoli.
Il sonoro è molto evocativo e ogni stage ha il proprio sound perfettamente mescolato con il comparto visivo; un esempio lampante dell’ottimo lavoro fatto è il livello del club. Anche i suoni dei colpi sono semplicemente perfetti e adatti a seconda di che arma staremo utilizzando.
Il gameplay è il punto forte di Sifu, e richiederà una crescita delle proprie abilità e non solo di quelle del protagonista per avere la meglio, ma la sensazione di soddisfazione che si prova quando si riesce a superare una fight impegnativa è impagabile e spinge ad andare avanti. Di fatto il titolo ricorda molto i picchiaduro a scorrimento di anni ormai lontani, dove si avevano un numero limitato di vite per finire il gioco, e per riuscirci si doveva dare fondo alle proprie abilità ed esperienza maturata.