Zombie Rollerz è uno di quei giochi che parte da premesse stranissime, difficili da comprendere finché non si sta effettivamente giocando: abbiamo un flipper, con cui ci dobbiamo difendere da orde di zombie…con meccaniche da roguelite? Come si possono unire così tanti generi in un solo prodotto, creando qualcosa di coerente?
Anzi, andiamo anche oltre. Le meccaniche da roguelite sono anche affiancate da un comparto ruolistico non troppo profondo, che però vede il nostro personaggio aumentare di livello e ottenere nuove abilità…da sfruttare durante i combattimenti-flipper. Se quindi il mix di Creature in the Well o di Everhood non ti sembrava abbastanza pazzo, adesso verrai accontentato da una formula ancora più originale.
Ma, chiaramente, in questi casi la vera domanda è solo una: tutto questo funziona? Incredibilmente si. Vediamo perché nella nostra recensione!
Un flipper con una storia? Non ci facciamo mancare proprio nulla!
Zombie Rollerz non si limita a essere solo un flipper, ma propone anche al giocatore un piccolo pretesto narrativo che, pur restando sempre marginale, dà anche luogo a diversi sketch comici in grado di strappare qualche sorriso. Semplicemente, il mondo è stato invaso da un’epidemia zombie e il nostro protagonista è un cavaliere che ha perso la memoria.
Al suo risveglio incontra un libro parlante, che decide di accompagnarlo nella sua avventura. L’intreccio non si allontana troppo da queste basi ma, nel corso delle varie avventure, diventa un ottimo pretesto per varie scenette comiche che riescono a essere sempre piacevoli. Molte battute giocano infatti sui classici archetipi narrativi, a volte spostandosi anche su un piano metanarrativo e rompendo la quarta parete.
Il risultato, pur restando sempre un semplice contorno, è comunque piacevole e originale, dando alla produzione un valore aggiunto. Tutto questo, in un titolo che parte dalle meccaniche di un flipper, in cui ci sono gli zombie!
Zombie Rollerz: quando il flipper incontra il tower defense e i GDR
Il gameplay di Zombie Rollerz è sicuramente la parte più originale del titolo, nonché quella più memorabile. Alla base, le meccaniche sono simili a quelle di un flipper tradizionale, ma arricchite da una serie di l, profondo e soddisfacente. Non siamo davanti a una formula perfetta, ma sicuramente a un prodotto che riesce a sorprendere.
La maggior parte del tempo passato in gioco sarà speso nelle varie partite di flipper. Queste si svolgono esattamente come le loro controparti classiche: una palla viene lanciata in un campo da gioco non troppo esteso, dove si scontra con ostacoli di vario tipo e interazioni speciali. Quando questa cade verso il basso, può essere rilanciata da due alette laterali, che danno direzioni diverse.
Queste basi, però vengono arricchite da diverse meccaniche assolutamente non secondarie. Tanto per cominciare, nel campo da gioco sono presenti orde di zombie che, in modo simile a un tower defense, si avvicineranno progressivamente alla nostra posizione (ovvero dove ci sono le due alette), cercando di sopraffarci.
A questo si aggiungono una serie di potenziamenti attivi e passivi, ottenuti durante l’esplorazione. Utilizziamo quindi diversi tipi di palle (che creano lame, si incendiano, esplodono e molto altro) e varie abilità attive (come spari a raffica che partono dalla palla) che rendono tutto più dinamico.
E non è finita qui. I “tavoli” da flipper sono delle vere e proprie arene sempre diverse, che cambiano di volta in volta. Le partite da flipper sono infatti inserite in una più ampia struttura da roguelite, che ci vede esplorare una mappa divisa in esagoni, con visuale dall’alto.
Ogni partita, infatti, inizia in una sorta di world map da cui possiamo scegliere le diverse destinazioni. Queste possono essere combattimenti contro gli zombie – ovvero le partite a flipper appena descritte – tesori da raccattare – che poi costituiscono le varie palle speciali, abilità e altro – ostacoli da rimuovere con risorse specifiche o persino puzzle da risolvere con un gameplay più vicino al flipper classico.
Ogni giorno, poi, vediamo l’avanzamento dell’epidemia zombie, che impedisce di tornare nelle location già visitate. Allo stesso modo, affrontiamo dei veri e propri boss, da sconfiggere a colpi di pallonate. I vari mondi in cui si svolge ogni partita sono anche generati casualmente e, di conseguenza, ogni avventura diventa un pretesto per giocare a flipper sempre diversi, in un modo o nell’altro.
Anche se descritto in questo modo può sembrare assurdo, Zombie Rollerz funziona incredibilmente bene. La trovata di inserire le partite da flipper in una formula più ampia, di fatto, consente di donare maggior varietà e profondità alle classiche meccaniche del flipper che, in origine, erano necessariamente limitate dal fatto di essere una macchina elettromeccanica e, quindi, con interazioni non troppo elaborate.
Le versioni completamente digitali del flipper, al contrario, possono concedersi sperimentazioni maggiori che, nel caso di Zombie Rollerz, hanno portato a una struttura ludica più solida del previsto, la quale vanta tanti tavoli, abilità, una buona varietà di situazioni e una profondità ottenuta grazie al mix con il genere dei tower defense.
Siamo davanti al flipper definitivo, quindi? In realtà, come tutti i giochi, anche questo ha i suoi difetti. Tanto per cominciare, il comportamento della palla non è quasi mai convincente. Capita spesso di vedere dei tiri colpire un muro a tutta velocità, solo per poi ottenere un rimbalzo non troppo potente.
A questo si aggiunge un’IA nemica poco reattiva, che a volte pecca di un pathfinding macchinoso e lento tra i vari ostacoli delle arene.
Il gran numero di opzioni a nostra disposizione elencate prima, in aggiunta a degli zombie non troppo reattivi, rende tutto fin troppo facile ed eccessivamente sbilanciato in favore del giocatore. La possibilità di utilizzare continuamente abilità attive, di fatto, permette di decimare facilmente le ondate nemiche, creando anche occasionali tempi morti durante le partite.
A questo si aggiunge una perdita di PV decisamente troppo misera per poter essere considerata punitiva: gli zombie o la perdita della palla non causano troppi danni e di conseguenza fare degli errori non è eccessivamente impattante. Basterebbe ridurre l’utilizzo di abilità in qualche modo e ribilanciare queste piccole cose per creare un’esperienza molto più interessante.
Questo si collega direttamente con la componente roguelite, che in questo caso viene banalizzata da una semplice ricerca di randomicità nelle varie partite. Durante l’esplorazione, infatti, non ci sono delle scelte tattiche davvero rilevanti o una gestione oculata dei potenziamenti: si ottengono cose diverse, con vari bivi, tutto qui.
Infine, Zombie Rollerz rimane, in fondo, un flipper. Questo vuol dire che siamo davanti a una struttura di gioco adatta a sessioni brevi, o in alternativa a giocatori davvero appassionati. Il risultato, comunque, è un’esperienza godibile e divertente, seppur lontana dalla perfezione.
Un cartoon non troppo elaborato
Il comparto tecnico di Zombie Rollerz non è troppo elaborato. Le arene non sono mai dettagliate e anche i modelli dei personaggi non riescono a essere soddisfacenti. Al contrario, gli effetti di luce e le animazioni sono davvero belle da vedere. Il risultato, quindi, è un titolo con un colpo d’occhio godibile, ma che non riesce a eccellere nemmeno da questo punto di vista.
Il comparto artistico, invece, pecca di eccessiva genericità. Siamo infatti davanti a un’estetica cartoon non troppo elaborata, che però si presta bene a coprire le mancanze tecniche.
Infine, il comparto sonoro si limita a fare il suo lavoro, con musiche che accompagnano i vari stage ed effetti sonori adatti ai vari power up.