MarineVerse Cup è uno di quei titoli che nella realtà virtuale, potrebbero veramente trovare il loro posto perfetto; si tratta infatti di un simulatore di barca a vela nel quale, oltre a imparare le azioni base e quelle avanzate di questo sport, potremo anche immergerci in tranquille giornate in mezzo al blu, oppure lanciarci in competizione contro altri partecipanti da tutto il mondo.
Come abbiamo potuto vedere diverse volte, i titoli simulativi e la realtà virtuale spesso riescono a dare vita a ottime produzioni, sia che puntino a essere esperienze o dei veri e propri giochi; questo è dovuto proprio al fattore immersione che i vari caschetti per la realtà virtuale pongono nel loro essere. Andiamo allora a vedere come MarineVerse Cup riesce a esprimersi in questa nuova dimensione.
MarineVerse Cup e la realtà virtuale
Indossato il caschetto, saremo trasportati nella lobby principale del gioco, dove potremo scegliere fra le diverse modalità che il gioco ci propone, dove fra tutte spiccano le gare, i minigiochi e la modalità libera. MarineVerse Cup proporrà un tutorial veramente ben realizzato, che introdurrà in maniera molto semplice anche i neofiti di questo sport a tutte le meccaniche e le varie azioni da dover compiere per destreggiarsi al meglio sulla nostra imbarcazione, e per manovrarla con maestria.
Grazie a questo tutorial molto completo e anche in realtà un po’ lento, non ci vorrà molto tempo per diventare pratici del mezzo, e in men che non si dica ci ritroveremo a bordo della nostra imbarcazione pronti per prendere il largo. L’impatto iniziale è ottimo, immersi dal blu tra mare e cielo, e vedere il nostro mezzo iniziare a muoversi spinto dal vento e dalle nostre manovre, fornisce un senso di soddisfazione ed emozione. Peccato che però tutto questo duri veramente poco.
Il problema principale di MarineVerse Cup infatti risiede nel non riuscire a mantenere l’enfasi iniziale che offre al giocatore, cadendo dopo breve in una ripetitività di base che però visto il genere di gioco un po’ può starci, ma soprattutto facendo dimenticare quella “magia” che la realtà virtuale ha come obiettivo. Controlli alla mano, il tutto risulta ben simulato, solo che grazie ad alcune scorciatoie nei tasti dei controller, riusciremo a compiere determinate azioni rimanendo fermi, senza dover per forza raggiungere lo strumento da utilizzare.
Da un punto di vista questo aiuta il gameplay, ma va a uccidere il fattore simulativo e il coinvolgimento.
Anche l’effetto stupore del trovarsi su una imbarcazione va scemando dopo poco, principalmente per il motivo che lo spazio dove si naviga è infinito, nel senso che tutto ciò che vedremo all’orizzonte sarà irraggiungibile, togliendo quella sensazione di spazio e movimento che servirebbe alla realtà virtuale. Anche durante le competizioni con altri giocatori MarineVerse Cup diverte ma non appieno; anche per via della tipologia di sport, non ci saranno emozionanti corse fianco a fianco, ma gli avversari saranno per lo più sparpagliati e distanti sul circuito dopo pocho dalla partenza, il che si tramuterà spesso in corse solitarie seguendo un percorso prestabilito.
Nella modalità minigiochi poteva essere fatto sicuramente qualcosa in più, viste anche tutte le possibilità che questo sport offre; purtroppo però in MarineVerse Cup quando sceglieremo di partecipare a qualche minigioco si tratterà per lo più di seguire un percorso raccogliendo le stelle disseminate su di esso.
Giocando a MarineVerse Cup purtroppo si ha come la sensazione di idee prese e inserite nel gioco per aumentarne il volume, ma senza averlo fatto con criterio, fattore che assieme ai limiti tecnici e al poco sfruttamento della realtà virtuale ne va a castrare la godibilità finale.
MarineVerse Cup: navigazione tecnica
Anche cercando sempre di ricordare lo sport cui fa riferimento il titolo, non posso non pensare che MarineVerse Cup sarebbe potuto risultare molto più immersivo e dinamico, soprattutto per quanto riguarda il comparto tecnico per la realtà virtuale. Il gioco ci lascia spesso da soli con noi stessi mentre navighiamo sulla nostra imbarcazione, ma non riesce a trasmettere quel senso di essere lì, tra mare e cielo, come dovrebbe fare la VR.
La sensazione di navigare viene presto meno, e il non dover andare direttamente sul posto per azionare i vari meccanismi dell’imbarcazione rovina il fattore simulativo del titolo. Il sonoro di MarineVerse Cup fa quello che gli viene chiesto, senza lode ne infamia per quanto riguarda i suoni ambientali, mentre quella vocina che continua a ripeterti cosa non sta andando sul nostro mezzo, diventerà irritante in men che non si dica.
Le poche modalità disponibili, un multigiocatore macchinoso da attivare e che richiede un’ulteriore registrazione, e la poca profondità messa in generale nel gioco, limita tantissimo la riuscita di MarineVerse Cup relegandolo a un’esperienza mediocre, magari sufficiente se si è appassionati di questo sport.