Quando si entra nei “mitici” trent’anni ci si trova, generalmente, in quella fase in cui il mondo del lavoro e gli impegni da adulto ci trascinano in una spirale dalla quale è sempre più difficile uscire. Una delle prime conseguenze che ho dovuto affrontare, è quella di aver rinunciato a diverse passioni per la mancanza di tempo. Così mi sono ritrovato a fare i conti con una gestione del tempo che è sempre più ristretto, oltre a dovermi ancora riprendere dal fatto che i bei tempi spensierati sono belli che andati.
Vorrei ma non posso
A quanti di voi capita di ritrovarsi a dire questa frase? “Vorrei ma non posso” sembra essere il mio mantra da qualche tempo, lo applico ormai in maniera sistematica alla mia quotidianità. La cosa che più di tutto, a mio avviso, destabilizza è il dover imparare a gestire il tempo in una maniera totalmente nuova. Se prima dei trent’anni mi sembrava di avere tutte le energie e tutto il tempo del mondo, dove riuscivo a districarmi tra gli impegni universitari, suonare in una band, giocare ai videogames e avere comunque ancora tempo per darmi alla socialità, improvvisamente tutto questo sembra diventato quasi impossibile.
Nemmeno la metà delle mie passioni riescono ad avere una continuità, e quando dopo una giornata interminabile penso di potermi dedicare a qualcosa che mi piace, ecco che l’orologio segna la mezzanotte passata e ti ricordi che domani è un altro giorno e bisogna lavorare; l’unica cosa che resta da fare quindi è semplicemente prepararti per la notte e pensare che magari potrai continuare domani.
La vita di un trentenne qualunque
Ricordo quel giorno in cui acquistai Days Gone , era il 2019 e mi trovavo in Irlanda. All’epoca ero un bartender pieno di sogni e speranze. Dopo un servizio interminabile non vedevo l’ora di tornare a casa per provare quel gioco che tanto mi aveva incuriosito. Sapete come andò a finire? sono riuscito a terminare l’avventura solo di recente, riprendendo da un punto che nemmeno ricordavo; sembrava quasi di ritrovarsi a guidare una macchina dopo una vita passata a non guidare. Nella mia testa pensavo che un gioco come questo richiedeva parecchie ore per essere portato a termine e avendo orari piuttosto proibitivi, puntualmente rinunciavo. Lo stesso mi è accaduto con Assassin’s Creed: Valhalla (che ti ricordo, è da poco uscito il nuovo DLC, qui trovi il trailer). In quel periodo lavoravo per una grossa azienda logistica, con turni a ciclo continuo, potete immaginare già com’è andata. Anche stavolta ho dovuto rinunciare al proseguimento del gioco per via della mancanza di tempo.
Trent’anni…che fare quindi?
Mi trovo adesso in quella fase in cui da videogiocatore attivo sono passato ad essere passivo. Ho iniziato a guardare video di gameplay per cercare di colmare l’impossibilità di non avere tempo da dedicare a titoli lunghi e impegnativi. Mi illudevo che guardare altri giocare potesse essere una forma di conforto, mi sbagliavo ovviamente. Iniziai quindi a cercare di cambiare la situazione scavando nella vasta libreria di videogames che fossero godibili senza necessariamente perdermi in ore interminabili di gioco. No non ho acquistato Elden Ring, probabilmente lo avrei dovuto interrompere dopo i primi venti minuti di gioco, non serve spiegarti il perché; se prima la longevità era uno dei criteri per me fondamentali in un videogioco, all’improvviso era diventato un problema.
Per concludere
Giocare ai videogames a trent’anni è difficile, ho capito però che eliminare del tutto una determinata passione non faceva altro che rendere tutto più frustrante. Ho capito anche che è necessario fare un compromesso nell’era in cui tutto viaggia a velocità a volte insostenibili, cercare di ottimizzare il tempo che si ha a disposizione, far finta di essere come a lavoro con delle scadenze da rispettare cercando di riprendere in mano i tuoi hobbies.
In realtà però è proprio qui il problema. Tutto si trasforma in un dovere ma non si tratta solo di videogames, è un discorso che si può applicare a tutto. Io ad esempio adoro disegnare o fare pratica con la chitarra ma sapete che c’è? Bisogna iniziare a fare le cose con più leggerezza, cambiare quel “devo” con “voglio“. Non “devo” giocare ma “voglio” giocare, non “devo” disegnare ma “voglio” disegnare. Voglio staccarmi dal mondo circostante per immergermi in altro, voglio farlo per me stesso, voglio perdermi in un mondo diverso, non importa quale sia il mezzo, videogames, libri, film, disegnare. Bisogna fare qualcosa per noi stessi, anche in un tempo limitato, perciò se pensi di non aver mai tempo forse è il caso di modificare la tua prospettiva e iniziare a volerti bene un po’ di più.