Ogni grande azienda in questo periodo spera di tornare a quella che prima della pandemia era la normalità: Riot Games non fa eccezioni. La casa madre di League of Legends ha deciso, da questa settimana, di far ritornare in presenza il personale nella sede di Los Angeles, abbandonando sia l’obbligo vaccinale sia quello di indossare la mascherina negli ambienti di lavoro.
Come con Activision Blizzard, la politica di Riot non è stata apprezzata dai dipendenti: “gioca alla roulette russa con la salute delle persone”, questa la definizione del comportamento intrapreso dall’azienda data dai suoi lavoratori. Tutto il personale deve recarsi in sede almeno tre volte a settimana, anche i non vaccinati contro il Covid-19 che, per via delle decisioni che sono state prese, non avranno più bisogno di sottoporsi a regolari controlli.
“Sono arrabbiato per questo”, ha detto a Waypoint un attuale dipendente di Riot. “È una politica sciocca e inutile che viene attuata in un momento difficile e gestita senza una reale garanzia della nostra sicurezza”.
Nonostante l’aumento dei contagi, sembra che queste grandi aziende non vogliano cambiare le loro politiche di rientro in sede, nonostante queste possano risultare un potenziale pericolo per tutti i lavoratori: che anche in Riot Games i dipendenti si facciano sentire con degli scioperi? Attualmente possiamo solo interpretare il ruolo di spettatori passivi e vedere come si evolverà la situazione.