La nostalgia è un sentimento che appartiene a molti giocatori che ricordano con le lacrime agli occhi l’era dei cabinati, delle prime console, dove i bit si potevano contare sulle dita delle mani e dove sono nati alcuni dei grandi classici del videogioco.
Quella giudicata da molti la golden age del panorama videoludico è ormai terminata da decenni, la tecnologia ha fatto passi da gigante e ormai quasi non è possibile distinguere la realtà da un titolo tripla A. Eppure quel sentimento rimane, la voglia e la necessità di fare un tuffo nel passato, solo una volta, per poter rivivere quelle emozioni che hanno plasmato il cuore di milioni di giocatori.
Questo ovviamente è possibile, nessuno ci vieta di recuperare giochi di 20 o 30 anni addietro ma non sarebbe la stessa cosa. Lo scorrere del tempo ha sfortunatamente reso quei pilastri del videogioco antiquati e rigiocarli adesso con enorme probabilità lascerebbe l’amaro in bocca. Quello che serve davvero per colmare questo senso di nostalgia è un titolo che ci faccia pensare di essere nel passato ma che abbia le capacità tecniche di far divertire anche il giocatore più al passo con i tempi.
Per tanti un’utopia, per Retrovibe una missione, quella di riportare in auge quel look che ha affascinato milioni ma in una veste rinnovata che possa reggere il confronto con i colleghi più “giovani”. Da qui nasce BIOTA, un metroidvania sviluppato dai ragazzi nostrani dello studio Small Bros dall’aspetto vintage ma che nasconde un’anima rivolta alla modernità e oggi andremo a vedere se questo progetto riesce davvero a unire brillantemente due generazioni videoludiche apparentemente agli antipodi.
BIOTA è un inno all’era 8 bit
Iniziamo questa nostra analisi parlando del look e se lo stile grafico rispecchia le intenzioni del team di sviluppo. La risposta è assolutamente si, BIOTA raccoglie perfettamente l’essenza degli anni 80/90 e la riporta sullo schermo in grande stile, ma sfortunatamente non è esente da piccole pecche che però non vanno a minare sensibilmente l’esperienza di gioco.
Il comparto grafico è ben curato e si vede la passione che i ragazzi del team di sviluppo hanno impiegato nella realizzazione di questo progetto. Personalmente ho particolarmente apprezzato il design dei personaggi principali, molto semplice ed essenziale ma che si amalgama bene e va in contrasto con gli orribili alieni che ci troveremo ad affrontare nel corso della nostra avventura. Al contrario sfortunatamente i modelli dei nemici sono più altalenanti con alcuni di essi non troppo ispirati al contrario dei boss che fortunatamente risultano molto particolareggiati ma sempre in linea con lo stile retrò del gioco.
Molto carina anche l’idea di poter modificare a piacimento la palette cromatica scegliendo tra oltre 50 preset diversi in modo da poter personalizzare la nostra esperienza di gioco. In particolare è stato interessante come questa meccanica puramente estetica è comunque stata implementata nel gameplay vista la possibilità di sbloccare nuovi preset esplorando il mondo di gioco. Unica pecca di questo sistema è che l’uso di alcune specifiche palette in certe aree di gioco rende particolarmente complicato vedere i nemici più nascosti. Nel caso come me fossi un fan dell’estetica vaporwave allora ti consiglio vivamente di usare i preset che si focalizzano sull’uso del viola/fucsia, molto atmosferici ma comunque funzionali.
La giusta colonna sonora
Continuiamo la nostra recensione dando una veloce occhiata al comparto sonoro di BIOTA. La colonna sonora è molto bella ma soprattutto si amalgama alla perfezione con la visione del team di sviluppo, le tracce sono incalzanti e aiutano a determinare il ritmo del gameplay senza però forzare nulla. Non ci troviamo davanti a un capolavoro ma comunque è un buon prodotto che ha una parte integrante nella buona riuscita del progetto.
Quando il vintage incontra il progresso
Ora è il momento di parlare del piatto forte ovvero del gameplay, qui BIOTA riesce a dare il meglio di sé senza però essere esente da alcune problematiche soprattutto legate al bilanciamento e alla quality of life.
BIOTA come detto prima rientra nel genere dei metroidvania e fa dell’esplorazione il suo cavallo di battaglia. In un mix ben bilanciato di combattimenti e platforming cercheremo di sventare la minaccia aliena che potrebbe abbattersi a breve sul nostro pianeta Terra. In questa trama sci-fi molto classica vestiremo i panni di un team di pericolosissimi mercenari pronti a tutto pur di portare a termine il lavoro.
Questo è l’incipit che pone le basi del gameplay che si focalizza su un approccio al gioco molto veloce e dinamico che ci tiene costantemente impegnati. Vagare per il mondo di BIOTA è estremamente divertente grazie alla velocità con cui si naviga tra le varie stanze che compongono il mondo di gioco, tuttavia non farti ingannare il gioco è tutt’altro che facile. Anzi in realtà è piuttosto difficile, i nemici non perdonano e le fasi platform sono particolarmente insidiose dato che basta un piccolo errore per essere riportati all’ultimo punto di salvataggio.
Le basi del gameplay sono molto solide e la varietà dei personaggi, tutti con diverse abilità e potenziamenti da sbloccare, aiuta a aumentare sensibilmente la longevità a netto però di alcune incertezze nel bilanciamento per esempio lo shotgun soprattutto in early-game è un’arma sensibilmente più forte delle altre a causa di un raggio troppo elevato per la potenza di fuoco che possiede.
Il ritmo del gioco resta sempre molto elevato mentre le modalità di gioco si alternano, di fatto da una parte incentrata sugli scontri con i nemici si passa in maniera molto fluida a una sezione il cui fulcro è puramente il platform per poi culminare in una boss battle che si trasforma quasi in un puzzle dove l’obbiettivo è capire in che modo danneggiare qualche gigantesco mostro alieno. Senza contare le prove a tempo e le sezioni a bordo di veicoli speciali che aiutano a differenziare ancora di più l’esperienza.
Sfortunatamente il gameplay risente di alcune pecche che vanno a minare lievemente l’esperienza di gioco, per esempio come detto prima la difficoltà nel vedere alcuni nemici rischia di causare morti indesiderate e immeritate. Inoltre è capitato raramente che qualche input venisse registrato leggermente in ritardo finendo per causare dei problemi in sezioni platform.
Per concludere la sezione del gameplay mi piacerebbe finire su una nota positiva dicendo che è presente un supporto completo per il controller che è senza dubbio il metodo migliore per giocare a BIOTA.
BIOTA diverte ma fallisce nell’eccellere
Per concludere questa recensione ci tengo a dire che BIOTA è molto divertente, sicuramente un bel prodotto che mi sento di consigliare ai fan dei metroidvania soprattuto se amanti dell’estetica retrò. Tuttavia è un titolo che a causa di alcune problematiche minori non riesce a tenere il passo con i capisaldi del genere, complice il fatto di far parte di un genere di videogiochi molto competitivo che conta tra le sue fila capolavori del calibro di Hollow Knight e Ori and the Will of the Wisps.
Resta però un’opera molto interessante creata con passione da un team di persone molto capaci, di conseguenza se in futuro saranno in grado di sistemare queste piccolezze il loro prossimo gioco potrebbe diventare da buono a eccellente e potrebbe finalmente competere con i maggiori esponenti del genere.