Quando si parla di pirati, l’immagine che compare nella mente è sicuramente quella dell’acqua, che compone oceani sconfinati, spezzati qua e là da spiagge caraibiche, che delimitano queste isole stupende, sperdute in mezzo al nulla. Da questi posti salpano all’avventura ciurme di avventurieri, a bordo di enormi velieri di legno, facendosi trasportare dal vento. Pirates of Gravitae decide di prendere questo stereotipo e ribaltarlo, letteralmente: le navi in questo gioco non salpano, ma decollano. Lo spostamento in verticale, invece che in orizzontale, risulta essere il motore di questo roguelike in 2,5D: con la nostra ciurma di pirati, dovremo governare la nostra imbarcazione in combattimenti spettacolari, scanditi dai colpi dei cannoni.
Gameplay
Pirates of Gravitae è uno sparatutto con elementi roguelike: lo scopo è quello di superare tutte le battaglie senza mai morire per poter affrontare il boss che, se sconfitto, permette di passare allo scenario successivo, anche se per ora il secondo scenario non è disponibile. Se si muore si ricomincia da capo, avendo la possibilità di far livellare le statistiche del proprio equipaggio, per avere una facilitazione nel tentativo successivo. Ogni try permette inoltre di studiare meglio i nemici: ognuno è ben caratterizzato da punti di forza e debolezza ben specifici, che si impareranno durante il naturale corso del gameplay.
Il nostro vascello potrà combattere muovendosi liberamente in tutte le direzione, attaccando con i sei cannoni, tre per ogni lato: a seconda di dove si punta con il cursore, questi avranno più o meno efficacia contro i nemici. Molto apprezzate le zone “morte”, zone dove i cannoni non possono colpire i nemici, che portano spesso il giocatore a dover cambiare la propria posizione nei loro confronti, variando conseguentemente approccio.
Durante il viaggio si può incappare in vari tipi di battaglie: la prima tipologia di scontri, quelli più diffusi, sono quelli dove si deve semplicemente abbattere tutti i nemici; la seconda consiste nel dover distruggere una base nemica in mare, destreggiandosi tra gli avversari che cercheranno di impedirtelo; la terza e ultima è una variante della prima tipologia di scontri: oltre ai normali nemici, ci saranno navi cargo che se colpite rilasceranno loot utili per proseguire. Al termine di ogni battaglia si potrà scegliere tra un minimo di tre power up: queste abilità influenzano le statistiche in modo molto marcato, ma prederanno ogni effetto con la morte.
Se la prima tipologia di scontri risulta essere molto divertente, soprattutto nelle prime fasi di gioco, non si può dire altrettanto con le altre che risultano a tratti un po’ legnose. Pregio però di ogni battaglia è sicuramente la durata: mai eccessivamente lunghe, permettendo di mantenere alto il ritmo di gioco.
Durante il percorso sarà possibile anche fare deviazioni, per andare a curarsi o comprare power up dal mercante. Personalmente ritengo che queste destinazioni facilitino in modo non necessario il gioco, soprattutto nelle fasi più avanzate: fortunatamente la difficoltà selezionabile aiuta a bilanciare il tutto.
Grafica e comparto sonoro
Il comparto grafico, caratterizzato da uno stile lowpoly, risulta essere azzeccato per l’ambientazione: la UI (User Interface) invece pecca di qualità dal punto di vista grafico, anche se strutturalmente è intuitiva e ben pensata. Avendo esplorato per ora un solo scenario, le ambientazioni delle battaglie risultano essere molto ripetitive. Questo non succede invece con i design dei nemici che risultano essere sempre riconoscibili e nel complesso abbastanza variegati. Dato che il gameplay risulta molto dinamico, è preferire abbassare la risoluzione, in modo da aumentare il framerate, fondamentale per giocare bene a questo titolo, che gira egregiamente anche su computer di fascia medio-bassa.
Le tracce della colonna sonora calzano a pennello con l’ambientazione: la struttura ripetitiva del gioco però enfatizza la poca quantità di tracce, facendo storcere spesso il naso.
Note negative
Il gioco è ancora molto acerbo e va affinato: i principali difetti sono di bilanciamento e altri problemi tecnici.
Infatti durante le avventure non è raro incorre in bug: si può notare fin dalle prime fasi di gioco che la visione in finestra non è usabile, dato che si resetta durante ogni scontro, risultando parecchio scomoda e a tratti fastidiosa. Nelle fasi più avanzate, capita di imbattersi in loot non raccoglibili, fino ad arrivare a nemici intangibili, che non permettono di avanzare nel livello e che costringono al riavvio.
Inoltre il livello delle statistiche, come le abilità, non influiscono in modo significativo sull’avventura, risultando inutili, nonostante siano piuttosto articolati e potenzialmente un elemento molto interessante del gioco. I power up invece risultano essere l’ago della bilancia durante le sfide, dato che questi da soli possono ribaltare completamente l’esito degli scontri. Alcune build riescono quindi a rompere il gioco, risultando eccessivamente forti rispetto ai nemici.
Conclusioni
Pirates of Gravitae risulta essere un gioco molto divertente, anche se in fase embrionale: in modo analogo a Leggende Pokémon Arceus, il punto di forza è la semplicità del gameplay, che invoglia a continuare a giocare; questo mi ha spinto a continuare a giocare l’anteprima anche dopo aver completato il gioco per la prima volta. Nonostante questo ci sono dei problemi su cui non è possibile sorvolare: la mia speranza è che venga sistemato e migliorato prima del rilascio della versione completa.