Loot River è un videogioco pubblicato e sviluppato da Straka.Studio appartenente al genere dei rogue-like. Il titolo, in uscita il 3 maggio 2022, arriverà anche su Xbox Game Pass e questo non potrà che fare bene a questa produzione. Scopriamo insieme questo videogioco.
Loot River: quando Bloodborne incontra Tetris
Quello dei rogue-like, soprattutto nell’ambito delle produzioni indie, è un genere molto gettonato e spesso abusato. Molte produzioni, infatti, non riescono a fuoriuscire dall’anonimità o dalla mediocrità. Ogni volta che un videogioco del genere arriva sul mercato, sono in molti a nutrire dubbi sulla qualità realizzativa. Diciamolo quindi da subito, Loot River è un titolo che ha un suo perché, con un gameplay divertente e funzionale e con delle particolarità interessanti.
Sostanzialmente stiamo parlando di un rogue-like con visuale dall’alto in cui dovremo impersonare un combattente. Con il primo tasto dorsale potremo effettuare un attacco normale, con il dorsale secondario invece potremo caricare un attacco più potente e di conseguenza più lento. Ovviamente ci sono tasti dedicati alla schivata e alla parata.
Nel gioco esistono due tipi di armi, quelle leggere, che permettono di spostarsi più velocemente e generalmente causano meno danno, e quelle pesanti, dagli effetti contrari. A questo sistema, dobbiamo aggiungere l’equipaggiamento, fatto di vesti, collari e anelli che migliorano le varie statistiche presenti, tra le quali citiamo vitalità, forza e destrezza. Tutto questo può essere acquistato da appositi mercanti o droppato esplorando i setting di gioco. Il denaro rinvenuto, ovviamente, andrà perso ad ogni morte, così come le sfere blu, denominate “conoscenza”, un’altra valuta interna al gioco.
La particolarità di Loot River, tuttavia, è il mischiare queste classiche meccaniche da rogue-like con una struttura “puzzle game” alla Tetris. Detto così effettivamente può sembrare strano. Loot River presenta delle ambientazioni generate in maniera procedurale e basate sull’attraversamento di diverse piattaforme galleggianti con le più diversificate forme. La caratteristica particolare è che noi avremo la possibilità, giocando, di muovere queste piattaforme a nostro piacimento, andandole ad incastrare con le altre per attraversare la mappa di gioco, prendere di sorpresa i nemici e trovare strade alternative per scoprire drop, tesori o altro.
Questo non implica un’eccessiva semplicità di fondo, dato che Loot River ci metterà sempre davanti sfide molto difficili, con diversi tipi di nemici in grado di teletrasportarsi sulla nostra piattaforma, lanciare attacchi a distanza che ci costringeranno a trovare subito una via di fuga e molti altri tipi di pericoli. Tutto questo è funzionale alla diversificazione del gameplay e impone di pensare al piazzamento della piattaforma oltre agli scontri puri. Queste meccaniche vengono sfruttate a dovere durante le piacevoli e numerose boss-fight.
Nel sistema “alla Tetris”, purtroppo, risiede anche uno dei difetti più gravi del gioco. Delle volte il titolo spezza troppo il ritmo con fasi di avanzamento nell’area che impongono la risoluzione, attraverso l’incastro e il piazzamento delle piattaforme, di sezioni puzzle. Queste sono sì ottimamente pensate, e in grado di far spremere le meningi dei meno riflessivi, ma allo stesso tempo spesso e volentieri “uccidono” il ritmo di gioco, con fasi smorte e con poco mordente. Senza dubbio si sarebbe potuto integrare meglio il tutto.
Il secondo difetto del gioco risiede nel fatto che, delle volte, soprattutto nelle fasi troppo cariche e colme di nemici, la situazione può diventare davvero troppo confusa e la visuale dall’altro non aiuta di certo. Ecco quindi che spesso e volentieri potremo ritrovarci a menare fendenti un po’ troppo casualmente, nella speranza di non morire mentre vediamo i pixel del nostro personaggio compenetrarsi con quelli dei nemici.
Un po’ tedioso, non trovi?
Bloodborne… sei tu?
No, non siamo diventati pazzi. Quando abbiamo menzionato Bloodborne, esclusiva PlayStation considerata intoccabile dai fan più accaniti, l’abbiamo fatto perché l’incipit narrativo, la narrazione silenziosa e criptica e le atmosfere generali di Loot River sono palesemente ispirate al titolo di From Software. Ritrovandoci inizialmente dotati di un equipaggiamento, di magie e strumenti, affronteremo ben presto un boss molto più forte della nostre capacità.
Morendo, ci ritroveremo in una sorta di Santuario che fa da hub centrale, in cui ci sarà possibile acquistare item e fare la conoscenza di alcuni NPC. Questi ci illustreranno, sempre in maniera molto criptica e implicita, parte del mondo di gioco e la sua lore. Senza particolari spoiler possiamo dire che il nostro compito sarà quello di rinvenire, uccidendo bestiali entità cosmiche, diverse reliquie per fermare una sorta di apocalisse che affligge i cunicoli che dovremo, di volta in volta, esplorare. L’orrore cosmico, con la presenza di un culto deviato con strani rituali e la particolare estetica, richiama palesemente quella Lovecraftiana e di conseguenza quella dell’action/Rpg di Miyazaki. Ovviamente possiamo senza dubbio dire di trovarci davanti ad una narrazione tipica del genere, con nessuna presenza di doppiaggio e “tonnellate” di dialoghi scritti a schermo.
A tal proposito si segnala che l’intero Loot River è tradotto in italiano, presentando anche svariate opzioni di accessibilità, con un occhio di riguardo per il daltonici e anche per i giocatori meno esperti (con una modalità facile).
Tra pixel-art e qualche difetto
Così come il suo genere, anche lo stile estetico di Loot River è abbastanza abusato. La pixel-art, infatti, è spesso presente in moltissime produzioni minori o indie, tuttavia su questo videogioco possiamo dire di averla apprezzata. Insieme ad un colpo d’occhio di tutto rispetto, si osservano effetti di luce e animazioni dei fondali in 3D davvero ben realizzate, che riescono a comporre un quadro piacevole.
Certo, non possiamo certo dire di trovarci davanti ad un titolo che fa della grafica il suo piatto forte ma questo comparto rimane comunque piacevole.
Il comparto tecnico di Loot River presenta dei difetti e dei bug che, come ci è stato comunicato dagli stessi sviluppatori, saranno risolti con la patch del day-one. Ad esempio durante il passaggio tra la prima e la seconda area, che avviene con un ascensore, il primo caricamento si blocca, costringendoci a riavviare il software. Niente di grave, ovvio, ma crediamo sia giusto segnalare il problema.
Per il resto non evidenziamo altri particolari difetti, anche se avremmo preferito una maggiore precisione nei comandi e nei relativi movimenti.
Il sonoro è forse il comparto più anonimo di tutto Loot River. Non è brutto, intendiamoci, ma nessuna traccia è memorabile o degna di essere ascoltata fuori dal gioco e anche gli effetti sonori (armi ecc) sono appena sufficienti.