Chiunque subirebbe il fascino dalle idee dietro Achilles: Legends Untold, il progetto in salsa epica e soulslike della totalmente indipendente Dark Point Games, specie chi ha trascorso la propria infanzia ascoltando le gesta degli eroi omerici quasi come un’eredità spirituale da raccogliere.
Anche noi di iCrewPlay abbiamo lasciato che quest’opera ci ammaliasse, e ne abbiamo seguito la realizzazione fino ad ottenere la possibilità di provare la sua versione beta, riportando l’esperienza in questa anteprima. Oggi invece ci soffermeremo sulla fresca di release versione in accesso anticipato, che come la precedente non ci è scappata di vista.
Achilles: Legends Untold, cantami, o Diva, del Pelide Achille
Come abbiamo già visto, la storia cantata dalla Diva è ben diversa da quella narrata ad Omero al tempo che fu: catapultati nel bel mezzo di una versione piuttosto sintetica dell’assedio di Troia, vediamo un Achille totalmente OP rispetto a chiunque lo circondi che si disfa di ogni avversario in uno schiocco di dita. Persino Ettore, il suo avversario per eccellenza, soccombe facilmente sotto i suoi colpi nonostante abbia un intero plotone di arcieri a guardargli le spalle (questo Omero non lo avrebbe mai scritto).
Giunto allo scontro decisivo con Paride, fratello minore dell’eroe troiano appena sconfitto, il proverbiale piè veloce di Achille non gli basta a sottrarlo dalle frecce del suo giovane nemico, facendogli pagare il fatidico prezzo cantato anche nei poemi: una morte giovane per una gloria imperitura.
Si ritrova così nel Tartaro, una dimensione infernale popolata da esseri mostruosi e guerrieri formidabili, dove viene accolto da Ade, signore di quel luogo e divinità dei morti. In cambio di rendergli la vita e dunque una nuova occasione di accumulare gloria, il padrone dell’oltretomba gli affida l’arduo compito di disfarsi di Phobos, dio della paura nonché figlio carnale del dio della guerra Ares, suo avversario.
Così, armato di panoplie provenienti direttamente dalla fucina di Efesto, dio del fuoco, Achille dà inizio alla propria missione.
Cosa va e cosa ancora non va
Avendo già descritto ampiamente le varie caratteristiche di Achilles: Legends Untold nella scorsa anteprima cui abbiamo rimandato sopra, ci sembra opportuno soffermarsi di più sui miglioramenti apportati al titolo durante questi tre mesi che separano le due versioni.
Cominciamo parlando della durata: rispetto a quell’oretta di gioco proposta dalla beta, qui sembriamo essere difronte ad una bella fetta dei contenuti di gioco (tanto è vero che la dimensione del software, trattandosi di un titolo early access, è piuttosto pesante, seppur non invasivo).
Dark Point Games, per quanto riguarda il gameplay, ha voluto rincarare la dose di soulslike inserendo la barra della Furia, paragonabile per uso che se ne fa e caratteristiche a quella della magia dei tali e tanti Dark Souls. Un esempio pratico dell’uso della Furia è rappresentato dall’abilità sbloccabile che consente ad Achille, qualora ne abbia uno equipaggiato, di scagliare il proprio scudo contro gli avversari. Come nei Dark Souls, anche in questo caso la Furia non si ricarica da sé, richiedendo l’uso di pozioni o il riposo ad un Santuario (equivalente dei falò presente in Achilles: Legends Untold).
Oltre a questo grande apporto alla varietà e, per conseguenza, alla sfida nel combat system, già di per sé piuttosto tecnico sebbene non eccessivamente complesso da padroneggiare, abbiamo anche un bel miglioramento per quanto riguarda l’IA dei nemici, ora in grado di dar luogo a quegli attacchi coordinati e combinati che Dark Point Games millantava nel parlare del proprio lavoro.
La varietà dei nemici è anch’essa già ben nutrita: spadaccini dagli attacchi lesti, arcieri infidi e dal tiro rapido e preciso, fiere fameliche come lupi e leoni e mostruosità quali scheletri animati e ciclopi dai colpi inarrestabili. Non mancano boss fight ispirate, divertenti e mai frustranti.
Nessuna novità sul fronte dei favoleggiati dungeon procedurali, i quali, per il momento rappresentati da piccole cantine il cui ingresso solitamente è presidiato da nemici, hanno quella che sembra una curiosa caratteristica: sembrano sempre già stati completati e tutti identici una volta completato il primo, il quale è costituito da una semplice stanza con un ciclope a guardia di un forziere. Che sia un elemento di gioco ancora da limare o addirittura ancora da realizzare?
Anche l’occhio e le orecchie non lasciano a desiderare, non fosse per qualche ballo di frame rate
Ebbene sì: nonostante il non aver incontrato bug madornali quali crash o input lag, purtroppo ci sono alcuni punti del gioco in cui il frame rate singhiozza drasticamente. Un fenomeno, questo, che si verifica anche nel bel mezzo dei combat, interrompendo di fatto l’azione e con essa la reattività di gioca, con il risultato che spesso ci si può trovare con il ‘You died‘ sullo schermo non per colpa propria.
Se dire che bisogna usare un pad per godersi al meglio l’esperienza è superfluo, non lo è parlare dell’ottimo apporto sul versante recitativo e sonoro da parte di Dark Point Games, la quale tuttavia avrebbe potuto scegliere un doppiatore migliore per il protagonista, il quale è decisamente poco espressivo a livello vocale considerando la levatura psicologica del personaggio che è chiamato ad interpretare e la finezza con cui i dialoghi sono congegnati.
Ancora dal punto di vista sonoro abbiamo delle musiche guerresche e coinvolgenti che, complice l’ambientazione, fanno molto eco al lavoro del duo di compositori The Flight per la colonna sonora di Assassin’s Creed Odyssey.