Sviluppato da Moeity e pubblicato da Plug In Digital e Forever Entertainment, Goetia 2 è il sequel della fortunata e omonima avventura grafica punta e clicca. Il punto forte di questa saga, oltre al genere (forte di una buona cerchia di fedeli), è l’alone di mistero che riesce a offrire. Noi abbiamo recensito la versione per Nintendo Switch e siamo pronti a condividere le nostre sensazioni.
Goetia 2: ciao sono Buer, il tuo “amico” demone
La location di Goetia 2 è Venezia, città da sempre richiamata in diversi videogiochi (basti pensare alla favolosa Altissia di Final Fantasy XV) e qui rievocata con tutta una serie di misteri da scoprire. Ma procediamo con ordine. La storia di Goetia 2 ha come protagonista il povero Luca. Il nostro inconsapevole “eroe” era da poco arrivato a Venezia insieme alla sua ragazza Daphné e non poteva certo immaginare cosa lo aspettava. I due, infatti, erano impegnati nella propria stanza a progettare la visita turistica quando qualcosa accade… e cambia tutto.
Al nostro risveglio, saremo accolti da un demone di nome Buer. Questo simpatico demone fungerà da mentore, ci aiuterà nelle prime fasi del gioco e soprattutto… ci parlerà. E parlerà tanto (e tutto rigorosamente in inglese, l’italiano non è presente neanche nei sottotitoli). A lui spetta anche un ruolo quasi “comico”, con battutine che non stemperano l’atmosfera, comunque misteriosa e oscura, che permane in quasi tutta la produzione. Cosa ci è successo? Chi è realmente Buer? Che accidenti di fine ha fatto Daphné? Quali misteri cela Venezia? Per avere queste e altre risposte, ci tocca affrontare un’avventura piena zeppa di enigmi, spalmata in oltre 80 schermate (alcune assolutamente indimenticabili).
Gameplay
Il gameplay di Goetia 2 è abbastanza semplice e deve tutto al mondo delle avventure grafiche punta e clicca (con tanto di cursore perennemente visibile). Il gioco non innova niente e anzi, alcuni elementi come la sfera scura che possiamo guidare su schermo, ci ha ricordato il capolavoro Capcom: Ghost Trick. Luca, infatti, non ha un inventario. Non può raccogliere oggetti ma può possederli, farli fluttuare e utilizzarli. Sta a noi capire l’enigma nascosto nelle varie schermate (Buer non può mica dirci tutto, tutto, eh). Anticipiamo che il livello di sfida è altalenante ma mai frustrante o eccessivamente banale, offrendo un’avventura abbastanza variegata e piacevole.
Noi controlleremo un cursore a cui farà seguito una sfera scura fluttuante. La nostra interazione sarà limitata ad alcuni elementi, su cui apparirà un punto interrogativo. Una volta raggiunti si aprirà una gamma di possibilità che variano dall’interazione al possesso (ossia diventare l’oggetto, letteralmente). Possederli è il modo principale per spostarli o per portare un determinato oggetto a interagire con un altro: tipo poggiando un libro su uno scaffale… possedendo il libro e facendolo volteggiare fino all’obiettivo. Per capire cosa fare, quasi sempre ci saranno degli indizi come documenti da leggere.
Un altro elemento molto interessante è il fatto che in quanto sfera spirituale fluttuante, possiamo attraversare soffitti e pareti. Questa possibilità ci permette non solo di allargare il raggio d’azione ma anche di vedere come gli scenari si collegano tra loro. Comprendere questi collegamenti sarà la chiave per risolvere diverse situazioni!
Goetia 2 punta molto sul paranormale ma non vuole e non riesce a fare paura. Non aspettarti tensione o elementi horror anche se è presente l’alone di mistero e soprattutto, c’è la voglia di svelarlo. Da segnalare comunque un percorso fatto di molti silenzi e una calma quasi costante. Vi capiterà di girare di scenario in scenario alla ricerca di un oggetto o cercando semplicemente di capire cosa fare.
Grafica e Sonoro
La grafica di Goetia 2 è da applausi. Non tutti gli scenari sono memorabili ma alcuni presentano un livello di dettaglio (che rimane costante anche nella modalità portatile della Nintendo Switch) davvero notevoli. L’atmosfera ne esce quindi potenziata, ed è un bene. Il sonoro invece è meno memorabile ma svolge il suo dovere in modo discreto, senza risultare superfluo o fastidioso.