Ghost Sweeper è un puzzle arcade che fin dalla presentazione ha un forte sapore di gioco retrò. La sua impostazione a livelli quadrati richiama immediatamente vecchi classici come Bubble Bobble, Tumblepop e simili. La principale ponte di ispirazione è però chiaramente quella piccola gemma arcade conosciuta come Solomon’s Key.
I punti in comune tra i due giochi sono parecchi, come vedremo, ma Ghost Sweeper non è una riedizione per PlayStation 4 di un qualche titolo del passato, per quanto si tratti comunque di una conversione da sistemi mobile a console. Già questo è un passaggio che lascia molto perplessi e che in passato ha generato non pochi mostri che ancora popolano gli eshop delle console.
Dietro a Ghost Sweeper c’é 7 Raven Studios, studio con sede a New York e a Phuket che si occupa sia di sviluppare che di distribuire giochi con una fortissima componente arcade/retrò. Ghost Sweeper per l’appunto. Una piccola curiosità prima di proseguire: il fondatore di 7 Raven Studios è italiano e ha iniziato la sua carriera proprio nella nostra nazione, creando giochi per Commodore 64 e Amiga.
Torniamo però a concentrarci su Ghost Sweeper. Come è questo gioco? Rispetta lo spirito dei titoli Arcade a cui si ispira? E’ davvero divertente come promette di essere? La conversione da sistemi mobile a console si nota? Insomma, vale la pena spendere i (pochi) euro che costa Ghost Sweeper su PlayStation Store? Scopriamolo insieme lungo questa sofferta e dolorosa recensione.
Che ci fanno un cowboy e un ghostbuster in un mondo fantasy?
La domanda che leggi qui sopra ha rimbalzato per la mia testa per tutta la durata della mia esperienza su Ghost Sweeper. Il setting è d’altronde quello di un fantasy molto classico, alla Ghosts ‘n Goblins per capirsi, ma allora perché ad occuparsi di fantasmi e mostri horror dovrebbero essere un cowboy e un simil-ghostbuster? Sembra una cavolata, ma questi elementi anacronistici mi hanno dato incredibilmente fastidio.
Ok, sia chiaro, ho vissuto l’epoca dei giochi arcade e so bene che per questi la storia era una semplice premessa, spesso abbastanza tirata per i margini e poco rilevante. Un idraulico che pulisce tubature saltando su funghi e tartarughe? Due amici trasformati in draghetti sparabolle? Sono semplici scuse per giustificare un gameplay divertente, siamo tutti d’accordo, ma almeno avevano una loro coerenza.
In quei giochi classici, le assurdità del gameplay erano “spiegate” da una breve introduzione che serviva in realtà a introdurre anche l’atmosfera generale del titolo. Lo stesso Solomon’s Key aveva un’introduzione che spiegava perché vagavamo in un dungeon a cercare chiavi e uccidere mostri. Bene, niente di tutto questo è presente in Ghost Sweeper. Siamo solo un ghostbuster tarocco ed un cowboy in un mondo fantasy che devono cacciare mostri… perché si.
Questo è un problema enorme. Se una simile premessa è parzialmente accettabile in un gioco mobile (fermo restando che persino Candy Crush giustifica il suo gameplay), in un gioco per console è una mancanza enorme perché non solo non offre alcuna narrazione, ma ammazza l’atmosfera. Non dico che la storia debba esserci per forza, sia chiaro, ma così come è Ghost Sweeper appare come un gioco piatto la cui unica narrazione sembra essere quella di voler fare un gioco retrò per far leva sulla nostalgia. Un po’ triste, vero?
Un gameplay arcade che meritava un trattamento migliore
Abbiamo appena addentato questo boccone e già abbiamo sentito il sapore amore, ma addentrandoci nel gameplay di Ghost Sweeper, devo dire che questa è probabilmente la parte migl… maggiormente passabile. L’impostazione è classica: una sola schermata di gioco con varie piattaforme su cui si muovono i personaggi ed i mostri. Il nostro obiettivo è evitare i secondi mentre si raccolgono tesori e chiavi, quest’ultime necessarie ad aprire le porte per concludere il livello entro il tempo limite.
I comandi sono gli stessi di Solomon’s Key, anche se qui abbiamo due possibili personaggi. Entrambi possono infatti creare e distruggere dei blocchi sia da usare come piattaforma che come ostacolo per i nemici. Inoltre, dietro alcuni blocchi già presenti nel livello potrebbe esserci qualcosa di nascosto.
La differenza tra i due personaggi consiste nel loro “attacco.” Il ghostbuster tarocco può aspirare i nemici anche attraverso le pareti, ma ha una portata limitata mentre i colpi di pistola del cowboy non superano gli ostacoli, ma possono avanzare all’infinito. Entrambi consumano dell’energia magica (?) che va regolarmente ricaricata.
L’intero gioco è strutturato attraverso 8 mondi, ognuno contenente 8 livelli, almeno sulla carta. In realtà i mondi nascondono dei livelli segreti e sbloccarli tutti permette anche di sbloccare un mondo extra. Ogni livello, inoltre, se completato secondo determinate condizioni (tutti i tesori, tempo limite, ecc) sblocca una missione extra che permette di completarlo al 100%. Il fattore rigiocabilità è quindi molto presente e sicuramente allunga la longevità del titolo.
C’é anche uno shop che permette di acquistare power-up o bonus per il successivo livello affrontato spendendo le stelle conquistate in quelli superati… e qui si notano subito i limiti del gameplay. Nella mappa di gioco è infatti evidente come Ghost Sweeper non fosse destinato alla PlayStation 4 e funzioni molto meglio come gioco da mobile. Il menù è macchinoso e scomodo e sembra suggerire l’uso di un touchpad che su console non esiste. Ci sono persino ancora i tasti evidenti da premere con un dito! Una conversione frettolosa e decisamente grezza.
Un altro grosso difetto è l’assenza di un vero e proprio tutorial o di una guida introduttiva. Ok, ci sono alcune pagine in sovraimpressione da leggere prima di iniziare (manco fosse un gioco in flash), ma non sono minimamente esaustive e non coprono tutte le possibilità, soprattutto su console. Solo dopo il 5° livello ho infatti capito che lo shop era il tendone in alto a destra ed era sempre accessibile! Inoltre, solo dopo il 7° livello ho capito come funzionava il conteggio delle stelle per acquistare nel citato shop.
Direzione artistica retrò non vuol dire mediocre
Cambiando paragrafo, bisogna subito mettere le mani avanti: esistono tantissimi titoli retrò dall’impostazione arcade che, nonostante l’uso di una grafica volontariamente classica, 2D o invecchiata, riescono a stupire con il buon grado di dettaglio evocato e con la fluidità delle animazioni. Bene, non è questo il caso di Ghost Sweeper… o almeno non lo è al 90% perché qualcosina si salva, ma molto poco.
In effetti le animazioni dentro i singoli livelli non sono male, né quelle dei personaggi, né quelle dei singoli mostri. C’é una buona varietà nel design stesso sia dei livelli che dei mostri ed il level design è se non altro degno di essere considerato “puzzle”, anche se il livello di difficoltà proposto è molto, molto basso. Basteranno pochi minuti di riflessione ed uno/due tentativi per risolvere praticamente qualsiasi livello, compresi quelli che dovrebbero essere più difficili.
A essere onesti anche la mappa di gioco è disegnata in modo gradevole. Quella globale mi ha ricordato Ghosts ‘n Goblins e quelle dei singoli mondi sono schematiche, ma tutto sommato affascinanti. Detta così sembra quasi che la direzione artistica sia accettabile e, per questi soli elementi, è così. Il problema è che tutto il resto è catastrofico, a partire dalle illustrazioni assolutamente agghiaccianti che fanno da “schermata d’attesa” tra le varie fasi di gioco per concludere con il design di fondo di tutti gli elementi. Vario, si, ma anche di pessima qualità.
Inutile dire che questa mediocrità si estende anche al comparto sonoro. La soundtrack, se così si può definire, è quanto di più anonimo e piatto puoi immaginare. Roba che dimenticherai dopo 5 minuti di gioco, anzi… neanche. Completo rumore bianco. Gli effetti sonori sono per certi versi persino peggiori. Non sono solo generici o anonimi, ma alcuni sono proprio completamente fuori luogo rispetto a quello che dovrebbero rappresentare. Il comparto sonoro di Ghost Sweeper è un completo disastro.
Facciamo che spazziamo via anche questo gioco insieme ai fantasmi?
Tirando i fili di questa recensione, il risultato complessivo è davvero deprimente e, da un certo punto di vista, mi dispiace. Ghost Sweeper non è un gioco terribile, ma fatica a essere poco più che mediocre. Nella mia carriera in ICrewPlay ho giocato delle ciofeche terribili e roba che davvero fatica a essere definita “videogioco.” Ghost Sweeper non fa parte di questo gruppo. Anzi, l’esperienza arcade ricercata è effettivamente riproposta in modo molto fedele con un gameplay semplice, immediato e longevo.
Il problema è che il pacchetto in cui il tutto è incartato è davvero pessimo sotto ogni punto di vista. E’ come se a Natale riceveste un pacco regalo con della carta tutta stropicciata, sporca e puzzolente… poi lo aprite e dentro c’é un maglione. Certo, il maglione è di marca ed è anche bellino, ma resta un maglione. Magari te volevi un set LEGO di Star Wars. Ecco, questa metafora credo renda bene l’idea di che cosa è Ghost Sweeper, un bel maglione.
Certo, sia chiaro, Ghost Sweeper resta un prodotto economico. Sul PlayStation Store costa solo 3 euro circa, ma non è una spesa che mi sento di consigliare neanche così. O meglio. Se vuoi acquistarlo, cercalo per sistemi mobile perché almeno alcuni difetti (tipo la conversione dei comandi) si percepiscono molto meno.
Il problema principale di Ghost Sweeper, però, è che sul web si trova di molto meglio senza neanche dover tirare fuori un euro dal proprio portafoglio. Ti basta cercare qualche buon titolo flash o unity sviluppato in modo gratuito e, se non sai dove cercarli, Newgrounds è un buon punto d’inizio. Se posso avere gratuitamente meglio di quanto offri te, perché dovrei comparti?