Chi è stato videogiocatore durante i gloriosi anni ’90 ricorderà senza dubbio le mai dimenticate demo, oggi siamo abituati a scaricare una demo dagli store e giocarla all’istante appena terminato il download. All’epoca invece si potevano recuperare degli appositi dischi che contenevano livelli presi da vari giochi, e alcuni di questi dischi demo contenevano anche una sorta di showreel in cui venivano mostrati trailer di diversi giochi, alcuni in uscita e altri già sugli scaffali.
Ma cosa c’entra questo viaggio nel passato del medium videoludico con Firegirl: Hack ‘n Splash Rescue, l’oggetto di questa recensione? In realtà, ben poco, se non fosse per un singolo spezzone di trailer su un disco demo che si è letteralmente, è il caso di dirlo, impresso a fuoco nella mia mente: Rosco McQueen Firefighter Extreme. Un titolo che non ho mai realmente giocato, ma che all’epoca seppe, per la prima volta, far crescere il mio interesse nei confronti di un gioco.
Sono passati letteralmente quasi due decenni da quelle demo, eppure il ricordo di Rosco McQueen riaffora ancora di tanto in tanto, e soprattutto non ho mai trovato in un videogioco delle premesse simili, ovvero quelle di vestire i panni di un vigile del fuoco e combattere gli incendi a suon di accetta e idrante! Almeno fino a quando non ho messo le mani su Firegirl: Hack ‘n Splash Rescue, un titolo in grado di rievocare istantaneamente alcuni ricordi di infanzia, e di regalarmi un’esperienza dinamica e divertente, analizziamolo nel dettaglio!
Al fuoco! Al fuoco!
Non voglio essere ripetitivo, ma Firegirl: Hack ‘n Splash Rescue mi ha continuamente riportato con la mente ad altre opere. In particolare, dal punto di vista della narrazione, il titolo mi ha ricordato Fire Force di Atsushi Ōkubo, manga da cui è stato poi tratto un anime. In entrambe le opere, i pompieri protagonisti non devono spegnere semplici incendi, ma questi disastri prenderanno la forma di veri e propri esseri mostruosi, che nel caso del gioco vengono chiamati Piromostri.
Le analogie tra le due opere terminano qui, dal momento che in Fire Force, da buona tradizione shonen, i protagonisti danno vita a delle vere e proprie battaglie con tanto di armi per il combattimento ravvicinato e arti marziali contro questi essere incandescenti, mentre in Firegirl: Hack ‘n Splash Rescue la nostra protagonista sarà dotata di un equipaggiamento molto più tradizionale come asce e idranti.
Le similitudini però riprendono dopo alcune missioni di gioco, senza fare troppi spoiler su nessuna delle due opere infatti, a un certo nel gioco punto faranno la comparsa alcuni personaggi che faranno intuire al giocatore che la trama si infittisce, e non segue lo stile leggero e scanzonato che viene delineato durante la prima ora di gioco.
Per farla breve, e ancora una volta senza cadere negli spoiler, sembra che ci sia più di un mistero collegato agli incendi che stanno divampando in tutta la città, e a quanto pare dietro questi eventi si cela un segreto che alcuni personaggi in vista vorrebbero mantenere tale, il tutto inoltre, sembra essere legato a un leggendario pompiere, nonché padre della protagonista. Questa svolta leggermente più mistery e matura è davvero riuscita a sorprendermi, regalando al titolo quel tocco di profondità capace di dare una spinta in più al titolo che spinga a proseguire di livello in livello.
Placare i bollenti spiriti
Per quanto riguarda il gameplay, Firegirl: Hack ‘n Splash Rescue propone un’esperienza da classico platform in due dimensioni, ma con qualche guizzo che riesce a renderlo interessante e unico, niente di rivoluzionario ovviamente, ma soprattutto su Nintendo Switch in portatilità il titolo si è rivelato decisamente divertente e particolarmente adatto a un’esperienza mordi e fuggi!
Anzitutto, la progressione sarà articolata in livelli di difficoltà crescente nel quale la protagonista verrà chiamata a spegnere incendi e nel mentre salvare anche civili e animali che sono rimasti intrappolati nelle fiamme. A rendere l’esperienza veramente ritmata ci penserà poi un timer inesorabile che imporrà ai giocatori di portare a termine i livelli nel minor tempo possibile. L’unica scappatoia al conto alla rovescia sarà quella di mettere al tappeto i Piromostri (fiamme che hanno preso vita e stanno devastando le abitazioni in cui si svolgono i livelli), ogni mostro sconfitto infatti ci darà qualche secondo in più sul timer, dandoci la possibilità di esplorare più a fondo i livelli e soccorrere più civili intrappolati.
L’equipaggiamento a disposizione della protagonista sarà quello dei classici vigili del fuoco, ovvero ascia e idrante, ma con una marcia in più! Se infatti l’ascia servirà soltanto a spaccare porte e liberare i percorsi dagli ostacoli, l’idrante potrà essere utilizzato non solo per domare i Piromostri, ma anche come un vero e proprio propulsore per salire su piattaforme in alto o superare lunghe distanze fluttuando sul getto d’acqua generato.
A donare una certa profondità al gameplay ci saranno, tra una missione e l’altra, degli intermezzi nella caserma dei vigili del fuoco, che fungerà da hub centrale. Nel corso delle varie missioni infatti potremo salvare dei personaggi chiave che popoleranno man mano la caserma e potranno aiutarci a sbloccare nuove abilità o potenziare l’equipaggiamento; le nostre imprese inoltre ci permetteranno di sbloccare medaglie al valore che doneranno alla protagonista dei buff passivi.
Questi potenziamenti potranno essere sbloccati spendendo l’apposita valuta di gioco, che potremo accumulare in base alla nostra performance nel corso dei livelli. Terminare in meno tempo possibile o sconfiggendo più piromostri del necessario farà sì che il consenso della cittadinanza e delle associazioni cresca e che il corpo dei pompieri riceva più donazioni; questa particolare meccanica del consenso è ben implementata, e riesce a donare al titolo un pizzico di arcade che spingerà qualche giocatore a ripetere i livelli in cerca di risultati migliori.
Comparto tecnico… fiammeggiante!
Per quanto il titolo non presenti particolari ambizioni produttive, il comparto tecnico riesce comunque a risultare parecchio piacevole e appagante, perfettamente in linea con l’esperienza globale di gioco! Per quanto riguarda il comparto grafico infatti, Firegirl: Hack ‘n Splash Rescue presenta un ottimo utilizzo degli sprite in due dimensioni in pixel art per la protagonista e per i Piromostri, elementi che si mescolano alla perfezione con gli sfondi prerenderizzati e più dettagliati.
L’unica pecca della produzione sta probabilmente nel comparto sonoro, non si tratta di una brutta colonna sonora, anzi, è perfettamente in linea coi toni leggeri della produzione e con il piglio veloce e forsennato dei livelli, ma per quanto si tratti di tracce melodiose e gradevoli da ascoltare, rimangono pur sempre tracce abbastanza anonime e purtroppo fin troppo semplici da dimenticare.
In definitiva, Firegirl: Hack ‘n Splash Rescue propone un’esperienza divertente e immediata, perfettamente in linea coi canoni dei classici platform 2D, ma senza rinunciare a qualche piccola innovazione. Certamente i difetti non mancano, primo fra tutti la gestione di alcuni dialoghi che spesso strabordano dalle apposite caselle di testo non permettendo al giocatore di leggerli per intero, ma niente che una patch del day one non possa risolvere! Insomma, un’esperienza piacevole e immediata, magari da giocare sotto l’ombrellone su Nintendo Switch!