Stray, un titolo dove impersoni un gatto: GOTY istantaneo, gli diamo un 10 sulla fiducia e la recensione si chiude qui, davvero, non c’è bisogno di approfondire. Per amor di recensione però, tocca ugualmente, e con estremo piacere, andare a dare un’occhiata nel dettaglio a tutti gli aspetti di una produzione videoludica che ha saputo ritagliarsi sapientemente un posto tra i titoli più attesi dell’estate 2022, un periodo tutto sommato anche movimentato se consideriamo il recente DLC di Cuphead, The Delicious Last Course (trovi qui la nostra recensione), e gli imminenti titoloni targati Nintendo: Live A Live e Xenoblade Chronicles 3.
Con Stray, la software house BlueTwelve Studio firma la sua prima opera completamente in solitaria grazie alla fiducia del publisher Annapurna Interactive, che spesso e volentieri sa stupire il pubblico con produzioni davvero originali, e direi che questo è decisamente il caso! Dopo anni in cui i giocatori hanno avuto la possibilità di impersonare capre, oche, e letteralmente sassi e fiori, questi sviluppatori francesi hanno finalmente puntato i riflettori su un gatto come protagonista assoluto, e dopo il reveal del titolo penso che la reazione di molti sia stata: “Perché nessuno ci ha mai pensato prima?”
Bando alle ciance però e andiamo a dare un’occhiata nel dettaglio a Stray, un titolo, si sarà già capito, che sa accattivarsi senza alcuno sforzo i giocatori grazie a un’intuizione brillante alla base, ma che poi nasconde sotto una patina decisamente sorniona e ammiccante una sostanza ludica densa e compatta, in grado di fermarsi un attimo prima della noia e di tenere incollato il giocatore allo schermo per qualche ora, senza soluzione di continuità fino ai titoli di coda.
“L’ultimo dei Mohigatti”
Stray ci mostra fin da subito la vita quotidiana del nostro peloso protagonista, una routine tranquilla passata in compagnia di altri compagni felini, che un giorno però si interrompe bruscamente dando vita a un’epopea cyberpunk il cui obiettivo di tornare a casa si intreccerà ben presto a un’avventura di ben altra portata e che ci vedrà vestire i panni di salvatore di una comunità robotica.
Il titolo infatti è ambientato in un futuro remoto nel quale l’umanità è ormai estinta e a essere sopravvissuti sono soltanto degli androidi che ora costituiscono l’unica forma di società. Ci verrà presto raccontato che, come da tradizione per questo tipo di narrazioni post apocalittiche, l’uomo è stato la rovina di sé stesso, portando al collasso la società e dividendo la popolazione in ricchi, che abitavano l’Oltre, ovvero il mondo per come lo conosciamo oggi, e poveri costretti ad abitare in baraccopoli sotterranee dal quale non si può nemmeno vedere il cielo, in puro stile Final Fantasy VII con la sua divisione in settori.
La trama di Stray procede in maniera molto lineare, col nostro alter ego felino che dall’Oltre si ritrova suo malgrado a precipitare nei bassifondi e viene visto prima, in maniera anche abbastanza comica, come una minaccia, e ben presto invece come unica risorsa e fonte di speranza, in quanto palese testimonianza del fatto che ci possano essere nuovamente forme di vita nell’Oltre. Nonostante la linearità della trama, che rimane comunque molto valida e godibile, per quanto faccia uso di cliché del genere di appartenenza, c’è un aspetto che spicca su tutti: la scrittura dei personaggi!
Come già anticipato, l’idea alla base del gioco è davvero sorniona, ma estremamente efficace: affidando a un gatto il ruolo da protagonista, si innesca automaticamente la simpatia dei giocatori nei suoi confronti; a rendere il tutto ancora più efficace ci sono le azioni che il gatto può compiere, mai esagerate o fantastiche, la nostra palla di pelo si limiterà a saltellare qua e là, fare le fusa, rifarsi le unghie dove possibile, bere acqua da padelle e rigagnoli, giochicchiare con ciò che trova in giro… insomma, tutto ciò che farebbe un normalissimo gatto.
La semplicità e il realismo con cui viene proposto crea un’empatia immediata nei suoi confronti, tanto che nei momenti in cui la trama metteva il gatto in situazioni spinose avevo il fiato sospeso per le sorti del piccolo felino. Il protagonista però non rimarrà da solo a lungo, ad accompagnarlo nel suo viaggio infatti ci sarà il drone B-12, che diventerà una spalla inseparabile nonché vera e propria voce del nostro gatto, i due incontreranno poi una pletora di comprimari robotici che si sono rivelati una grandissima sorpresa.
A livello di caratterizzazione infatti, l’unico anello debole della catena sarà proprio B-12, a parte un paio di interessanti rivelazioni sulla sua natura infatti, il drone non presenterà chissà quali sorprese; ma per i comprimari robotici il discorso cambia notevolmente. Incredibilmente, questi robot sono stati resi estremamente umani tanto nei movimenti, dinoccolati e di tanto in tanto incerti, che nelle storyline, tutte davvero ben realizzate e curatissime.
In una sorta di ribaltamento dei ruoli, questi robot parlano degli umani in maniera sognante, come se aspirassero a una perfezione che non è robotica (e nemmeno umana ovviamente, dettaglio che i robot di Stray ignorano) e gli umani fossero il gradino successivo della loro evoluzione. Il fatto che questi robot siano così profondi nei loro background ovviamente non influisce affatto sul gameplay e sul gioco in sé, ma dimostra una particolare attenzione non solo nei confronti della trama, ma della costruzione del mondo di gioco e della sua lore, uno sforzo davvero apprezzabile e che denota una cura non da poco nei confronti del prodotto finale.
Gameplay rilassato… come le fusa!
Per quanto Stray imbastisca un comparto narrativo toccante e coinvolgente, che può tranquillamente essere considerato il fulcro del titolo, il gameplay non viene sicuramente trascurato, continuando però nel solco della semplicità e proponendo ritmi rilassati con idee semplici, ma non per questo meno efficaci e anzi imbastite in maniera davvero originale.
In buona sostanza, Stray è un’avventura fortemente incentrata su fasi di risoluzione di enigmi ambientali, durante i quali il gatto protagonista dovrà trovare il modo di proseguire rompicapo dopo rompicapo; non mancano però alcune fasi leggermente più “action” nel quale dovremo sfuggire ad alcuni nemici insidiosi contro i quali non avremo quasi mai risposte e le fughe rocambolesche a cui saremo costretti si riveleranno l’unica soluzione possibile.
Come già anticipato, la chicca che contraddistingue Stray sta nelle interazioni ambientali opzionali, azioni di base come miagolare e rifarsi le unghie che molto spesso non porteranno nemmeno a risultati concreti, ma ti sfido a non rimanere per più di una volta ad ammirare quella piccola palla di pelo che si raggomitola per dormire in alcuni punti prestabiliti (spoiler: c’è anche un Trofeo ottenibile dormendo per oltre un’ora in game!).
Ad arricchire ulteriormente il gameplay poi ci saranno alcuni collezionabili davvero interessanti. Nel mondo di gioco ci saranno spille ottenibili completando semplici subquest o spartiti più o meno nascosti (per citarne solo alcuni), ma i collezionabili decisamente più interessanti saranno i Ricordi, ottenibili sotto le più svariate forme, essi andranno a ricostruire la memoria del piccolo drone B-12, svelandoci la sua storia e il suo passato, nonché andando a completare la lore del mondo.
In realtà questo è tutto ciò che c’è da dire sul gameplay, che come detto punta molto sulla semplicità. A far sì che la routine delle poche azioni disponibili non venga ben presto a noia al giocatore contribuiscono due fattori essenziali: anzitutto, di tanto in tanto ci sono alcune sezioni di gameplay in cui avremo accesso a interazioni uniche che vanno a movimentare il ritmo di gioco, inoltre, la durata non eccessiva (si può arrivare ai titoli di coda in meno di una decina d’ore, e per la gioia degli speedrunner perfino due ore possono essere sufficienti) aiuta a far sì che l’esperienza si esaurisca appena prima che il riciclo di idee e situazioni diventi deludente.
Comparto tecnico sorprendente!
Come specificato in apertura, la software house BlueTwelve Studio con Stray è al suo debutto, eppure questi sviluppatori francesi hanno dimostrato di saperci davvero fare e anzi, mi piacerebbe vederli all’opera anche su un titolo di più ampio respiro, soprattutto perché anche per quanto riguarda il comparto tecnico si sono rivelati davvero in gamba!
Per quanto riguarda la grafica, Stray non fa certamente gridare al miracolo, essendo perfettamente in linea con molte altre produzioni contemporanee, anzi, per quanto sia fluido e curato dal punto di vista grafico di tanto in tanto inciampa su qualche animazione del protagonista felino (d’altronde, ormai è risaputo, animare i movimenti dei quadrupedi è sempre una sfida non da poco) di tanto in tanto più legnosa del dovuto.
Ciò che però fa spiccare Stray è il mondo di gioco, vivissimo e con una gestione delle luci impeccabile, tanto da ricordare perfino una punta di diamante come Ratchet & Clank Rift Apart: il decadente mondo cyberpunk del gioco è ricco di luci e insegne al neon, ma di tanto in tanto si potranno incontrare anche ambientazioni più macabre che sembrano uscite direttamente da Stranger Things, andando quindi a creare un mondo completo e variegato. Grande neo della produzione data la bellezza del mondo di gioco è la totale mancanza di una modalità fotografica, spero rientri tra le priorità (magari in una patch al day one) del team di sviluppo.
Perfetta invece la colonna sonora, non penso di esagerare nell’affermare che non sentivo tracce così belle dai tempi di Kingdom Hearts II! L’intero gioco è privo di doppiaggio, e in una prima fase perfino di dialoghi, pertanto la musica costituisce una colonna portante dell’esperienza fin dalle primissime battute, e riesce sempre a essere curatissima in ogni ambiente e situazioni, alternando tonalità anche molti distanti tra loro che si andranno a intersecare alla perfezione, accompagnando al meglio ogni singolo istante del gioco, a mio parere l’aspetto in assoluto più riuscito in una produzione comunque solida sotto ogni punto di vista.
In definitiva, Stray è un titolo che, venuto fuori quasi dal nulla, ha creato parecchia aspettativa attorno a sé e c’è da dire che, a sorpresa, l’attesa è stata assolutamente ripagata e anche nel migliore dei modi! Un gioco che propone un’esperienza rilassata che nella sua semplicità risulta comunque molto soddisfacente, a contornare il tutto poi ci sono dei personaggi davvero fuori scala in quanto a scrittura e un comparto tecnico ottimo, soprattutto una gioia per le orecchie! Un titolo da acchiappare al volo, un vero e proprio must have!