Il lancio di un videogioco è sempre vissuto come un momento speciale. Anni e anni fa, prima che il mondo di internet fosse ampiamente sviluppato come lo è ai giorni d’oggi, per poter venire a conoscenza degli ultimi giochi annunciati o delle prossime uscite, ci si recava in edicola a comprare la propria rivista di riferimento per qualche lira (o euro, parlando di tempi più moderni) per poi leggerla in compagnia dei propri amici o da soli nella propria cameretta, oppure si andava al proprio negozio di fiducia con gli amici a chiedere delle ultime novità.
Oggi le cose sono molto cambiate grazie allo sviluppo di internet e delle reti sociali sul web. Se per un lato tutto ciò possa portare dei benefici di portata assolutamente non trascurabile, come la velocità d’informazione e la facile reperibilità delle news, c’è l’altra faccia della medaglia che non può essere trascurata, l’utenza di internet, la quale rende la quotidianità informativa videoludica un vero e proprio inferno, special modo per gli sviluppatori.
La tossicità di internet è decisamente orribile: le parole di uno sviluppatore Ubisoft
Se per chi scrive, le parole possono solo essere un mucchio di lettere di senso compiuto senza paradossalmente alcun significato, ciò non è per chi lavora direttamente all’interno dell’industria videoludica. L’arroganza e l’invasione che certi utenti della rete possono manifestare in presenza di notizie non divulgate (come la data d’uscita di un videogioco) non passano intollerate e inosservate agli occhi di Joe Hobbs, sviluppatore Ubisoft, il quale replica in questo modo alla situazione tramite un tweet postato sul proprio profilo ufficiale:
Come sviluppatore di giochi, il lancio di un titolo dovrebbe essere la parte più eccitante, ma i social media e la supponenza dei giocatori lo rendono un’esperienza orribile per chiunque di noi sia pubblicamente coinvolto. Ho ricevuto minacce di morte in passato per The Division 2. È inaccettabile.
Le molestie subite dagli sviluppatori di giochi sono assolutamente disgustose e lo vedo nei commenti della maggior parte degli sviluppatori che dicono praticamente qualsiasi cosa. Qualche mese fa un ragazzo ha postato su sua madre che era malata e metà dei commenti erano “torna al lavoro”, “aggiusta il gioco”.
Sui social media molti sviluppatori di giochi non dicono nemmeno cosa fanno perché hanno paura del backlash. Gli streamer e i content creator che prosperano sui contenuti di reazione e reagiscono in modo eccessivo per le visualizzazioni peggiorano le cose. Hanno un grande pubblico a cui fanno perdere la testa, e che poi si rivolge agli sviluppatori.
https://twitter.com/JLHGameArt/status/1548710773194723331
Una situazione insostenibile che potrebbe sfociare, in futuro, in qualcosa di ancora peggio. Internet è uno strumento tanto prezioso quanto dannoso: bisogna imparare ad usarlo e a essere consapevoli che dall’altra parte dello schermo ci sono persone che lavorano, che si impegnano con tutte le loro forze pur di offrire un prodotto che possa piacere al pubblico, al meglio delle possibilità.