Da ormai un bel po’ di tempo, stiamo vivendo un periodo nel quale vengono riproposti vecchie glorie videoludiche dell’era 8 e 16 bit, o anche di nuovi titoli che si rifanno a quello stile. Avenging Spirit fa parte della prima categoria, uscito nel lontano 1991 in Giappone e Nord America, e successivamente arrivato anche in Europa su Game Boy nel 1992.
Si tratta di un platform 2D a scorrimento laterale che per i suoi tempi era anche abbastanza innovativo. Avenging Spirit ha anche un incipit narrativo un po’ più complesso di molti titoli dello stesso genere; durante una passeggiata con la sua fidanzata, i due vengono assaliti da dei misteriosi agenti di una società segreta, che riescono a rapire la ragazza e a ucciderci con diversi colpi di pistola. Il padre della ragazza riesce a riportarci in “vita” sotto forma di spirito con la capacità di impossessarsi di altri corpi, e da quel momento inizieremo la nostra missione di salvataggio e vendetta.
Proprio da questo espediente nasce la meccanica principale di Avenging Spirit, ovvero quella della possessione dei corpi dei nemici. Inizialmente il titolo ci darà la possibilità di scegliere uno di quattro possibili personaggi da possedere e il tutorial consisterà nell’uccidere gli altri tre.
Avenging Spirit, gameplay e meccaniche
Ogni corpo che andremo a possedere avrà delle caratteristiche di attacco diverse, e a seconda della situazione andranno a funzionare più o meno bene in quel livello. Possedendo i gangster avremo a disposizione delle armi da fuoco, al contrario con la maestra di arti marziali saremo fortissimi nel corpo a corpo. Non mancheranno personaggi strani e particolari, con una buona varietà di attacchi, purtroppo però non sarà sempre possibile impossessarsi dei corpi a nostro piacimento.
Difatti in Avenging Spirit avremo due barre su schermo, quella in basso sarà l’energia del corpo posseduto, mentre quella in alto sarà l’energia residua della nostra forma in fantasma. Mentre la prima scende a seconda dei danni ricevuti, quella della possessione diminuisce mentre saremo in forma spirituale alla ricerca di un corpo da possedere. Se si esaurisce la barra dell’energia del nemico posseduto, diventeremo spirito e inizierà dunque a diminuire la barra della possessione. Se quest’ultima raggiunge la fine, sarà game over.
Una pecca perché a livello di gameplay sarebbe stato bello e anche utile poter cambiare corpo a piacimento, e non trovarsi con il corpo di un karateka ad affrontare orde di nemici con attacchi a distanza, mentre una buona parola va spesa per il design dei livelli, i quali sono davvero molto vari e ben dettagliati, con alcuni segreti al loro interno. Difatti sarà necessario esplorare a fondo e minuziosamente per trovare le chiavi che serviranno al raggiungimento del nostro obiettivo finale.
Tecnicamente un buon retrò
Un’altra nota invece va fatta al fattore ricomparsa dei nemici, presente all’epoca in tantissimi titoli del genere; anche in Avenging Spirit pur avendo ucciso tutti i nemici di una zona, basterà far scomparire dallo schermo quest’ultima anche con un semplice salto, per far si che tutti gli avversari ricompaiano al loro posto. Questo può causare piccoli dispiaceri, soprattutto se si manca un salto e si ricade in una zona sottostante che credevamo di aver pulito.
Buona la colonna sonora che accompagna il titolo, un vero e proprio tuffo nelle sonorità di quel periodo, e i comandi risultano essere abbastanza precisi. In definitiva Avenging Spirit è un ottimo titolo per gli amanti del genere, godibilissimo soprattutto con la portabilità della ibrida Nintendo Switch.