Xenoblade Chronicles 3 è il terzo capitolo di una saga ormai leggendaria, che ha accompagnato le console Nintendo da molto tempo ormai, con diversi capitoli che a modo loro si sono sempre rinnovati. Dopo storia di Shulk e compagni ne è passata di acqua sotto i ponti e la serie ha ormai un posto nel cuore di molti appassionati.
Grazie all’ottimo lavoro svolto con il (relativamente ormai) recente Xenoblade Chronicles 2, peraltro, la saga ha ottenuto ancora più risonanza, diventando praticamente una tappa obbligata per tutti i possessori di una console Nintendo. Questo Xenoblade Chronicles 3 non fa eccezione, visto che alza ancora di più l’asticella della qualità generale del titolo. Vediamo quindi se vale la pena giocarlo nella nostra recensione.
Una storia tristemente attuale
La storia di Xenoblade Chronicles 3 è ambientata molti anni dopo quelle dei precedenti capitoli e, per questo motivo, può essere goduta anche da coloro che si approcciano alla saga per la prima volta. Chiaramente, un veterano della serie coglierà molti riferimenti alle vicende precedenti, ma il nuovo cast di personaggi e l’intreccio staccato rendono il gioco adatto anche ai novizi. Novizi che potranno godersi una trama davvero emozionante.
Fin dai primi momenti di gioco vediamo due fazioni rivali intrappolate in una guerra che ormai dura da generazioni. Questo conflitto, per quanto brutale, sembra inevitabile, visto che la posta in gioco è la sopravvivenza dei propri cari e degli amici, nonché la protezione della propria casa. Non parliamo però di una casa qualunque, ma di una vera e propria base militare ambulante, che ospita diversi soldati fin dalla loro nascita. Tutti gli individui che combattono la guerra, infatti, sono creati artificialmente in laboratorio, in modo da nascere già come adolescenti maturi e pronti ad addestrarsi.
Ogni persona nasce quindi come soldato e la guerra è tutto ciò che conosce. L’odio per la morte causata dalla fazione nemica alimenta quindi le fiamme di questo conflitto, che ha come scopo ultimo quello di sottrarre l’energia vitale dei nemici uccisi, in modo da alimentare la Cronofiamma della propria fazione. Allo stesso modo, morire significa alimentare la Cronofiamma dell’esercito nemico, come una vera e propria risorsa.
In pratica, come dice lo stesso Noah nelle prime battute di gioco, si combatte per vivere e si vive per combattere. Xenoblade Chronicles 3 ci mostra quindi un futuro distopico, dove gli individui vengono al mondo come veri e propri strumenti di morte, costretti a combattere per un conflitto che in fondo non riescono a capire davvero. Come se ciò non bastasse, ogni soldato ha una vita di soli dieci anni (ammesso che non muoia prima in battaglia), dopo i quali “torna nel grembo della regina” con un rituale che viene considerato dai suoi compagni d’arme un grande onore.
Questo orribile ciclo di morti e rinascite, nonché di totale disumanizzazione, viene interrotto da una missione speciale, dove i nostri eroi vengono in contatto con una squadra nemica e, soprattutto, con un uomo misterioso. Quest’ultimo spiega ai protagonisti l’inutilità del loro conflitto: i soldati delle due fazioni sono molto simili, soffrono gli stessi dolori e perdono i cari allo stesso modo, e la guerra in corso sta semplicemente causando sofferenza non necessaria da entrambi i lati. Questo conflitto è infatti alimentato da un misterioso burattinaio, che ne trae vantaggio in un modo non ben specificato.
Prima che l’uomo possa rivelare la mente dietro il conflitto, però, viene interrotto da una strana creatura simile a un demone, che sembra essere a coinvolta in prima persona nell’inganno che alimenta la guerra. Per questo motivo, non può lasciar vivere i protagonisti, che ora saranno ricercati da entrambi gli schieramenti come disertori.
Così, le due squadre nemiche sono costrette a unire le forze, superare le proprie differenze e i pregiudizi, conoscendosi in quanto individui e non come semplici soldati. Fin da questa lunga premessa, possiamo capire che le tematiche presentate da Xenoblade Chronicles 3 vertono su toni particolarmente cupi, abilmente nascosti dall’estetica “anime” che caratterizza la serie.
Nonostante la storia possa essere goduta anche per il semplice intreccio di fatti, che comunque si dimostra interessante, è difficile non notare le tematiche più profonde e i vari simbolismi dietro la rappresentazione dei conflitti a cui assistiamo. Siamo quindi davanti a una trama che cerca di far riflettere sui concetti di umanità, sul libero arbitrio e sull’inutilità della guerra. Tematiche molto care al pubblico orientale, che possiamo infatti trovare in altre opere (La saga di Gundam e il genere Kaiju, per esempio).
Non solo. Xenoblade Chronicles 3 riesce a non banalizzare un tema così delicato, che viene valorizzato dall’ottima caratterizzazione dei personaggi, i quali si dimostrano credibili e “umani”.
La maturazione di Xenoblade Chronicles 3
Dall’altro lato, la struttura di gioco di Xenoblade Chronicles 3 prende a piene mani dalle ottime basi gettate dai precedenti capitoli della saga, proponendo al giocatore una formula ormai rodata, ma perfezionata praticamente sotto ogni punto di vista. Siamo quindi davanti al miglior Xenoblade Chronicles visto fin’ora, grazie ai piccoli dettagli e ai miglioramenti che vanno poi a creare un prodotto più che convincente. Ma andiamo con ordine.
Xenoblade Chronicles 3 alterna l’esplorazione di mappe molto vaste, a combattimenti, a cui poi si aggiungono una lunga serie di meccaniche dosate sapientemente in un mix che funziona benissimo. Come sempre, il cavallo di battaglia della produzione è il sistema di combattimento, in questo terzo capitolo più rifinito che mai. Fin dalle prime ore di gioco, infatti, il giocatore viene introdotto a varie meccaniche, le quali creano poco alla volta un combat system profondo, sfaccettato e davvero divertente da gestire.
Gli scontri vedono contrapporsi il nostro party a un numero variabile di nemici e, come da tradizione, gli attacchi normali dei nostri personaggi vengono eseguiti automaticamente quando il nostro avatar è vicino a un bersaglio. Il ruolo del giocatore, però, non è quello di mero spettatore. Ogni personaggio può infatti utilizzare diverse abilità attive, che oltre a infliggere danno vantano anche effetti aggiuntivi e bonus ottenibili con un buon posizionamento e con il giusto tempismo.
Per esempio, Noah ha a sua disposizione una stoccata che infligge danni maggiori se eseguita alle spalle del nemico, a cui si aggiunge un colpo laterale che infligge uno “sfiancamento”, a cui poi possono seguire i colpi degli altri membri del gruppo, i quali possono portare all’inizio di una combo di stati alterati in grado di mettere in seria difficoltà ogni nemico. Gli altri personaggi, peraltro, possono essere controllati attivamente in ogni momento, dando quindi al giocatore un controllo completo su ogni membro del gruppo.
Anche l’IA, però, si dimostra soddisfacente, soprattutto selezionando le giuste strategie da un pratico menù accessibile nel mezzo di ogni battaglia. Pur non arrivando allo stesso livello di consapevolezza che può avere il giocatore (come giusto che sia), i membri del gruppo infliggono i giusti status alterati per continuare le combo, posizionano buff e rianimano gli alleati, dando sempre un ottimo supporto al giocatore con le loro abilità attive.
Proprio parlando di abilità arriviamo alla novità più succosa di Xenoblade Chronicles 3: un Job System nuovo di zecca. Ogni personaggio del gioco, infatti, appartiene a una certa classe – inserita in uno di tre gruppi più generali, ovvero Attaccante, Difensore e Guaritore – , con determinate abilità attive e passive. Quando si sale di livello, anche i vari job ottengono punti esperienza, fino al raggiungimento di un rango massimo. Quando uno dei nostri eroi raggiunge questa maestria, le tecniche di quella particolare classe possono poi essere utilizzate anche equipaggiando classi diverse.
Detto in poche parole, portare al livello massimo la classe iniziale di Noah, rende le abilità “magistrali”, permettendo quindi di utilizzarle anche equipaggiando una classe differente, ad esempio quella tank di Miyo. Questo porta ogni singolo eroe ad apprendere abilità diverse, praticamente da tutte le classi disponibili, consentendo quindi al giocatore di personalizzare i membri del gruppo in molti modi diversi.
Durante gli scontri, questo si traduce in buff di vario tipo e in ben due gruppi di abilità utilizzabili contemporaneamente con i tasti frontali, a cui poi si aggiungono le abilità “fusione”, utilizzabili quando il cooldown di due skill è attivo contemporaneamente. Tutto questo ci mette già di fronte a un sistema di combattimento molto profondo. Eppure, Xenoblade Chronicles 3 non si ferma qui.
Eroi pieni di risorse!
A queste basi, infatti, Xenoblade Chronicles 3 aggiunge una serie di meccaniche che arricchiscono ulteriormente gli scontri e il comparto ruolistico. Tanto per cominciare le abilità che abbiamo appena descritto sono protagoniste anche degli Assalti di Gruppo, una meccanica che consente di lanciare una lunga serie di attacchi, combinabili per ottenere potenti bonus.
In modo simile al secondo capitolo, gli assalti permettono di scegliere vari membri del gruppo, che a turno eseguono le loro tecniche. Lanciando queste ultime in un certo ordine e tenendo conto di vari requisiti, è possibile innescare bonus davvero interessanti, che rendono le combo potenzialmente devastanti anche contro il nemico più coriaceo.
Come se questo non bastasse, il sistema di combattimento di Xenoblade Chronicles 3 viene ulteriormente arricchito dall’aggiunta degli Uroboros. Questi sono dei giganti che possono essere evocati durante le battaglie, unendo due membri del gruppo specifici (Noah e Miyo per esempio) in un nuovo essere che poi può essere controllato attivamente.
Questi colossi sono, tra molte file di virgolette, paragonabili agli Eoni di Final Fantasy X, che una volta scesi in campo possono potenzialmente fare la differenza tra la vittoria e la sconfitta, oppure fare da scudo per attacchi particolarmente potenti. In questo caso, gli Uroboros non possono essere uccisi e consentono di infliggere un grande quantitativo di danni. Tutto questo, però, è bilanciato dalla durata molto limitata della loro permanenza sul campo di battaglia.
Ogni attacco eseguito da un Uroboros, infatti, surriscalda la creatura e, una volta raggiunto il livello massimo di “calore”, questa è costretta ad abbandonare il combattimento, lasciando spazio ai due personaggi utilizzati per l’evocazione. Per fortuna, però, l’indicatore utilizzato per l’evocazione può essere nuovamente riempito (anche nello stesso scontro), consentendo nuovamente di sfruttare il potere del colosso.
E, ancora una volta, Xenoblade Chronicles 3 non si ferma qui. Gli Uroboros possono infatti essere sfruttati anche in forme potenziate, accessibli soddisfacendo determinati requisiti. Inoltre, ognuna delle tre creature disponibili ha due forme distinte, che a loro volta possono accedere ad abilità diverse da sfruttare in battaglia.
Tutto questo, poi, viene ulteriormente arricchito da un solido comparto ruolistico, che essenzialmente coinvolge ogni aspetto dei personaggi. Senza scendere troppo nei dettagli per amor di brevità, ti basti sapere che gli stessi Uroboros sono personalizzabili grazie a uno skill tree, a cui si aggiunge la personalizzazione dei personaggi che passa attraverso le classi, gli accessori e le gemme (da creare un un sistema di crafting!).
In sintesi, Xenoblade Chronicles 3 propone un sistema di combattimento ricco, profondo e sfaccettato, che consente al giocatore di sfruttare un gran numero di meccaniche, unite in un mix dove tutto viene bilanciato a dovere e dove nulla è semplicemente inserito in modo “accessorio”. Persino l’esplorazione rientra in questo sistema, grazie ai punti esperienza ottenibili in molti modi diversi.
Il mondo di Xenoblade Chronicles 3
L’esplorazione degli scenari aperti è l’altro grande pilastro su cui si fonda Xenoblade Chronicles 3. Per tutta l’avventura, infatti, ci troviamo a esplorare mappe aperte relativamente vaste, caratterizzate da punti di interesse, oggetti sparsi, nemici unici e forzieri nascosti. Come in ogni gioco di ruolo che si rispetti, infatti, anche in questo caso la curiosità del giocatore viene premiata in molti modi diversi.
Tanto per cominciare, scoprire nuovi punti di interesse attiva dei veri e propri checkpoint, che di fatto diventano dei respawn automatici in caso di game over. Inoltre, scoprire questi luoghi permette di ottenere punti esperienza bonus, i quali riducono la necessità di farmare punti esperienza in combattimento, rendendo quindi molto più agevole la progressione nella campagna.
Nelle mappe di gioco, poi, si trovano missioni secondarie molto interessanti, che spesso hanno il grande pregio di essere narrativamente ricche e quindi meno tediose della media del genere. Troviamo poi avamposti in rovina da attivare, nemici particolarmente coriacei da buttare giù e molto altro.
Come se questo non bastasse, all’esplorazione è legata anche la possibilità di sbloccare nuove abilità per i nostri membri del gruppo. Proseguendo nell’avventura, infatti, è possibile reclutare personaggi aggiuntivi, che si possono unire al gruppo senza però essere direttamente controllabili. Anche in questo caso, però, vale lo stesso sistema di specializzazione delle classi descritto prima, che quindi permette ai sei protagonisti principali di ottenere nuove abilità “magistrali”, ampliando quindi la rosa di possibilità in combattimento.
Come avrai intuito, Xenoblade Chronicles 3 è un videogioco mastodontico, che ospita nelle piccole dimensioni consentite dalla cartuccia un piccolo miracolo tecnico. Il mondo di gioco è vasto, le attività da svolgere sono molte e il comparto ludico è davvero eccellente. Per fortuna, tutto queste viene introdotto al giocatore poco alla volta, nel corso delle prime ore di gioco. Se da un lato questo si dimostra necessario per caricare eccessivamente di informazioni la testa del giocatore, dall’altra parte ci troviamo davanti a delle prime ore lente e poco esaltanti.
Volendo trovare il pelo nell’uovo, peraltro, l’interfaccia utente Xenoblade Chronicles 3 risulta molto confusionaria, soprattutto durante i combattimenti più concitati. Sia chiaro, non siamo davanti a difetti che minano la qualità del prodotto complessiva, che comunque si dimostra altissima, grazie al riuscito ecosistema di meccaniche creato dagli sviluppatori.
Esaltante da giocare e bello da vedere
Il comparto tecnico di Xenoblade Chronicles 3 è davvero eccellente, se consideriamo la potenza limitata di Nintendo Switch. Gli sviluppatori hanno fatto un piccolo miracolo nel proporre un mondo così dettagliato, accompagnato da modelli poligonali sempre convincenti, nonché animati in modo praticamente perfetto.
Chiaramente ci sono alcuni casi, soprattutto nei primi piani, dove possiamo notare i limiti della console, soprattutto di fronte ad alcune texture non troppo definite, ma il colpo d’occhio complessivo di Xenoblade Chronicles 3 resta comunque estremamente piacevole e sicuramente sopra la media delle altre produzioni.
Questo è chiaramente reso possibile anche dello splendido comparto artistico, che vanta un’estetica originale e riconoscibile, in grado di donare al titolo un’identità tutta sua. Lo stile grafico in cell shading, peraltro, rende i modelli poligonali davvero belli da vedere e, in generale, contribuisce a creare il colpo d’occhio così piacevole descritto poc’anzi.
Infine, il comparto sonoro si conferma eccelso, grazie in primis a un ottimo doppiaggio, in grado di valorizzare ogni scena, senza scivoloni di sorta. Si aggiungono poi delle musiche perfette per le varie occasioni, che a loro volta valorizzano i momenti più emozionanti della storia.
https://www.youtube.com/watch?v=jhQOnhPWsVY