Sviluppato da Hikotel e pubblicato da Phoenixx e Gotcha Gotcha Games, Kokoro Clover Season 1 è un videogioco mixato a un anime puramente giapponese e che è interessato a comunicare a una sola tipologia di utente, a coloro che amano la cultura del Giappone e il suo umorismo. Noi abbiamo vissuto l’avventura stravagante e fuori di testa di Treffy sulla nostra Nintendo Switch e siamo pronti a condividere la nostra recensione! Pronto a questa sorta di show-anime-videogioco platform?
Kokoro Clover Season 1 – Sigla, storia, gioca!
Kokoro Clover Season 1 ha delle regole proprie e non prova neanche per sbaglio a scendere a compromessi con l’utente. Prima di tutto, c’è la sigla, un jingle realizzato decisamente bene e che ti conviene imparare ad amare perché ti seguirà ovunque e durante tutta l’esperienza di gioco. Il jingle ti entrerà nella testa e continuerai a sentirlo anche dopo aver spento la console. Diventerà parte di te, il problema è: lo amerai o lo odierai? Scherzi a parte, Kokoro Clover Season 1 è letteralmente un anime a videogioco ma, a differenza di Noel The Mortal Fate (di cui puoi leggere anche la recensione), qui la tipologia di narrazione, lo stile e perfino l’azione cambia radicalmente.
Kokoro Clover Season 1 è un tuffo negli anni 80, tra robot giganti e trasformabili, jingle allegri e tecnologici, luci multicolore, mostriciattoli di ogni dimensione, magie, capelli che cambiano colore quando ci si trasforma, carte stregate, nemici paffuti, navicelle spaziali che esplodono e tanto, tanto altro. I richiami al passato sono molteplici e potenziati da un umorismo tipicamente giapponese e che forse si prolunga più del necessario.
Saremo chiari: Kokoro Clover Season 1 racconta una storia divisa in dodici capitoli. Ogni capitolo è a sua volta suddiviso in più punti, intervallati dall’allegro jingle – proprio come un cartone animato del passato. C’è la sigla cantata (anche piacevole), ci sono personaggi sopra le righe, c’è il cattivo idiota di turno, c’è una missione strampalata da compiere e, in tutto questo, c’è anche un videogioco da giocare. Un videogioco che mixa un po’ di elementi ma che, principalmente, è un semplicissimo platform.
Prima di procedere col gameplay, è bene raccontare qualcosa della trama di Kokoro Clover: la protagonista è Treffy ed è un’evocatrice. Lei può comunicare con creature magiche – che ricordano esteticamente sia i Digimon/Pokémon che le evocazioni di Final Fantasy – e per questo ha dei poteri. Ogni creatura le fornisce dei poteri e lei cambia anche colore di capelli in base al suddetto potere. Purtroppo, come se questo non fosse abbastanza, ben presto si ritroverà in possesso di uno strano amuleto a sua volta bramato da due fratelli litigiosi. E proprio uno di questi sarà il primo cattivone idiota che ci troveremo ad affrontare.
Non ci dilungheremo nella trama, ti basti sapere che è divertente nella sua superficialità – anche se prova comunque a trattare elementi seri come l’essere emarginati – e ti offrirà davvero un’esperienza molto simile a quella offerta dai cartoni giapponesi degli anni 80/90 con un impatto nostalgico da non sottovalutare.
Gameplay
Dunque, Kokoro Clover Season 1 principalmente ti chiederà di leggere. Leggerai molto e tutto in inglese e giapponese… insieme. Ci spieghiamo meglio: il gioco presenta dei sottotitoli in inglese (l’italiano è totalmente assente) ma nei baloon dei personaggi le stesse scritte sono giapponesi. Esatto, su schermo avrai doppie scritte: baloon giapponesi e sottotitoli inglesi. Non sappiamo il perché di questa scelta ma non la condividiamo. Tutte queste scritte caricano lo schermo in modo inutile e anche visivamente parlando, non è gradevole. Per quanto riguarda i testi in inglese, non c’è nulla di realmente complesso e risulta quindi accessibile quasi a chiunque.
Oltre a leggere i testi, che ricordiamo, sono la fase principale del gioco, quantitativamente maggiore rispetto a tutte le altre fasi, Kokoro Clover Season 1 è un platform decisamente semplice. Comanderemo Treffy e, prima di ogni capitolo, avremo modo di scegliere alcune cose: come l’aspetto estetico o il set di compagni di viaggio (ossia creature evocabili). Di suo, Treffy ha un attacco a distanza e un banale e classicissimo salto. Un salto così classico che ci riporta indietro nel tempo per la sua legnosità.
Le creature provano a offrire un elemento strategico nel gioco ma, in realtà, non avrai mai grandi difficoltà. Kokoro Clover è facile, i nemici cadranno dopo pochi colpi e soprattutto all’inizio, le fasi di gioco saranno così brevi che neanche te ne accorgerai (durano una manciata di minuti). Il gioco prova anche a stuzzicare un lato esplorativo, nascondendo dei tesori ma niente di troppo impossibile (tutt’altro). C’è anche una valuta in game, delle monete ottenibili all’abbattimento dei nemici, utili per lo shop o per le attività extra che approfondiremo a breve.
Nota a parte per le boss fight. Anche queste, sono decisamente semplici e fattibili – all’inizio potrai decisamente scaraventare di tutto contro il boss aspettando i tempi dei suoi attacchi. Attacchi che non riescono benissimo. Spieghiamo: spesso proverai a saltare un proiettile ma questo ti colpirà comunque.
Questo errore grossolano come il salto legnoso, sono problemi di un passato antico che a quanto pare sono stati riportati di peso e in modo spiacevolmente fedele. Per fortuna, come detto, Kokoro Clover non è difficile e non avrai grandi problemi a proseguire. Tra l’altro, c’è anche un’impostazione che permette di bypassare le fasi ludiche e quindi, se dovessi perdere, si procederà comunque con la storia… come se niente fosse successo.
C’è da dire che nell’arco dei 12 episodi, mai eccessivamente lunghi, il gioco prova a variare e l’attenzione resta alta grazie all’umorismo di fondo e alla narrativa sopra le righe. Le situazioni imprevedibili sono il motore trainante dell’intera opera. Ma, l’opera è consapevole del potenziale rischio di offrire “poco” ed ecco che già nel menù iniziale ti propone una vasta gamma di opzioni.
Oltre allo story mode (elemento principale e meglio riuscito), c’è una boss rush (hai capito bene, tanti scontri coi boss), una modalità avventura (solo livelli senza pause narrative), c’è uno shop pieno di roba da acquistare, un raccoglitore di musiche del gioco, una libreria per approfondire il mondo di gioco e i suoi folli personaggi e infine, un paio di stravaganti minigiochi. Il primo è un semplicissimo rythm game mentre il secondo è una vera e propria macchina in cui spendere soldi con tanto di “artiglio” (per la gioia degli alieni verdognoli di Toy Story).
Grafica e sonoro
Graficamente, Kokoro Clover si difende decisamente bene, richiamando fedelmente il passato cartoon del Giappone e rievocando innumerevoli anime e manga dell’epoca. Anche le fasi ludiche non sono male, salvo alcuni liveli piatti e ben poco evocativi. Da segnalare anche la scelta di inserire due bande ai lati, fisse, restringendo lo schermo di gioco. Scelta che potrebbe non piacere a tutti ma che, comunque, non va a minare l’esperienza di gioco in nessuna delle due modalità di gioco offerte dalla Nintendo Switch. Inutile dirlo, complice la tipologia di gioco, la modalità portatile è semplicemente ideale.
Il sonoro è decisamente curato. Abbiamo già parlato del jingle e, ironia a parte, c’è molta attenzione nella creazione del titolo e le musiche sono tutte gradevoli e collaborano alla grande per un piccolo, folle e divertente anime-videogioco.