Sviluppato da Nerd Games e pubblicato da Eastasiasoft Limited, Book Quest è principalmente un action adventure molto semplice e che s’immerge totalmente nel filone di giochi retrò con visuale dall’alto e che non fa assolutamente niente per offrire qualcosa di originale. Noi lo abbiamo completato sulla nostra Nintendo Switch e questa è la nostra recensione. Pronto a riprendere il libro magico di famiglia?
Book Quest – un libro troppo famoso
La trama di Book Quest è semplice e perfettamente in linea con lo stile, l’umorismo e il ritmo dei grandi classici. Non aspettarti enormi capovolgimenti o intrecci narrativi da visual novel. Qui è tutto molto semplice, quasi banale. Ma procediamo con ordine. Il protagonista non ha nome, è semplicemente “tu” ed è un ragazzo con poco carisma che si sveglia in piena notte a causa di un topo. Tranquillo, il topo non ricopre un ruolo principale come Quintus di Quintus and the Absent Truth (qui trovi la nostra recensione) ma è proprio il roditore a scatenare una serie di eventi che, ahinoi, non sono riusciti a catturarci come si deve.
Per farle breve, il protagonista si ritrova a scendere in cantine e ritrova un vecchio scrigno abbandonato. Lo apre e dentro vede un libro tramandato da generazione nella propria famiglia. Decide di prenderlo e di tirarlo fuori dalla cantina ma, essendo tardi, lo lascia sul tavolo. Sempre quella notte, uno strano individuo rosso irrompe in casa e ruba il libro. Questo porta il nonno defunto ad apparire come fantasma per ammonirlo sul potenziale disastro appena fatto. Ecco quindi che il protagonista parte all’avventura per recuperare quanto rubato e svelare anche il mistero di quel libro – che se non l’hai capito, non è un libro qualsiasi.
Tutto qui, la trama si evolve con una serie di scontati eventi prevedibili se non proprio telefonati Il cast di personaggi che incontrerai lungo la via sono pigri, sciatti, con una scrittura che non si sforza granché nel caratterizzarli. Anzi, alcuni sono così svogliati che potrebbero strapparti anche qualche risata – il tono del gioco è abbastanza leggero, quasi da fiaba, quindi potrebbe essere un qualcosa di voluto dagli sviluppatori. Da segnalare che i testi sono completamente in inglese, è assente la lingua italiana. Il livello di conoscenza richiesto è molto basso e inoltre, sono anche presenti errori di battitura o punteggiatura (ma niente di esageratamente incomprensibile, si tratta di piccole sviste).
Gameplay
Se la storia di Book Quest è poco originale e fedele ai classici il gameplay, se possibile, lo è ancora di più. La visuale dall’alto richiama un’infinità di altri titoli simili e il gioco non fa assolutamente niente per cercare di distinguersi se non con alcuni elementi di transizione tra le macro aree. In questi momenti, il gioco prova a trasformarsi in alto – principalmente un platform in 2D con tanto di modifiche all’interfaccia e cambio di regole. Un esempio pratico riguarda la prima transizione dove il gioco ricorda vagamente Super Mario, con la possibilità di uccidere i nemici saltandogli in testa. Lo scopo è arrivare alla fine del livello senza morire. Qui la barra dell’energia si trasforma in cuori (tre per l’esattezza) e se li perdi tutti, ti tocca ricominciare la fase – comunque breve e semplice.
Le altre fasi/minigioco variano di poco e richiamano sempre altri grandi classici del mondo del videogioco e aiutano notevolmente a spezzare un ritmo decisamente troppo blando e lento. Come forse avrai intuito, Book Quest non è neanche un titolo troppo impegnativo. Il combattimento è rapido, veloce e quasi noioso. Si tratta di battaglie in tempo reale con nemici visibili a schermo (nemici quasi tutti uguali e stupidi) che potranno metterti in difficoltà solo perché l’eroe di turno è un po’ troppo lento. Comunque il gioco diventa più complesso solo in presenza di tanti nemici oppure contro i boss. I boss non vanno sottovalutati.
I boss vanno studiati e non potrai affrontarli a viso aperto, dovrai attendere il momento opportuno per colpirli e questo può stancare, soprattutto se ti ritroverai a farli più e più volte. E potrebbe capitare più volte di quanto pensi, considerando che alcuni boss sono in grado di farti davvero tanto male e quindi dovrai cercare di subire meno danni possibili. Questo sbalzo di difficoltà inaspettata può rendere il gioco decisamente frustrante e considerando che c’è già poco che ti spinge ad andare oltre, non è un bene.
Non aiutano neanche gli oggetti curativi – quasi inutili e scomodi da utilizzare – né le armi, poche, alcune troppo care da utilizzare e non sempre efficaci. Se a questo si aggiunge un level design piatto, anonimo e già visto mille volte in produzioni molto più sofisticate, Book Quest ne esce piuttosto malconcio.
Grafica e sonoro
Graficamente il titolo non è malissimo considerando il suo obiettivo. Il richiamo ai classici funziona e i pixel son ben utilizzati, offrendo uno spiraglio nel passato che potrebbe catturare gli appassionati del genere. Purtroppo, ricicla molto e complessivamente non c’è nulla di realmente originale o affascinante che possa aspirare a restare impresso nei ricordi dei videogiocatori. Il sonoro, invece, presenta non pochi problemi con l’audio che svanisce all’improvviso a in più punti… lasciando il giocatore in preda a un silenzio spiazzante e che appesantisce ancora di più un’esperienza generale già lenta.