Quali sono le caratteristiche base di un’opera horror che si rispetti (soprattutto se questa deve essere un videogame)? Sicuramente un’atmosfera inquietante, una buona dose di jumpscare, ma soprattutto una costante sensazione di pericolo che non faccia sentire mai il giocatore al sicuro.
Yuoni, il gioco in recensione oggi (il quale era stato presentato ufficialmente nel 2021), ha queste caratteristiche? Sì, ma solo in parte, e tutto viene rovinato da uno sviluppo abbastanza approssimativo, da un’intelligenza artificiale dei nemici assolutamente insufficiente e da una trama che viene spiegata tramite interminabili righe di testo.
Queste caratteristiche rendono il lavoro di Chorus Worldwide Games, ottimo sulla carta, ma davvero insufficiente all’atto pratico. Se nonostante questo incipit, in cui ti ho brevemente spiegato com’è Yuoni, vuoi saperne di più, prosegui nella lettura.
Bamboline e cultura giapponese, questo è Yuoni
La storia di Yuoni ci metterà nei panni di Ai, una liceale nel Giappone degli anni ’90, la quale dovrà giocare a un gioco ispirato ad una vecchia leggenda metropolitana per essere accettata dal suo gruppo di amici. La prova consiste nel trovare una bambolina in un vecchio ospedale abbandonato, per poi bruciarla in un piccolo calderone. Una volta fatto questo stupido rito, si risveglia lo spirito di Tsun un bambino morto anni prima che perseguiterà la povera Ai.
La trama può tutto sommato essere interessante, tuttavia questa soffre di un grandissimo problema, ovvero il modo in cui viene narrata. Infatti non avrai nessun tipo di filmato o cut scene durante il gioco, ma solamente un’interminabile sequela di schermate che spiegheranno, a testo, tutta la trama di Yuoni.
Non una delle scelte migliori, visto che questo aspetto appesantisce e non poco la fruibilità del titolo. Un altro problema, relativo, è rappresentato dal fatto che i dialoghi sono interamente in inglese, quindi vista la massiccia presenza di testi, sarà totalmente impossibile riuscire a capire i risvolti di trama se non conosci almeno un po’ della lingua di Albione.
Gameplay interessante per i primi minuti, ma poi basta
Ma arriviamo al centro della questione, che cosa bisogna fare in Yuoni? Fondamentalmente si tratta del nascondino, dove per portare a termine il livello, dovrai trovare una bambola per poi bruciarla in un piccolo calderone posto all’inizio dello stage. Trovala e dovrai rifarti a ritroso tutto il percorso per bruciarla. Non c’è altro da fare. Durante la tua esplorazione non dovrai combattere in nessun modo, ma solo nasconderti da due tipi di nemici, le ombre delle persone e Tsun.
Qui arriviamo alla pochezza di interazione che avranno i nemici nei tuoi confronti. Le ombre delle persone se non le toccherai e non fari troppo rumore, non ti attaccheranno mai, mentre Tsun è uguale a queste ultime, ma avrà l’udito più acuto.
Se verrai “beccato” ti basterà nasconderti in un armadietto per far passare il pericolo, nel caso tu non ci riesca verrà evocato un terzo tipo di nemico, il quale ha una vista particolarmente acuta, ma senza l’udito. In ogni caso basterà semplicemente nascondersi negli armadietti e trattenere il respiro.
Tutto il gioco si svolge in questa maniera, senza nessuna variazione nella sua giocabilità. Questo può risultare interessante i primi livelli, ma dopo un po’ partirà la noia visto che le azioni da eseguire saranno sempre le medesime.
Anche il fattore longevità non aiuta per nulla, visto che Yuoni potrà essere portato a termine in 4 ore scarse di gioco. Il fatto poi di non aver nessun segreto, collezionabile o modalità aggiuntiva, affossa definitivamente un gioco che alla fine della sua main quest avrà esaurito tutto il suo limitato potenziale.
Graficamente male, solo il sonoro si salva
Uno degli aspetti che caratterizza un gioco horror è sicuramente l’atmosfera che si deve respirare e questa è data anche dagli ambienti circostanti. Lo spunto qui è molto interessante, peccato che questi siano sviluppati malissimo visto che gli ambienti si assomiglieranno un po’ tutti tra loro.
Inoltre quel filtro rossastro, che permea perennemente gli ambienti di gioco, risulta dopo poco particolarmente fastidioso per gli occhi. Anche i poligoni sono estremamente approssimativi e sembrerà di trovarsi di fronte ad un vecchio titolo per PlayStation 2, piuttosto che un gioco di nuova generazione.
Il sonoro tutto sommato non è male, con effetti ambientali che creano un’atmosfera effettivamente da brividi, peccato però che da soli non bastano a reggere tutta la baracca e non salvano per nulla Yuoni da una sonora insufficienza.