Essendo un fan di lunga data di Heroes of Might and Magic, sono rimasto piacevolmente colpito dal fatto che The Dragoness: Command of the Flame, sin dal suo annuncio, non ha per niente cercato di nascondere il fatto di essersi ispirato da esso, anzi ne ha fatto il proprio marchio.
Ispirarsi a determinati esponenti di genere però, porta grandi aspettative da parte dell’utenza, e purtroppo The Dragoness: Command of the Flame non riesce a soddisfarle tutte, risultando un buon titolo strategico ma simile a molti altri.
The Dragoness, una storia di draghi ed eroi
Molti titoli strategici hanno spesso accompagnato la loro componente giocata, con una narrazione e una lore degne di nota, componenti che hanno aiutato notevolmente il giocatore a immergersi nei loro mondi e affrontare le loro battaglie con motivazione. Questo non è il caso di The Dragoness, il quale offre una storia senza picchi particolari, protagonisti piatti e un incipit senza nessuna innovazione.
Un regno viene devastato da un continuo conflitto fra due casate di Draghi; il capo della casata perdente viene sopraffatto da un antico male che se ne impossessa, facendo sorgere così una nuova e terribile minaccia per il regno. Toccherà a noi, un campione evocato dalla Dragonessa e al suo servizio, affrontare innumerevoli battaglie a comando di un esercito di creature, nel tentativo si sventare questa nuovo pericolo.
La componente di gameplay in The Dragoness è formata da tre parti: esplorazione della mappa, combattimenti e costruzione della nostra città rifugio. Nel breve tutorial che seguirà l’avvio del titolo, verremo introdotti a tutte le meccaniche principali di queste tre componenti, che purtroppo risultano essere godibili ma poco profonde.
Inizialmente ci muoveremo nella mappa tramite un sistema a turni, scanditi dai giorni di gioco; in ogni turno potremo muoverci in base alla statistica di movimento del nostro personaggio, raccogliere risorse essenziali per costruire edifici e arruolare nuove unita, interagire con le varie strutture per attivare missioni secondarie e altri eventi, e infine attaccare i nemici presenti in quell’area.
Sarà importante pianificare le nostre mosse, perché ogni turno andrà a consumare del cibo dal nostro inventario, in modo da nutrire le nostre truppe. Il mancato nutrimento delle stesse andrà a influire pesantemente sulle loro statistiche in battaglia, rendendoci la vita molto difficile.
The Dragoness, le battaglie
Finite le azioni disponibili nel nostro turno, potremo scegliere ogni volta uno dei tre bonus presenti, che si attiveranno nel turno successivo. Una volta arrivato a contatto con un nemico, potremo attaccarlo e iniziare la battaglia. È proprio su questo frangente che The Dragoness si è mostrato più carente.
Le battaglie saranno davvero poco coinvolgenti, e soprattutto nelle prime ore di gioco, ci ritroveremo di fronte a combattimenti con poco mordente strategico e similari fra di loro. Attaccheremo con le nostre unità dalla distanza, le quali saranno in grado di coprire tutta la mappa, mentre avvicineremo le nostre unità corpo a corpo alle linee nemiche.
Il nemico farà lo stesso, in un susseguirsi di turni sempre simili, dove scanso gravi errori da parte nostra, non avremo problemi nel vincere lo scontro. Ad aiutare le nostre truppe, ci penserà il nostro comandate, unità che non scenderà sul campo di battaglia, ma sarà in grado di lanciare diversi incantesimi di supporto e non dalle retrovie. Anche le mappe delle battaglie si sono mostrate poco profonde, al contrario di quelle esplorative.
Una volta che avremo soddisfatto tutte le richieste della missione, potremo tornare nella nostra città e dare il via alle costruzioni, che andranno a potenziare le unità, permetterci di arruolarne di nuove, ci daranno accesso ad abilità e incantesimi vari e molto altro, in pieno stile del genere.
Battaglie tecniche
In definitiva The Dragoness non è un titolo riuscito male anzi, riuscirà sicuramente a divertire gli appassionati del genere (non quelli hardcore), o anche chi si avvicina al genere degli strategici a turni, ma in tutte le sue sfaccettature si nota la poca profondità che lo affligge, soprattutto se si guarda a quello che il mercato ci offre.
Graficamente pecca un po’ nelle animazioni e nella caratterizzazione di buona parte delle unità e dei personaggi, mentre le mappe risultano piccole ma ben strutturate. Anche la colonna sonora non si rivela niente più che un accompagnamento superfluo che risulterà indifferente al giocatore.
Il gameplay ha del potenziale, come la meccanica di fondere unità per crearne di nuove e più potenti, o di equipaggiare le reliquie per creare combinazioni sempre diverse, ma il tutto risulta poco profondo. Se a questo aggiungi l’ostacolo creato dal basso livello di difficoltà non proprio gradito dagli amanti del genere, capirai perché con The Dragoness siamo di fronte a del buon potenziale incanalato male.