Stanno arrivando i primi feedback per The Last of Us: Parte I da parte degli utenti e tra le varie considerazioni ce ne sono alcune singolari e a tratti anche inaspettate.
Certamente la maggior parte di esse sono estremamente positive, ma c’è un aspetto che in molti hanno segnalato, specialmente sui social e gruppi PlayStation.
Diversi utenti trovano The Last of Us: Parte I più cupo
La nuova veste grafica dona a The Last of Us: Parte I toni più cupi e realistici di quanto non lo fossero nel 2013, questo perché il gioco dell’epoca, a causa delle limitazioni tecniche, aveva delle connotazioni più “cartoonesche” a partire proprio dalla vivacità dei colori e dalle fattezze dei personaggi principali.
C’è da considerare che The Last of Us: Parte II aveva di per sé tratti molto più cupi rispetto al titolo del 2013 e il fatto che il remake del gioco di quell’anno segua la stessa linea, non fa altro che alimentare le nostre considerazioni sul concetto di continuità per Naughty Dog.
Certo, The Last of Us: Parte I parla dell’amore (citando la casa di sviluppo stessa) di un padre verso una figlia (acquisita o meno che sia), ma è ambientato in un mondo post-apocalittico ostile, nel quale ognuno agisce per il proprio interesse, e non si riesce a comprendere se il vero mostro sia l’uomo o un fungo mutato capace di sterminare la razza umana e lasciare pochi superstiti.
Il fatto che il nuovo remake sia coerente a livello visivo con l’ultimo capitolo non fa che denotare quanta cura nel dettaglio ci sia da parte della casa di sviluppo, che fa di queste caratteristiche la sua peculiarità per narrare una storia struggente e meravigliosa.