NIS Classics Volume 3 è il terzo e (per ora) ultimo capitolo delle collection remastered per Nintendo Switch dedicate ai migliori giochi del passato della Nippon Ichi Software. Dopo Phantom Brave e Soul Nomad & The World Eaters, proposti in NIS Classics Volume 1 e Makai Kingdom e ZHP: Unlosing Ranger vs. Darkdeath Evilman in NIS Classics Volume 2, è adesso il momento di due vere perle: La Pucelle Ragnarok e Rhapsody: a Musical Adventure.
Se non hai mai sentito parlare di questi due titoli, onestamente non te ne faccio una colpa visto che, tra tutti i giochi NIS, sono probabilmente i meno conosciuti. Il motivo però è presto detto: sono stati i primi due jrpg strategici di questa software house. Praticamente ci permettono di vedere i primi passi di NIS dentro quello che oggi è il loro principale settore di riferimento. Proprio qui possiamo vedere esordire molti dei punti fermi dello stile che ha fatto il successo di NIS.
Già questo li rende interessanti, ma io ho un ulteriore motivo personale per apprezzare questa selezione e questa collection. Se è vero che prima d’ora non avevo mai giocato a Rhapsody (che conoscevo di fama), è anche vero che grazie ad un amico avevo già messo le mani su La Pucelle durante l’era PlayStation 2 e l’avevo amato. Personalmente è uno dei giochi NIS che adoro più di tutti, persino più di Disgaea. Si, lo so, sono un eretico, che ci vuoi fare?
Come se questi motivi non fossero già abbastanza, i due giochi arrivano su Nintendo Switch completamente rimasterizzati con una serie di migliorie grafiche che li rendano più moderni. La Pucelle ha soprattutto ricevuto molta attenzione. Non solo la versione presente è quella già espansa per PSP (uscita solo in Giappone nel 2009), ma NIS ha aggiunto ulteriori contenuti extra in gran quantità! Insomma, sai già NIS Classics Volume 3 è da acquistare subito, ma con questa recensione puoi scoprire nel dettaglio perché!
Alla genesi di un multiverso oscuro
Come accennato in apertura NIS Classics Volume 3 contiene due giochi. Il primo, Rhapsody: a Musical Adventure, uscì per PlayStation nel 1998 ed è una bizzarra favola molto metanarrativa e sarcastica, oltre che il primo capitolo di una trilogia mai arrivati in occidente, mentre il secondo, La Pucelle: Tactics, è uscito nel 2002 per PlayStation 2 (Ragnarok è un aggiornamento del 2009 dell’originale per PlayStation Portable) ed è molto più simile come atmosfera ai classici NIS.
In Rhapsody: a Musical Adventure andremo a seguire le vicende di Cornet, una ragazza che può parlare con i pupazzi e ha una trombetta magica, e di Kururu, un pupazzo a forma di fatina che ha il cuore e l’anima di un essere umano, mentre cercano di esaudire il desiderio della prima, ovvero sposare l’eroico Principe Ferdinand del regno di Marl. Più facile a dirsi che a farsi visto che Cornet dovrà fare i conti sia con la rivale Etoile che con la sexy-strega Marjoly.
In La Pucelle, invece, seguiamo le imprese di Prier e Culotte, i due ultimi arrivati nel gruppo di cacciatori di demoni che fa capo alla Chiesa della Sacra Vergine, mentre si oppongono all’ascesa del Dark Prince (e Prier spera di essere la leggendaria Maiden of Light delle leggende). Qui vengono introdotti molti dei temi che saranno poi approfonditi da Disgaea e altri giochi NIS, come il dark world, la lotta tra angeli e demoni, il concetto di overlord e di multiverso. La Pucelle Ragnarok ha persino una storyline alternativa dove Prier diventa una overlord.
La scelta di questi due giochi per il 3° volume della serie NIS Classics è particolare. Per quanto infatti la loro atmosfera sia estremamente diversa, Rhapsody è una specie di fiaba mentre La Pucelle è uno shonen. I due giochi sono ambientati nello stesso mondo, anche se a distanza di diversi secoli! In La Pucelle ci sono quindi molti riferimenti a Rhapsody, ma non solo perché Prier è un personaggio ricorrente della saga di Disgaea (così come Marjoly). Per altro qui è un overlord di un universo alternativo, cosa che di base rende entrambi questi titoli parte di un multiverso di cui fanno parte MOLTI giochi NIS.
A metà tra Disgaea e i JRPG strategici classici
Passando ad analizzare il gameplay, com’è stato per NIS Classics Volume 2, mi sembra controproducente anche in questo caso scendere eccessivamente nel dettaglio tanto con Rhapsody: a Musical Adventure, quanto con La Pucelle Ragnarok. Nonostante infatti siano opere molto seminali, presentano comunque una certa profondità e più di un punto in comune al loro interno. Vorrei evitare insomma di proporti un papiro infinito e noioso da leggere.
La prima domanda è: anche in due giochi così embrionali erano già presenti i tre punti cardine di ogni jrpg NIS? Quelli di cui si parlava nella recensione di NIS Classics Volume 2? Si, ma solo a metà. Vediamo un attimo caso per caso:
- Farming – Presente, ma non così rilevante in Rhapsody, è invece fondamentale in La Pucelle per chiunque voglia completare il titolo al 100%.
- Elementi Casuali – Nuovamente quasi completamente assente in Rhapsody mentre è in minima parte presente in La Pucelle tramite i dungeon del Dark World.
- Finali Multipli – Indovina? Esatto, anche in questo caso ne abbiamo uno solo in Rhapsody mentre La Pucelle ne ha un bel po’.
Sorprende quindi ben poco scoprire che Rhapsody: a Musical Adventure è il più vecchio dei due giochi, nonché il primo jrpg strategico realizzato da NIS. Effettivamente è molto tradizionale e manca di molti di quegli elementi che hanno reso riconoscibili i giochi di questa software house. A livello di gameplay sembra di giocare un normale JRPG strategico… ed uno anche molto facile. La sfida offerta è davvero basilare e, a conti fatti, le meccaniche risultano anche troppo complesse per la difficoltà presentata.
Di base in Rhapsody alterneremo fasi di esplorazione della mappa di gioco, dove interagiremo con oggetti e persone, e fasi di combattimento, che avverranno su una classica griglia quadrettata. La feature più interessante è indubbiamente la trombetta di Cornet. Suonandola (azione che consuma mp) non solo potenzieremo i nostri alleati, ma otterremo l’accesso a potenti attacchi globali e potremo persino reclutare dei nemici! Un dettaglio particolare è che i bonus della trombetta non si esauriranno fino a quando non resetteremo lo stato del gruppo o dormendo o recandoci alla tipica chiesa.
Passando a La Pucelle, questo ha un gameplay a metà strada tra Rhapsody e Disgaea. Siamo ancora ben distanti dal movimento libero introdotto in Phantom Brave, ma la fase di esplorazione svanisce qui completamente. La storia si sviluppa così attraverso una serie di mappe isometriche con griglia su cui noi e i nemici ci muoveremo a turno. Gli eventuali scontri avranno luogo tutti insieme alla fine di un turno su una seconda schermata a visione orizzontale. Ogni scontro coinvolgerà attaccante, difensore (che contrattaccherà automaticamente) ed eventuali alleati adiacenti.
Ogni mappa presenta inoltre uno o più portali oscuri che generano nemici, i quali vanno purificati per essere chiusi con l’apposita azione. Possiamo anche purificare i nemici per reclutarli. Ogni portale emette un flusso di energia che può essere deviato e, se viene fatto intersecare con sé stesso e poi purificato, può attivare un miracolo (con vari effetti positivi per chi è sul percorso). Se i portali non vengono chiusi o se compiamo azioni malvagie, l’Indice dell’Energia Oscura della mappa cresce. A 100, si apre un portale per il Dark World, un dungeon casuale la cui difficoltà è proporzionale al valore raggiunto dall’Indice.
Insomma, sia in Rhapsody che in La Pucelle possiamo vedere l’impronta NIS, per quanto in maniera minore rispetto ai titoli più recenti di questa software house. Soprattutto Rhapsody sembra quasi un normale jrpg strategico mentre La Pucelle è già più in linea con le uscite successive a livello di gameplay. Certo, La Pucelle è anche aiutato da una versione aggiornata che aggiunge molti contenuti aggiuntivi che danno un forte feeling NIS. Non mi sarebbe dispiaciuto se anche Rhapsody avesse ottenuto un trattamento simile.
Prima di proseguire, spendiamo qualche parola sulla conversione per Nintendo Switch. Anche per quanto riguarda NIS Classics Volume 3, il feeling dei comandi è ottimo per entrambi i giochi, per quanto continui a mancare una certa continuità. Qui tuttavia è più giustificabile viste le differenze di gameplay tra Rhapsody e La Pucelle. Semmai si può lamentare una sensibilità a volte eccessiva nell’analogico, soprattutto per Rhapsody dove la fase di esplorazione ha movimento libero.
Un fragoroso debutto di stile
Passando al comparto artistico di NIS Classics Volume 3, se c’é un elemento di continuità tra i due giochi che compongono la collection e il resto della libreria NIS, è proprio questo, a partire dal tone of voice irriverente e sopra le righe. Certo, non siamo ancora ai livelli di Disgaea o Makai Kingdom, nessuna trama ultra-caciarona, ma già si nota quell’orientamento irriverente. Rhapsody è una favola, ma raccontata con un comparto metanarrativo ironico onnipresente mentre La Pucelle parla dell’apocalisse e dell’eterna lotta tra bene e male, ma lo fa tramite gli occhi di una suora manesca e volgare.
Se questo marchio di fabbrica è pienamente rispettato, lo stesso si può dire per la cura artistica della grafica e dello stile dei disegni. Rhapsody è praticamente tutto realizzato in 2D (isometrico o orizzontale) mentre La Pucelle è il primo gioco NIS che integra modelli 2D su sfondi 3D abbastanza rozzi e spogli. La Pucelle si fa comunque perdonare perché durante le fasi di gioco non usa solo i tipici modelli superdeformed, ma ha anche dei modelli pixel più “realistici” che vengono messi in scena durante lo svolgimento degli scontri.
Rispetto ad altri titoli NIS che hanno un comparto audio un po’ sotto tono, inoltre, qui la musica e la voce rappresentano due elementi davvero degni di nota. Rhapsody non ha dialoghi parlati, ma è un’avventura musicale ed in più di un’occasione ci sono intere tracce cantate (con tanto di testo sotto stile karaoke). La Pucelle ha un doppiaggio persino più profondo ed una colonna sonora che ancora oggi annovero tra le migliori mai sentite. Molte linee di dialogo sono state tuttavia registrate di nuovo per questa collection e devo ancora capire se mi piacciono o meno perché alle vecchie ero molto affezionato.
A tal proposito, parliamo anche qui della conversione da originale a Nintendo Switch e, per quanto la grafica sia stato ripulita ed aggiornata, non posso che constatare che i problemi che avevo trovato negli altri due NIS Classics, continuano ad essere presenti. Questi giochi sono infatti tanto piacevoli da vedere in versione portatile, quanto sgranati e di bassa qualità una volta che sono su schermo. I testi rimangono chiari, ma si perde proprio una grande fetta di qualità artistica nel passaggio da un formato all’altro. D’altronde è anche vero che questi jrpg vivono meglio su console portatile, no?
La bellezza del punto dove tutto è iniziato
Concludendo la nostra recensione su NIS Classics Volume 3, credo ci sia davvero poco da aggiungere. Rhapsody e La Pucelle non sono certo giochi perfetti, ma sono titoli molto divertenti, memorabili e significativi per lo sviluppo di quello che è oggi lo stile NIS. Rispetto agli altri 4 giochi pubblicati in questa serie di collection, inoltre, questi due titoli fino ad ora erano estremamente rari da trovare in occidente, proprio perché le loro ultime versioni aggiornate erano uscite solo in Giappone. Certo, avrei gradito un trattamento alla pari mentre, a conti fatti, l’attenzione è quasi tutta su La Pucelle.
Se da una parte i fan di questa software house possono storcere il naso davanti all’assenza di alcuni stilemi tipici, d’altro canto proprio queste mancanze rendono Rhapsody e La Pucelle maggiormente accessibili ad un pubblico più ampio. Se non sopporti la difficoltà eccessiva dei giochi NIS, Rhapsody è perfetto mentre se al contrario non ami molto la componente farming/casuale, allora La Pucelle non ha una grossissima presenza di questi due elementi. Insomma, pur essendo la 3° collection, questa NIS Classics Volume 3 rappresenta un buon punto di partenza per i neofiti.
Tirando le somme, trovi NIS Classics Volume 3 sullo shop Nintendo e personalmente è una spesa che consiglio caldamente di fare se si apprezzano i jrpg e se si ha una certa propensione verso ironia, sarcasmo e metanarrazione. Se è vero che molti giochi NIS non sono per tutti, è altresì vero che Rhapsody e La Pucelle sono un’eccezione e sono perfetti per iniziare. Unico problema universale? L’unica lingua disponibile è l’inglese.
Con NIS Classics Volume 3 si chiude infine la trilogia di collection che NIS aveva annunciato, ma spero vivamente che i loro piani non si fermino qua. La loro libreria titoli nasconde molte altre perle nascoste difficili da reperire, vuoi perché hanno avuto una distribuzione occidentale limitata o perché in occidente non ci sono proprio mai arrivate. Rhapsody, per esempio, avrebbe due sequel che sono completamente inediti in Europa. Non sarebbe ora di correggere questa mancanza?