Sviluppato da Exe-Create e pubblicato da Kemco, Dragon Prana è fondamentalmente un RPG fortemente retrò per gameplay, sonoro e grafica. Un vero e proprio omaggio che proviene direttamente dal mondo mobile. Esatto, come altri titoli Kemco del calibro di Crystal Ortha o Asdivine Cross (qui trovi la nostra recensione), anche Dragon Prana nasce su mobile per poi essere traghettato nel mondo delle console. Sarà riuscito a lasciare il segno? Noi abbiamo lo abbiamo giocato sulla Xbox One e questa è la nostra recensione!
Dragon Prana: nasce una nuova compagnia
Dragon Prana è una stravagante fusione tra Il Signore degli Anelli e i primi capitoli di Dragon Quest che cerca soprattutto col racconto, di ritagliarsi uno spazio nell’oceano di titoli appartenenti al genere. Ma iniziamo con ordine: in principio, il mondo di gioco era governato da quattro regni. Il regno degli umani, quello degli elfi, quello dei nani e quello dei demoni. Come prevedibile, i demoni non si accontentano ed ecco che provano ad espandere il proprio dominio, violando la pace e seminando caos e distruzione.
Umani, nani ed elfi, decidono così di allearsi, eleggendo tre grandi eroi che riescono ad affrontare e imprigionare il re dei demoni garantendo al mondo 120 anni di pace. Dragon Prana riprende le fila del racconto proprio lì, dopo 120 anni, nel regno degli umani. Noi abbiamo il controllo di Albert, un ragazzo di diciotto anni che vive in un villaggio molto povero e costantemente flagellato dai mostri. Il villaggio è messo così male che non riesce neanche più a pagare le tasse. Ecco quindi che Albert si iscrive a un torneo organizzato dallo stesso Re degli umani per vincere il primo premio.
Albert vince, dimostrando grandi doti e conquistando la ricompensa in denaro, utile per aiutare il proprio villaggio. La bravura del giovane non viene ignorata e anzi, le voci iniziano a girare presto. Intanto, il principe Brian, figlio del Re degli umani, mosso dal narcisismo e da un ego non indifferente, decide di sfidare pubblicamente Albert per dimostrare agli altri due regni (elfi e nani) la propria forza e il diritto di poter ascendere, un giorno, al trono. C’è però un problema, Brian è un pessimo combattente e decide così di corrompere Albert, ricattandolo e costringendolo a fingere durante il grande duello pubblico.
Come da accordi, Brian vince ma il prologo continua. Questo perché nel frattempo la terra trema. L’antico demone si sta risvegliando, il sigillo che lo tiene imprigionato si sta indebolendo. Ed è così che i tre regni decidono di creare una nuova compagnia per investigare su questi inusuali eventi (che tra l’altro hanno portato a un aumento degli attacchi dei mostri). Elfi, nani e umani incaricano il loro eroe più forte per partecipare a questa spedizione ma, nuovamente è Brian il problema. Il principe è ufficialmente il più forte ma è ben consapevole della sua debolezza. Cosa fare quindi?
Semplice, ricatta nuovamente Albert, facendogli indossare una maschera e costringendolo a fingere di essere il principe degli umani. Per fare ciò, Albert non dovrà parlare (in questo modo non si farà riconoscere) e in suo aiuto avrà Rufina, assistente del principe, ottima maga e abile conoscitrice del regno. Ecco quindi che la compagnia è creata: un’elfa spocchiosa, un nano burbero e arrogante, Albert che finge di essere Brian e che non può parlare e Rufine a cui spetta il compito di aiutare Albert con questa strampalata recita.
Come avrai intuito, il canovaccio narrativo di Dragon Prana è ingegnoso, divertente, forse non originale ma funziona decisamente bene. Complice soprattutto la caratterizzazione del cast principale. Ogni loro diverbio, spesso legato alle razze di appartenenza, è divertente e riporta alla mente il già citato Signore degli Anelli (con le dovute differenze). Se a questo aggiungiamo la minaccia dei demoni con i suoi grandi campioni… la ricetta di una buona trama è pronta.
Gameplay
Dragon Prana un gioco di ruolo di stampo retrò fortemente ancorato al passato e con più di un aspetto trainato a forza dal mondo mobile. La visuale è dall’alto, il mondo di gioco è interamente in 2D e non mancherà la classica macro mappa con le rispettive città e dungeon da affrontare. Luoghi e città sono abbastanza anonime e raramente lasceranno il segno, risultando spesso molto simili tra loro. Ancora una volta, saranno i personaggi che le popolano e le loro storie a caratterizzare in qualche modo i singoli luoghi.
Venendo ai combattimenti, diciamo subito che tornano i combattimenti casuali e questi sono tanti e portano tutti i pregi e difetti dei classici ma il gioco ha ben due opzioni che provano a velocizzarne l’esperienza e a limarne l’inevitabile monotonia. La prima è velocizzare l’azione a schermo grazie al tasto RB. La seconda, invece, è far combattere i nostri eroi autonomamente premendo il tasto X. Volendo, si possono anche unire RB e X e in questo modo avrai combattimenti autonomi e veloci. Un modo pratico per superare i nemici di scarso livello.
Il combattimento ci porta in una schermata dotato di griglie invisibili, nove per ciascun lato. Noi avremo a disposizione quattro eroi e la sequenza di azione, stabilita dalla velocità dei rispettivi eroi e nemici, è sempre ben visibile in alto da una barra orizzontale su cui si muoveranno i mini avatar di volta in volta. In basso avremo invece ben visibili le statistiche dei nostri eroi e una serie di tasti azione. Il primo è quello delle abilità, che consumano MP e che sono legate sia alla classe dell’eroe (che approfondiremo a breve) sia al personaggio stesso. Segue il tasto dell’attacco standard, quello per utilizzare gli oggetti, quello per difendersi e quello per i cambi. I cambi sono di due tipi: puoi cambiare la posizione del personaggio nella griglia o cambiarne la classe. Entrambi sono strumenti essenziali soprattutto durante i boss e possono capovolgere la situazione se utilizzati bene.
Come detto, ogni fazione ha una griglia di nove quadrati. La prima colonna a destra indica le retrovie e ovviamente andrà a influenzare i danni arrecati e subiti. In prima linea subirai più danni, nelle retrovie, di meno. Per quanto riguarda le classi, inizialmente ne avremo quattro: guerriero, chierico, mago e combattente. Ma Dragon Prana contiene oltre 20 classi e tutti i personaggi possono avere qualsiasi classe. Ogni classe cambierà le statistiche e le skills. Inoltre, ogni abilità sale di livello acquisendo i CP. Ogni classe può arrivare al livello cinque per poi essere azzerata e ulteriormente sviluppata fino a un massimo di tre volte (e questi livelli sono segnalati con una stella).
Saremo onesti, inevitabilmente, delle venti classi a disposizione, difficilmente le userai tutte anche perché, una buona parte di queste non risultano granché utili. In ogni caso, per sbloccarle, oltre a procedere con l’avventura, dovrai risolvere missioni secondarie ed esplorare il vasto mondo di gioco. Ma le classi non è l’unica cosa personalizzabile, Dragon Prana ha un enorme menù con oltre dodici opzioni diverse. Tra queste troverai la sezione “Upgrade” dove potrai potenziare armi e accessori, fondendoli tra loro e ottenendo così effetti e statistiche extra.
Sempre nel menù troverai un interessante bestiario e una sezione chiamata “Awards”. Qui, eseguendo determinate azioni, sbloccherai dei bonus e degli oggetti. In “Board”, invece, avrai accesso ai rami personali dei vari eroi in cui potrai sviluppare bonus passivi alle statistiche dei vari eroi utilizzando particolari punti ottenibili con l’avanzare del livello. Nota a parte per la sezione “Shop” dove, dopo aver salvato, accederai a un mondo che richiama direttamente l’anima mobile del gioco.
In “Shop” potrai utilizzare una particolare valuta (un cristallo viola) per comprare oggetti particolari o sfruttare l’Item Crafting, una ruota con cui potrai ottenere oggetti e armi extra. Poi c’è anche la Roulette che potrai girare, gratuitamente, per tre volte al giorno, ottenendo svariati altri bonus e oggetti. Infine c’è l’Aid Room, un menù di extra che vanno a influenzare il gioco (esperienza, soldi, ecc.) e sbloccabili con particolari ticket. Insomma, c’è molto da sbloccare e tutto mira a rendere l’esperienza più semplice e veloce anche se, a essere onesti, il gioco non ha un livello di sfida esageratamente elevato. Anzi, dopo ogni combattimento, gli HP (non gli MP) torneranno alla massima carica, cosa che facilita l’esperienza non di poco.
Da segnalare che il gioco è interamente in lingua inglese (assente l’italiano) e il fatto che porta con sé tutti i problemi di un gioco retrò, dalle animazioni poco efficaci (i personaggi sembrano trascinati su schermo nonostante la rudimentale animazione della camminata) alla monotonia generale di ambientazioni e nemici.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Dragon Prana è un omaggio al mondo retrò, con tanti pixel colorati che, purtroppo, non sempre riescono a regalare il giusto impatto visivo. I personaggi stessi, salvo alcuni, soffrono di un certo anonimato e c’è una ridondanza visiva inevitabile. Non migliora il sonoro che, nonostante tracce fedeli al passato e che riescono a riportarci indietro nel tempo, presto diventano ripetitive e con alcuni jingle così brevi da diventare fastidiosi.