Metal Gear Survive è da sempre considerato la pecora nera della saga. I motivi sono diversi e nel caso tu non ne fossi a conoscenza, tranquillo, perché li analizzeremo per filo e per segno in questo articolo. La domanda che però più di tutte oggi mi sono fatto è: Metal Gear Survive merita davvero la pessima reputazione che ogni singolo fan del brand gli ha affibbiato? Preparati, perché oggi ci addentreremo in un lungo viaggio che avrà una vista panoramica sulla diatriba tra Kojima e Konami e al capolinea ad aspettarci, ci sarà proprio la risposta alla domanda che ha dato il titolo a questa riflessione!
Metal Gear Survive, da dove sei spuntato?
Prima di addentrarci ad analizzare il gioco in questione, è importante secondo me perdersi un attimo nei retroscena e nei dettagli che hanno portato all’uscita di Metal Gear Survive. Se è vero che in ogni storia sono i dettagli che fanno la differenza, allora anche in questo caso c’è molto di cui parlare.
Siamo agli inizi del 2015, in pieno sviluppo di Metal Gear Solid V: The Phantom Pain, un gioco che sta facendo mordicchiare ferocemente le mani ai fan tra promesse di Konami e dichiarazioni stucchevoli di Kojima. Probabilmente, in molti all’epoca stavano pensando che da lì a pochi mesi si sarebbero trovati di fronte IL Metal Gear definitivo: Big Boss, una specie di Volgin infuocato, Outer Heaven, Intrude N313 e talmente tanta carne al fuoco da incendiare una foresta. Insomma, tempi d’oro in cui nessuno avrebbe mai pensato a zombie e gameplay post-apocalittici.
Un sogno, che ben presto si sarebbe trasformato in un vero e proprio inferno dantesco. All’incirca a marzo 2015, alcuni rumor cominciano a farsi strada su internet. Prima piccoli focolai, voci infondate che avrebbero visto Kojima non presentarsi in azienda. Poi vere e proprie bombe che raccontavano di un Hideo Kojima segregato in una stanza e separato dal proprio staff, impossibilitato nel continuare a produrre Metal Gear Solid V in completa libertà senza la supervisione di un team selezionato da Konami stessa.
Il motivo più probabile? Il gioco stava diventando un pozzo senza fondo, che necessitava di essere riempito giornalmente di quattrini e Konami ne aveva abbastanza: la mania perfezionista di Kojima stava tirando troppo la corda. Ovviamente sono voci di corridoio, i reali motivi dietro alla futura rottura tra i due coniugi restano tutt’ora un mistero, una cosa è certa però, se c’è un figlio uscito davvero male da questo divorzio è proprio Metal Gear Solid V, che ancora oggi si tiene stretta la fama di gioco quanto più completo e allo stesso tempo vuoto che sia mai stato messo sul mercato.
Perché ti ho raccontato tutto questo? Perché se non fosse stato per questa catena di eventi probabilmente non avremmo mai visto uscire sul mercato Metal Gear Survive (e lo posso provare), ma ci arriveremo!
Nasce il brutto anatroccolo, diventerà un cigno?
Il primo settembre 2015 è ormai passato da un pezzo, Metal Gear Solid V è ormai su tutti gli scaffali e moltissimi fan hanno già avuto modo di rimanere stupiti da un gameplay pazzesco e delusi dal dolore fantasma provocato da una trama pressoché inesistente. È ormai opinione di tutti che la saga sia morta, Kojima ha preso il volo e la crepa creatasi tra lui e Konami è ormai una voragine talmente grande da inghiottire la nave ribattezzata da Liquid “Outer Haven” in Metal Gear Solid 4.
Nella rassegnazione generale, siamo alla Gamescom 2016 e Konami fa la sua comparsa. Un trailer parte e illumina lo schermo. Un attimo di silenzio e penso: “Aspetta, io questa scena l’ho già vista… si sono sbagliati, a me questo pare Ground Zeroes…” Passa qualche altro secondo, e sbam, dritto in faccia un nuovo capitolo della serie: Metal Gear Survive. Cerco di elaborare quanto ho appena visto e questo ne esce fuori: un buco nero inghiottisce la Mother Base e ti ritrovi catapultato in un mondo pieno di zombie, una domanda comincia subito a farsi strada dentro di me: “Konami, che stai combinando?”
Il trailer è visibile qui e ovviamente ti consiglio di dargli un’occhiata:
Detto questo, si tratta in qualche modo di un annuncio storico per il brand tutto sommato: stiamo parlando del primo Metal Gear realizzato e pensato senza il suo creatore Hideo Kojima. Una sorta di figlio illegittimo se vogliamo, che tra le altre cose propone un qualcosa di totalmente diverso da tutto ciò che si era mai visto nella serie. Questa idea si rivelerà di successo? E chi lo sa, dopotutto siamo solo nel 2016, e il gioco verrà poi rilasciato nel febbraio 2018!
E Kojima, che ne pensa?
Ti ricordi quando prima ti ho detto che se non fosse stato per il divorzio Kojima-Konami non avremmo mai visto sul tavolo Metal Gear Survive? Beh, è arrivato il momento di motivare tale affermazione, e non lo voglio fare con le mie parole, bensì con quelle di Hideo Kojima stesso:
“The Metal Gear games are about political fiction and espionage, where do zombies fit in with that?”
Che possiamo tradurre con un:
“I giochi della saga Metal Gear trattano di finzione politica e di spionaggio, cosa c’entrano gli zombie in tutto questo?”
Insomma, è palese che l’uomo non sia molto felice di vedere degli zombie nella sua creazione. Di conseguenza è facile dedurre quanto affermato in precedenza: se la rottura non fosse mai avvenuta, non ci sarebbe stato un Survive!
Metal Gear Survive, non ti abbiamo capito?
Dopo la lunga carrellata d’informazioni dei paragrafi precedenti, abbiamo finalmente tutte le informazioni necessarie per parlare di Metal Gear Survive e analizzarlo con un minimo di consapevolezza, perciò procediamo subito e partiamo dalla trama: in questo articolo voglio omettere qualsiasi tipo di spoiler, in modo da non precludere l’esperienza a nessuno.
Chiariamoci subito, la trama di questo gioco non ha nulla a che vedere con l’universo a cui Kojima ci ha abituato. Scordati rivisitazioni di eventi del passato e/o futuro. Dimentica intrighi segreti e plot twist dietro ogni angolo che ti faranno battere forte il cuore e ti invoglieranno a rigiocare il titolo più e più volte. Metal Gear Survive non è niente di tutto ciò e forse è proprio questo il problema: le aspettative!
Quando etichetti un tuo titolo con un brand di successo, i tuoi utenti si aspettano una determinata cosa. Se vendessi dell’acqua naturale targandola CocaCola, probabilmente nel giro di 5 minuti mi ritroverei sotto casa una folla inferocita. Il punto è che per riuscire ad analizzare in maniera obiettiva Metal Gear Survive, bisogna anche solo per un attimo uscire dall’ottica che sia un classico Metal Gear.
Bisogna prendere rabbia, delusione e rancore e metterli in un cassetto. Perché se proprio vogliamo dirla tutta, probabilmente la trama dietro a Metal Gear Survive non è neanche così pessima. Certo, è lenta e fin troppo spalmata, ma contiene la sua discreta dose di misteri e riesce anche a spiegare un grosso arcano presente in Metal Gear Solid V. Il problema però deriva da tutto il resto!
Cambiamo giusto qualcosina, che male c’è!
Uno dei problemi cardine di Metal Gear Survive è senza dubbio il riutilizzo di asset presenti in Metal Gear Solid V. Più che riutilizzo forse è meglio dire riciclo, partiamo però con ordine. Fin dai primi gameplay demo, alcuni player hanno cominciato a strizzare gli occhi in quanto più di qualcosa non quadrava. Dopo un bel po’ di lavoro da parte dei fan è stato svelato l’arcano: un quasi completo riutilizzo della mappa presente in Metal Gear Solid V. Non è uno scherzo, il lavoro più o meno è stato quello di prendere la mappa presente nel primo gioco, cambiarne qualche elemento, scurirla con della nebbia e fine, come puoi vedere in questo video:
Riutilizzare un piano di gioco presente in un altro titolo però non è certo un motivo per ritenere Survive “brutto”, al limite si potrebbe criticarne l’idea in quanto non proprio il massimo nei confronti dei fan. Il problema principale di Metal Gear Survive è effettivamente un altro: le meccaniche di gioco frustranti!
Dannato gameplay!
Sorvolare sugli asset ripresi da Metal Gear Solid V è possibile, sorvolare su un Metal Gear che non è un Metal Gear forse, ma sicuramente non è possibile ignorare il gameplay di Metal Gear Survive. Non voglio dilungarmi troppo in merito, in quanto questa non è di certo una recensione, ma probabilmente dopo qualche ora di gioco è possibile già averne visto l’intero contenuto: recati in un punto x, sopravvivi grazie a lance e recinzioni per un tot di tempo ed esplora le solite zone per ottenere sempre gli stessi materiali.
Insomma, le azioni da compiere sono sempre le stesse e probabilmente cercare d’implementare il sistema di comandi presente in The Phantom Pain non è stata l’idea migliore per un gioco che si basa principalmente sull’utilizzo di armi corpo a corpo e la costruzione.
Non mancano le buone idee come l’espansione della propria base, le orde di nemici che metteranno a dura prova le difese e la possibilità di giocare in cooperativa. Purtroppo però, torniamo sempre al punto di partenza: il tutto è stato implementato con estrema superficialità.
Metal Gear Survive, non ti abbiamo capito?
Siamo quasi al capolinea, è arrivato il momento di trarre una conclusione, perché io penso a distanza di anni di aver capito Metal Gear Survive, e voglio provare a parlartene.
Quando le idee ci sono e si ha voglia di sperimentare è sempre un bene. Purtroppo però in questo caso l’errore sta alla base, ed è anche abbastanza grossolano da parte di Konami. Perché chiamare questo gioco “Metal Gear”, quando di Metal Gear non ha niente? Certo, potremmo metterci qui ad analizzare i motivi commerciali dietro una scelta del genere, ma purtroppo è stato proprio il nome scelto che ha segnato fin dal lancio il gioco.
Metal Gear Survive è in realtà un titolo che ha del potenziale, l’idea alla base è buona, i survival game con zombie sono sempre piaciuti ai player e probabilmente continueranno a piacere ancora per molto. Purtroppo però ci si è persi nei dettagli: a suon di microtransazioni, meccaniche troppo simili al precedente capitolo e una mappa fin troppo aperta per un gioco di questo genere.
Quindi, probabilmente non siamo stati noi fan del brand a non capire il gioco, ma è stata Konami stessa a non comprendere ciò che voleva lanciare sul mercato. Sono bastate un paio di scelte sbagliate e quello che poteva essere un nuova hype, si è trasformato nel Metal Gear che non è un Metal Gear. Purtroppo, a distanza di anni dall’uscita, posso dire che non vedremo mai il cigno dentro l’anatroccolo!