Una delle figure più affascinanti della letteratura contemporanea è senza ombra di dubbio H.P. Lovecraft, l’intramontabile “Bardo di Providence”. Lo scrittore statunitense è riuscito letteralmente ad ammaliare generazioni di lettori, e ancora oggi i media più disparati guardano con interesse alle sue opere e in particolare al ciclo di Chtulhu.
Dal moderno maestro dell’orrore Stephen King fino a South Park, passando per cinema e videogiochi, la stragrande maggioranza delle opere e degli autori non ha perso l’occasione per rendere omaggio agli dei esterni e alla distorta e inquietante mitologia immaginata da Lovecraft. Guardando solo al campo videoludico per esempio, negli ultimi anni abbiamo avuto Call of Chtulhu e The Sinking City come prodotti più in vista, e se approfondiamo la ricerca scavando nel campo degli indie e delle produzioni a basso budget ci ritroviamo davanti a titoli come Lovecraft’s Untold Stories 2, l’oggetto di questa recensione.
Lovecraft’s Untold Stories 2 riprende personaggi e tematiche tipiche dell’universo lovecraftiano, rievocando anche luoghi iconici come il manicomio di Arkham (non quello di Gotham City!) in cui il nostro malcapitato personaggio muoverà i suoi primi passi. Purtroppo, e lo dico da grande fan di Lovecraft e delle opere ispirate ai suoi racconti, il gioco in analisi manca clamorosamente il bersaglio sotto quasi ogni punto di vista.
“Se c’è qualcosa di poco chiaro, è solo a causa della nube oscura che mi ottenebra la mente…”
Questa citazione dal racconto “La deposizione di Randolph Carter”, nato ovviamente dalla penna di Lovecraft, riflette alla perfezione il sentimento principale del giocatore riguardo alla trama: smarrimento. In realtà, nelle battute iniziali il problema non si palesa, sembra che ci troviamo semplicemente davanti a una narrazione volutamente criptica e fumosa in puro stile lovecraftiano, andando avanti però si paleseranno dei problemi narrativi non da poco.
Anzitutto, la narrazione ci getterà nel bel mezzo dell’azione fin dalle primissime battute grazie a una situazione abbastanza comune per gli scritti di Lovecraft: il nostro protagonista si risveglierà del tutto privo di memoria in un manicomio, non sapremo perché ci troviamo lì e come ci siamo finiti, l’unica cosa che ci sarà lampante fin da subito è che gli altri “ospiti” della casa di cura hanno avuto di sicuro un destino peggiore di quello del nostro avatar essendo caduti totalmente vittime della follia ed essendosi trasformati in mostri.
Per quanto una premessa narrativa del genere sia indubbiamente interessante, purtroppo la struttura narrativa inizia a scricchiolare fin dai primi minuti di gioco. In una delle prime stanze infatti avremo la possibilità di recuperare i nostri effetti personali da un armadietto, così facendo potremo scegliere la nostra identità, che equivarrà alla classe che decideremo di utilizzare in gioco. La scelta iniziale sarà tra scienziato, investigatore e strega, ma ho avuto subito l’impressione che qualcosa non andasse.
La lore dei personaggi era infatti tratteggiata in maniera particolarmente sbrigativa, ma l’impressione che mi stessi perdendo qualcosa di importante era davvero forte. Facendo qualche ricerca ho subito capito che i tre provenivano direttamente dal primo capitolo, e qui c’è un grosso problema di fondo. Il primo Lovecraft’s Untold Stories infatti è un titolo profondamente diverso, perfino nel gameplay e nel genere, da questo roguelite e non è quindi detto che i giocatori intenzionati a giocarlo abbiano già delle conoscenze pregresse di questo microcosmo narrativo
Non è necessariamente un problema, ma in un titolo che dà molta importanza alla narrazione e alla psicologia dei personaggi si dovrebbe scegliere una linea nettamente più decisa: mettere un punto fermo rispetto al passato e partire da zero, oppure spiegare a dovere ciò che il giocatore deve sapere per godersi al meglio le vicende narrate; il gioco invece si pone a metà tra queste due strade, risultando insoddisfacente soprattutto nelle fasi più avanzate, dove i riferimenti a eventi passati di tanto in tanto ci costringeranno a fare un vero e proprio salto nel buio nelle scelte da compiere.
Non voglio quindi dire che ogni opera debba essere necessariamente a sé stante, ma uno sviluppatore dovrebbe sempre mettere in conto che un giocatore non giochi necessariamente in sequenza i titoli proposti, e soprattutto nel caso di snodi narrativi importanti dovrebbero essere forniti gli strumenti necessari per comprendere ciò che accade a schermo, Lovecraft’s Untold Stories 2 esce purtroppo con le ossa rotte da questa scelta e la sua narrazione risulta fin troppo frammentaria e sconnessa.
Gameplay folle, non in senso buono…
Mettiamo il caso che un giocatore decida di non approfondire la lore e la storia del gioco, ammettiamo che salti ogni singolo dialogo e vada avanti a casaccio nel gioco. Potrebbe farlo, ma ci sarebbe un altro grosso ostacolo che renderebbe comunque difficile apprezzare il titolo: il gameplay, uno dei più legnosi e sbilanciati che mi sia mai trovato davanti.
Lovecraft’s Untold Stories 2 si pone come uno sparatutto roguelite con visuale isometrica con una forte tendenza verso il bullet hell in parecchi frangenti, dal momento che molto spesso orde di nemici andranno letteralmente a riempire lo schermo. Un titolo con queste premesse dovrebbe quindi come minimo garantire una certa fluidità negli spostamenti e nello shooting, cosa che però purtroppo non accade e il tutto si rivela legnoso e spesso macchinoso.
I movimenti e le fasi di ricarica dei nostri personaggi saranno parecchio lenti rispetto ai nemici (comunque anch’essi non velocissimi nella maggior parte dei casi) e ci ritroveremo a trovarci spalle al muro fin dai primissimi momenti di gioco non per nostri particolari demeriti, quanto piuttosto per una difficoltà artificiale del gioco legata a mancanze tecniche. Come se la situazione non fosse già critica di suo, il titolo è privo di qualsivoglia forma di tutorial, quindi il giocatore si ritroverà ancora più spaesato nei confronti del titolo, come se la difficoltà non fosse già uno scoglio già difficile da sormontare.
A rendere ancora più difficoltoso l’approccio al titolo ci sarà una mancanza di fondo di hud relativa alla follia, elemento essenziale, quanto letale, del gioco poiché potrà portare a gravi svantaggi e perfino al game over se non arginato per tempo. L’accumularsi di follia non sarà però il nostro unico nemico, infatti dovremo sempre tenere d’occhio la barra della salute, e nelle prime fasi di gioco sarà un’impresa particolarmente ardua a causa della difficoltà di reperire medikit o perfino materiali per craftarli.
Insomma, se già la trama di Lovecraft’s Untold Stories 2 mostra evidenti problemi, il gameplay si rivela gestito perfino peggio andando a peccare proprio in quelli che dovrebbero essere gli aspetti fondamentali del genere, infine, il gioco soffre anche di una certa mancanza di bilanciamento interna, infatti la classe della strega si rivelerà ben più performante delle altre (potremo sbloccare anche altre classi nelle fasi successive, ma comunque peggiori della strega) rendendola quasi una scelta obbligata per procedere agevolmente nel gioco.
Comparto tecnico da rivedere
Purtroppo, neanche il comparto tecnico riesce a risollevare le sorti ingloriose del titolo anche se, a onor del vero, proprio nella grafica si nasconde uno dei pochi pregi del titolo. Lo stile cartoonesco infatti si rivela particolarmente azzeccato per il titolo, soprattutto negli sprite di alcuni documenti in cui personaggi e oggetti vengono tratteggiati con delle spesse linee scure che ricordano fortemente lo stile di Mike Mignola, che in più di un’occasione si è rivelato il più adatto per rappresentare le trasposizioni delle opere del bardo di Providence; va però detto che il gioco in sé, nelle ambientazioni e nei modelli dei nemici, si rivela molto più piatto e meno originale.
Altra menzione disonorevole per il comparto sonoro, anch’esso estremamente piatto e dimenticabile nonché funestato da bug! In più di un’occasione infatti mi è capitato di entrare in stanze in cui la traccia musicale partiva a caso dopo diverso tempo rispetto all’ingresso del personaggio nella stanza, oppure mi sono ritrovato perfino nella situazione in cui le tracce si interrompevano di colpo senza apparente motivo nel bel mezzo dell’azione.
E i bug non riguardano soltanto il comparto sonoro, diverse volte mi sono ritrovato a dover riavviare il gioco per forza di cose imbattendomi in freeze del gioco totalmente casuali che portavano perfino a occasionali crash; una criticità che deve necessariamente essere risolta il prima possibile da una patch, ma non sembra che gli sviluppatori stiano dedicando particolare attenzione al supporto post lancio del gioco.
In definitiva, Lovecraft’s Untold Stories 2 si è rivelato un titolo decisamente deludente, soprattutto per un fan di Lovecraft e dei roguelike che ha visto due delle sue passioni tradite in una volta sola: un gioco superficiale e raffazzonato, che sembra prodotto in fretta e furia e non solo soffre di scarsa attenzione ai dettagli, ma perfino la struttura del gioco è fortemente compromessa da un comparto tecnico decisamente poco curato.