Sviluppato da A Grumpy Fox e pubblicato da Deck13 Interactive, Lunistice è un veloce platform in 3D dichiaratamente ispirato all’era dei giochi a 32 bit. Un omaggio contenuto che esplode sorprendentemente con un gameplay che saprà calamitare i nostalgici e non solo. Noi abbiamo corso lungo tutti i sogni di Hana su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione.
Lunistice: un tanuki e i suoi sogni
Lunistice inizia con una voce di sottofondo, un narratore che parla di esperimenti, di qualcosa da avviare. Un inizio. Pochi secondi e la protagonista si sveglia. Si tratta di un tanuki di nome Hana, antropomorfa, che si muove su due zampe e che si ritrova catapultata in quelli che sembrerebbero essere i suoi sogni. O comunque una traduzione del suo inconscio.
La narrazione di Lunistice non è il cardine principale della produzione, tutt’altro. L’introduzione funge da motivazione enigmatica, a suo modo, per catapultarci in un’esperienza dalla durata breve (chi vive di platform può completare il gioco in meno di due/tre ore). Un’esperienza veloce, immediata ma che non deve essere sottovalutata.
Questo perché Lunistice non punta alla narrazione ma va a concentrare tutto se stesso nel gameplay cercando di essere tanto un omaggio a un’era che sta ritornando sempre più (specialmente nella sfera indie) con prepotenza nella nostra realtà, quanto un titolo che è consapevole delle regole moderne e sa applicarle. A modo suo.
Lunistice: corri Hana, corri!
No, non siamo davanti a un nuovo Sonic ma è innegabile il paragone col riccio blu di SEGA. Questo perché la piccola Hana ha un passo velocissimo, sembra pattinare ( in positivo e in negativo) lungo i livelli lineari (ma non sempre). Percorsi articolati dove il tanuki corre, salta, volteggia e mena colpi di coda.
Ma procediamo con ordine. Lo scopo di Hana, nonché il nostro, è quello di arrivare alla fine dove ci attende un classico traguardo. Il tutto in una serie di livelli dalla durata modestamente bassa ma decisamente vari e, nelle fasi avanzate, anche deliziosamente impegnativi.
Per sopravvivere fino alla fine, Hana ha a disposizione semplici ma utili mosse. Il tanuki può saltare fino a tre volte. Esatto, un triplo salto. Il doppio si esegue premendo due volte il tasto del salto mentre per una terza spinta va aggiunto il tasto d’attacco che garantirà un ulteriore volteggio aereo.
Padroneggiare il salto, come da tutorial (che consigliamo di giocare e che è disponibile, a parte, nel menù iniziale), è essenziale per arrivare fino alla fine in quanto ci saranno piattaforme di ogni tipologia ad aspettarci con tanto di sviluppi verticali decisamente inaspettati e gradevoli da affrontare.
Hana ha anche un semplice ma efficace colpo di coda rotante, unico strumento offensivo del gioco. In genere basta un colpo per spedire gli stravaganti nemici all’altro mondo. E su questo bisogna fare una puntualizzazione.
Lunistice non è un gioco che mira a offrire nemici complessi o combattimenti lunghi, tutt’altro. Come alcuni rappresentanti del passato, Lunistice utilizza i nemici come banale ostacolo da eliminare fugacemente. Ecco perché questi sembrano tanto idioti quanto identici. Certo, li si poteva rendere più accattivanti e minacciosi ma in fondo vanno bene anche così.
D’altronde Lunistice si mostra complesso (ma mai frustrante) grazie a una serie di percorsi sempre più vari, complessi e articolati. Questo grazie a un level design ispirato e che porta con sé un carico nostalgico rilevante e funzionale.
Livelli vecchio stile
Lunistice è diviso in mini biomi ognuno composto da un paio di livelli. Certo, la varietà estetica non è esagerata ma l’impatto generale è gradevole e il tutto funziona abbastanza bene. Ma quello che realmente funziona, ancora una volta, è il trasportare un’era del passato con efficacia al mondo moderno.
Questo significa che vedremo subito la vastità del livello che ci aspetta. Il gioco riesce a raccogliere la profondità e la verticalità dei percorsi e noi siamo lì ad ammirare e a prevedere eventuali pericoli. Così come la nostra mente inizia a cercare luoghi segreti. Piattaforme distanti da provare a raggiungere. Voragini in cui infilarci sperando in un premio e così via.
La ricerca nei livelli è promossa da due tipologie di collezionabili: degli origami e le lettere del nome Hana. Gli origami a forma di cigno sono quelli più presenti nel livello, ne sono un centinaio a quadro e svolgono il ruolo delle casse in Crash Bandicoot. Vanno raccolti e se li ottieni tutti, otterrai una valutazione migliore alla fine del livello.
Il nome di Hana, invece, è il collezionabile più difficile. Come il recente Kao the Kangaroo (a sua volta ispirato da tanti altri giochi del passato), si tratta di quattro lettere sparpagliate in percorsi opzionali (e più difficili) da scovare e raccogliere. Insomma, chi ama completare il gioco al 100% avrà pane per i suoi denti.
Non solo, Lunistice consapevole del limite della propria longevità (che rimane decisamente bassa in confronto agli standard odierni) propone un sistema di punteggi basato non solo sugli origami e sul tempo impiegato nel completare il livello ma anche su quante volte moriamo.
La morte, qui chiamata “reset” è un conteggio sempre presente su schermo che indica, appunto, quante volte moriamo. Hana può morire sia per le cadute (e cadrai spesso) sia perché esaurisce la propria energia (anche questa visibile a schermo in una serie di tacche verdi).
Tornare nei livelli del passato per migliorare il proprio punteggio e collezionare tutto al 100% oltre per scovare eventuali chicche nascoste dagli sviluppatori in giro per i livelli, non può che potenziare l’offerta generale del titolo.
Grafica e sonoro
Lunistice porta con sé tutti i limiti dell’era a 32 bit che decide di omaggiare. Come omaggio, funziona. Nonostante ricicli alcuni elementi di livello in livello, questi presentano una complessità gradevole. Inoltre, considerando quanto il gioco riesce a essere fluido, veloce e immediato, il risultato complessivo non può che essere positivo.
Anche il sonoro, come la grafica, porta con sé tutti i limiti del passato con sonorità nostalgiche che potrebbero però non essere apprezzate dagli utenti più moderni.
Da segnalare che il gioco è doppiato in inglese e presenta sottotitoli in italiano. Inoltre, il titolo regge bene in entrambe le modalità della Nintendo Switch con quella portatile che sfoggia una fluidità pregevole.