10 anni fa usciva una piccola perla di giocabilità dalle menti di Toxic Games e questo titolo risponde al nome di Q.U.B.E. Dopo aver passato questa decade ed essere stato riproposto nel 2014 nella sua versione Director’s Cut, il quale aggiunge elementi di trama al gioco originale, più un sequel nel 2018, Toxic Games ci ridà il titolo, rifatto i con Unreal Engine 4, e lo nomina Q.U.B.E 10th Anniversary. Ha sentito il peso degli anni? Assolutamente no, anzi, riesce ancora a divertire come se fosse uscito ieri.
Q.U.B.E 10th Anniversary e la sua trama dark
All’avvio di Q.U.B.E 10th Anniversary potrai scegliere tra due modalità, la versione originale uscita nel 2012 e quella Director’s Cut, la quale è praticamente identica, ma aggiunge una trama al tutto. Ti risveglierai in una navicella aliena senza ricordare nulla, ma soprattutto non ci sarà nessun altro oltre a te. L’unica tua compagnia sarà rappresentata da una voce proveniente dalla stazione spaziale internazionale. Il tuo obiettivo sarà quello di capire il mistero che si cela dietro quest’astronave aliena, perché sta per precipitare sulla terra con il rischio di sterminare l’intera razza umana.
La trama non sprizza naturalmente di originalità e serve come semplice pretesto per proseguire nelle circa tre ore di storia principale. Nonostante la banalità della trama, ci saranno alcuni plot twist intelligenti che ti daranno qualche dubbio sulla reale motivazione che ti è stata data a inizio gioco dalla stazione spaziale internazionale…non sarà mica tutto una bugia?
Un gameplay intelligente
Q.U.B.E 10th Anniversary è un puzzle game in prima persona che ti porta in un mondo totalmente in 3D, il quale si suddividerà in più livelli. Se dalla descrizione di prima ti sembrerà di aver già sentito questo tipo di gioco, ti pare giusto perché il gameplay ricorda, lontanamente, Portal. Tramite dei guanti dovrai controllare dei cubi, i quali sono incastonati all’ambiente circostante. L’obbiettivo sarà quello di aprirti una strada per la fine di ogni livello.
I cubi di cui ti parlavo prima saranno differenti e ognuno di questi si comporterà in maniera diversa. Ad esempio troverai il cubo rosso che può essere spostato fino a tre volte, mentre quelli gialli potranno formare una scala, altri di colore blu ti daranno l’opportunità di saltare più alto. Ogni cubo (che poi è un termine sbagliato perché alcuni saranno parallelepipedi e altri ancora semplici quadrati) avrà un effetto diverso e servirà a risolvere il puzzle proposto.
I controlli saranno particolarmente semplici. Lo stick analogico (o il W, A, S, D se giochi con tastiera) per muoverti, un tasto per far alzare le piattaforme, uno per farle abbassare e infine uno per il salto. Questi, grazie alla loro semplicità, sono immediati, ma se proprio dobbiamo trovare il pelo nell’uovo, ogni tanto saltare sarà un patema d’animo visto che il nostro personaggio non sarà propriamente preciso. Ma come ti ho detto, si tratta di voler trovare un difetto a tutti i costi, visto che questa imprecisione è dovuta anche dal fatto che stai giocando ad un titolo con una visuale in soggettiva.
Le aree di Q.U.B.E 10th Anniversary saranno 7 e ognuna di queste conterrà parecchi livelli da dover affrontare. Questa versione 10th Anniversary aggiunge un’ottava area che dona parecchie ore in più al gioco originale (circa 5). Se ti fermerai alla storia principale le ore totali saranno circa 3, intendo naturalmente, essendo un puzzle game, senza rimanere bloccato troppo in nessun enigma. Il totale dei livelli disponibili, suddivisi in 8 sezioni di gioco, saranno circa 100 per un totale di circa 8/10 ore, ne troppo poco, ma nemmeno tantissimo. La difficoltà dei puzzle proposti non altissima, anche se alcuni di questi necessiteranno qualche sforzo di materi grigia in più.
Grafica semplice e pulita
Se Q.U.B.E 10th Anniversary per il gameplay ricordava vagamente il mostro sacro Portal, questa cosa si ripete ance sul versante grafico, soprattutto per quanto riguarda gli ambienti. Il motore di gioco utilizzato per questa versione riveduta e corretta è l’Unreal Engine 4, il quale è sfruttato davvero a dovere e rende gli ambienti di gioco molto puliti. Gli ambienti ricordano tantissimo il classico di Valve, con sezioni che danno l’idea di asettico grazie ad un grande utilizzo del bianco e del colore acciaio.
Anche da un punto di vista del sonoro è stato fatto un ottimo lavoro, visto che i rumori ambientali, uniti con le voci della stazione spaziale internazionale, danno davvero l’idea di solitudine che il gioco vuole trasmettere.